Prescrizione e decadenza delle bollette: cosa significano davvero e come difendersi

Quando arriva una bolletta vecchia di anni, molti si chiedono se vada ancora pagata o se esistano dei limiti di tempo oltre i quali l’azienda non può più pretendere il denaro. In questi casi entrano in gioco due concetti giuridici spesso confusi tra loro: prescrizione e decadenza. Sembrano simili, perché entrambi legati al passare del tempo, ma in realtà hanno conseguenze diverse. Sapere come funzionano è fondamentale per evitare di pagare somme che magari non sono più dovute e per muoversi correttamente con reclami o contestazioni.

guardare le bollette
padronidicasa.it -Prescrizione e decadenza delle bollette: cosa significano davvero e come difendersi

Con la prescrizione, se il creditore (cioè l’azienda fornitrice di luce, gas, acqua o telefono) non richiede il pagamento entro un certo tempo stabilito dalla legge, il debito si estingue. Con la decadenza, invece, non si perde il diritto in sé, ma la possibilità di farlo valere perché non è stato esercitato entro il termine fissato. In entrambi i casi, però, attenzione: non basta che il tempo sia passato, bisogna contestarlo attivamente, altrimenti la bolletta rimane dovuta.

Quanto tempo deve passare per la prescrizione delle bollette

Per le bollette di luce, gas, acqua e telefono la prescrizione è di cinque anni. Questo significa che se ti arriva oggi una fattura del 2018 non pagata e il fornitore non aveva mai chiesto prima il saldo, puoi eccepire la prescrizione e rifiutarti di pagare. La legge che lo stabilisce è l’articolo 2948 del Codice Civile. In alcuni casi, se la bolletta è stata oggetto di una sentenza o di una procedura giudiziaria, il termine può allungarsi fino a dieci anni.

Esistono poi prescrizioni più brevi, dette presuntive, che si applicano a crediti di piccola entità (sei mesi, un anno, tre anni), ma nel caso delle bollette domestiche i cinque anni sono il riferimento principale.

Come far valere la prescrizione o la decadenza

Qui è importante essere chiari: la prescrizione e la decadenza non vengono applicate automaticamente da un giudice o dal fornitore. Sei tu, come consumatore, a doverle far valere. Questo significa che se ti arriva una bolletta vecchia, devi contestarla per iscritto. Il modo migliore è inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno o una PEC all’Ufficio Reclami della compagnia, indicando il codice cliente, la bolletta contestata e la motivazione (ad esempio: “credito prescritto ai sensi dell’art. 2948 del Codice Civile”).

L’azienda ha 40 giorni di tempo per rispondere. Nel caso in cui non lo faccia, scatta un indennizzo automatico di 20 euro che può salire a 60 euro se dopo quattro mesi non arriva ancora nessuna risposta. Se hai già pagato e poi emerge che la bolletta era errata o prescritta, puoi chiedere il rimborso.

Se il fornitore continua a insistere, puoi rivolgerti a un’associazione di consumatori come Adiconsum, Altroconsumo o Federconsumatori, che ti guideranno nella procedura, oppure a un avvocato per valutare un’azione legale.

Perché è importante non pagare subito

Molti, per paura di more o distacchi, pagano subito anche le bollette sospette. Ma è un errore, perché se paghi non puoi più eccepire la prescrizione. In pratica, il pagamento volontario chiude ogni possibilità di contestazione. Ecco perché, prima di correre in posta o fare un bonifico, conviene sempre verificare la data della bolletta, la regolarità della richiesta e chiedere chiarimenti al proprio fornitore.

Un consiglio pratico

Conserva sempre le bollette e le ricevute di pagamento, almeno per cinque anni. In questo modo, se un domani ti arriva una richiesta di saldo arretrata, potrai dimostrare facilmente di aver già pagato o che il credito è prescritto. Oggi molti gestori mettono a disposizione lo storico online delle fatture, ma avere anche una copia cartacea o digitale conservata da te è una garanzia in più.

Gestione cookie