Hai mai pensato a quanto varrebbe, in soldi veri, tutto quello che fa una casalinga in un anno? La cifra è enorme, e sorprende davvero.
Hai mai pensato a quanto varrebbe, in soldi veri, tutto quello che fa una casalinga in un anno? Non solo cucinare, lavare e stirare, ma anche occuparsi dei figli, dei genitori e dei suoceri anziani, della spesa, delle mille faccende quotidiane che tengono in piedi una casa.

Se ci fosse un contratto vero e proprio, con ferie, tredicesima e contributi, la cifra ti lascerebbe a bocca aperta.
Casalinghe: quanto dovrebbero guadagnare se il lavoro che fanno fosse remunerato
Ogni tanto si sente dire, rivolgendosi ad una casalinga, “eh, ma non lavori”, come se il lavoro valesse solo quando si fa fuori casa.

E invece il lavoro domestico è un lavoro a tutti gli effetti che tiene in piedi tutto il resto. Le giornate iniziano presto e finiscono tardi, spesso senza un “grazie” e senza un euro. È un impegno costante, mentale e fisico, che meriterebbe ben altro riconoscimento.
Lavoro di casalinga: ecco quanto dovrebbe prendere
Negli ultimi anni diversi studi hanno provato a dare un valore economico a tutto questo. E sai quanto è venuto fuori?
Circa 184.000 dollari all’anno. Una cifra che fa riflettere. È come dire che una madre o una casalinga, se fosse pagata per tutte le mansioni che svolge (cuoca, colf, educatrice, infermiera, contabile) avrebbe uno stipendio più alto di molti dirigenti.

Ma la realtà è che questo lavoro, nella maggior parte dei casi, completamente gratuito. In Italia, come in tanti altri Paesi, la maggior parte delle incombenze domestiche pesa ancora sulle spalle delle donne: secondo le ricerche, circa il 70% del lavoro in casa lo fanno loro. E molte di loro, oltre a gestire tutto questo, hanno anche un impiego fuori.
È il cosiddetto “secondo turno”: otto ore in ufficio e poi altre quattro tra pentole, lavatrici e compiti dei figli.
Non dovrebbero farlo solo le donne: i lavori di casa in altri Paesi si dividono con il partner
In Svezia o in Norvegia, invece, la situazione è diversa. Lì, sin da piccoli, insegnano a dividere i compiti in modo equo, senza ruoli prestabiliti. Gli uomini partecipano attivamente alla cura dei figli e della casa, e la differenza nei carichi di lavoro è minima. È una questione di educazione e rispetto reciproco, non solo di leggi.
In Italia purtroppo siamo ancora lontani. Ma se davvero volessimo riconoscere il valore di questo lavoro, ci sarebbero due strade: dare più servizi concreti alle famiglie, come asili, assistenza per gli anziani, congedi per i papà, e diffondere la cultura della condivisione.
Perché una casa pulita, una tavola pronta o un figlio cresciuto con amore non sono “aiuti” femminili. Si tratta di lavoro, moltissimo lavoro, e se avesse un prezzo sarebbe altissimo.