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Fare testamento significa redigere un atto giuridico con il quale una persona, detta testatore, dispone delle proprie sostanze, in tutto o in parte, per il tempo successivo alla propria morte. Il testamento è un atto volontario, revocabile e segreto.

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In Italia, esistono due tipi di testamento:

  • Testamento pubblico: è redatto da un notaio alla presenza di due testimoni. È il tipo di testamento più sicuro e consigliato, in quanto garantisce l'autenticità del documento e la sua conformità alla legge.
  • Testamento olografo: è scritto di pugno dal testatore e deve essere datato e firmato. È il tipo di testamento più semplice e meno costoso, ma è anche il meno sicuro, in quanto è più facile che sia contestato.

Il testamento può contenere disposizioni di natura patrimoniale, come la nomina degli eredi, la designazione di un esecutore testamentario o la destinazione di beni a fini caritatevoli. Può contenere anche disposizioni di natura non patrimoniale, come il riconoscimento di un figlio naturale o la volontà di essere cremato.

Fare testamento è un atto importante che consente al testatore di esprimere le proprie volontà in merito al proprio patrimonio e alla propria persona. È un atto che può essere utile per evitare conflitti tra gli eredi e per garantire che le proprie volontà vengano rispettate.

Ecco alcuni motivi per cui è importante fare testamento:

  • Per garantire che le proprie volontà vengano rispettate. Il testamento è l'unico modo per esprimere le proprie volontà in merito al proprio patrimonio e alla propria persona.
  • Per evitare conflitti tra gli eredi. Il testamento può aiutare a prevenire conflitti tra gli eredi, in quanto stabilisce chiaramente chi erediterà cosa.
  • Per ridurre le tasse di successione. Il testamento può aiutare a ridurre le tasse di successione, in quanto consente di scegliere i beneficiari delle proprie sostanze.

Se stai pensando di fare testamento, è consigliabile consultare un notaio per avere informazioni sulle diverse opzioni disponibili e per redigere un testamento valido e conforme alla legge.

Le caratteristiche fondamentali per scrivere un testamento sono la sua Revocabilità (è possibile per il testatore eliminare o modificare l'atto) la sua Unilateralità.

E’ bene sottolineare come il negozio testamentario si basa su quattro principi fondamentali:

  • il principio di certezza
  • il principio di personalità
  • il principio del formalismo
  • il principio di revocabilità (il legislatore ha voluto assicurare la piena libertà nel regolare post mortem i propri interessi)

Il legislatore definisce quello di scrivere un testamento come atto revocabile.

Non è consentita la revoca al di fuori dei casi e delle forme previste. La revoca può avere ad oggetto tutto ciò che in esso può essere contenuto.

La regolamentazione concertata per l'Europa

Con la decisione 1859 del 25 gennaio, il Consiglio d'Europa esorta gli Stati membri a rivedere le proprie leggi relative al testamento biologico. Nonostante la legislazione lo preveda in alcuni Stati, la sua applicazione risulta spesso carente. L'obiettivo della delibera dell'Assemblea di Strasburgo non è solo normativo, ma anche divulgativo. Si intende infatti lanciare un'iniziativa informativa rivolta sia al grande pubblico che ai professionisti del settore sanitario, per garantire che tutti i cittadini dell'Unione Europea, circa 800 milioni, siano informati e possano esercitare tale diritto.

Il Consiglio d'Europa ha emesso un documento richiedendo che tutti i suoi 47 Stati membri stabiliscano regolamentazioni per il testamento biologico. Questo affinché ogni cittadino possa manifestare le proprie volontà riguardo alle cure e ai trattamenti medici che sarebbe disposto a ricevere nel caso in cui le proprie condizioni di salute gli impediscano di comunicare personalmente le proprie decisioni al medico. Tale principio è già sancito nella Convenzione sui diritti dell'uomo e sulla biomedicina, conosciuta anche come Convenzione di Oviedo. Quegli Stati membri del Consiglio d'Europa che non l'hanno ancora ratificata, incluso l'Italia, sono ora chiamati ad accelerare il processo di ratifica.

Una delle novità più rilevanti contenute nel Decreto Legislativo n.175/2014 riguarda proprio questo argomento. Andando nel particolare, è stata stabilita l’esenzione per quanto concerne la dichiarazione sulla successione per le eredità fino a 100 mila euro. Di conseguenza, è stato innalzato il limite precedentemente imposto che era uguale a 50 milioni di lire (25 mila euro circa). Inoltre sono state inserite nel Decreto altre norme di semplificazione fiscale, come la liquidazione dell’imposta e la possibilità di integrare la documentazione, in alcuni punti, anche con copie conforme all’originale ma che non siano per forza di cose i cartacei originali stessi. Tra questi documenti rientrano gli atti di ultima volontà, l’eventuale accordo tra le parti in scrittura privata o atto pubblico e materiale inerente alle passività, detrazioni, riduzioni e oneri deducibili. Non ci sono modifiche invece per quanto riguarda la presentazione degli altri documenti, compresa la possibilità da parte dell’Agenzia delle Entrate di poter richiedere i documenti originali ove ne facesse richiesta. Ma non ci sono solo queste novità che arrivano dal fronte italiano, visto che anche l’Europa ha varato un cambiamento dei regolamenti, introducendo il Certificato Successorio Europeo

Il Certificato Successorio Europeo

Eccola quindi la novità europea sul sistema della successione. Dal 17 agosto 2015 potrà essere richiesto a qualsiasi notaio italiano il Certificato Successorio Europeo, che disciplina la materia entro i Paesi membri dell’Unione Europea. Seconde quindi le nuove disposizioni contenute nel Regolamento Europeo 2012, non sarà più obbligatorio rispettare le leggi vigenti nel Paese di cittadinanza della persona, con quest’ultima che potrà optare, qualora faccia testamento, della possibilità di seguire le leggi che vigono nel Paese di residenza, qualora sia diverso dalla Nazione di cittadinanza. Ci sono tuttavia una serie di casi limite all’interno dei quali poter fare richiesta di tale certificato, che riguarda solo le pratiche di morte e non questioni fiscali o amministrative. Dal momento che tale certificato verrà rilasciato (facoltà opzionale e non obbligatoria), esso avrà i suoi effetti anche sugli Stati UE interessati. In questo modo, si potrà pianificare in maniera migliore e meno stringente la propria pratica, usufruendo delle norme di semplificazione fiscale volute e decise dall’Unione Europea.

Testamento biologico: facciamo il punto sulla legge in Italia

Viene detto “testamento”, prendendo il termine in prestito dalla lingua giuridica proprio in riferimento ai testamenti tradizionali dove solitamente si lasciano scritti le volontà di divisione dei beni materiali per gli eredi. Il testamento biologico viene detto, nel mondo inglese, “living will”.

Tuttavia, in Italia non esiste una legge specifica per il testamento in questione, così come non esiste un “formato tipo” cui il testamento dovrebbe adattarsi; ragion per cui ci si è più volte ritrovati di fronte a casi in cui non tutte le volontà dei pazienti potevano essere considerate bioeticamente e legalmente accettabili. Se la persona stessa, comunque, non è più in grado di intendere e di volere e non ha lasciato alcun testamento biologico, solitamente la decisione finale spetta ai congiunti di primo grado, quando non addirittura ai rappresentanti legali del soggetto interessato.

Alcuni recenti casi mediatici hanno posto nuovamente all'attenzione della politica e dell'opinione pubblica la necessità di legiferare in maniera chiara sull'argomento.

Il testamento biologico altro non è che un documento con il quale ogni individuo, nel momento in cui si trova nel pieno delle proprie facoltà mentali, può esprimere la propria volontà riguardo quali terapie intende o non intende accettare qualora in futuro sia in una condizione di incapacità ed impossibilità ad esprimere la propria volontà.

Quindi il testamento biologico sarebbe da considerarsi valido. E’ pure vero, però, che lo strumento di ratifica non è stato ancora depositato alla Segreteria Generale del Consiglio d’Europa: di conseguenza, attualmente l’Italia non fa parte della Convenzione di Oviedo.

Non c’è una legge specifica per l'eredità ai figli

E, non esistendo una legge adeguata e specifica, la formalizzazione della volontà del paziente (la stesura del testamento biologico) rischia di non essere considerata sempre valida legalmente, né eticamente.

La prima volta che, in Italia, si è assistito a un tentativo riuscito di “legalizzazione” del testamento biologico è stata presso il Tribunale di Modena il 5 novembre del 2008. In quell’occasione il Tribunale decretò la nomina di un “amministratore di sostegno” in favore di un soggetto privato nell’eventualità che lo stesso, in futuro, si fosse trovato nelle condizioni di non potere esprimere la propria volontà.

Disposizioni e iniziative “autonome” sul testamento biologico alla famiglia

Il Comitato Nazionale di Bioetica obbliga i medici non solo a tenere in considerazione le direttive anticipate scritte su un foglio firmato dall'interessato , ma anche documentarne per iscritto le azioni rispetto tale foglio, sia nel caso che vengano attuate, sia che vengano disattese.

Alcuni casi particolari di eredità dopo la morte

Taluni casi di morte per termine o rifiuto del trattamento medico particolarmente eclatanti hanno posto l’attenzione politica come quella pubblica sulla necessità di redigere una legge chiara sull'argomento “testamento biologico”. In attesa di una tale legge è intanto in atto, in molte città, la raccolta della dichiarazione anticipata di trattamento dei cittadini residenti nel territorio interessato. Tali iniziative non eludono e non anticipano le leggi, ma sono necessarie affinché non si debbano “ricostruire” le volontà dell'interessato.

Cosa contiene e dove si deposita il documento

Testamento biologico

Il testamento biologico deve contenere informazioni utili a verificare l’autore del documento stesso, dunque oltre alle proprie informazioni anagrafiche di base, come il nome e cognome, ma anche l’anno e il luogo di nascita, nonché l’indirizzo di residenza e se diverso quello di domicilio, chi scrive il testamento biologico - anche detto testatore - dovrà indicare ulteriori elementi. Innanzitutto dovrà inserire esplicitamente il proprio consenso informato, ma anche se intende avere informazioni precise sul proprio stato di salute (o malattia) o no. Entrando eventualmente nel dettaglio di trattamenti sanitari più o meno specifici, occorre fare alcune precisazioni.

La legge attualmente dà la possibilità di dichiarare a quale trattamento medico si vuole essere sottoposti o meno, sia in una versione generica che in una specifica. Dunque, nel proprio testamento biologico si potrà ugualmente sottoscrivere di non volere alcuna rianimazione oppure entrare nel dettaglio, rifiutando ad esempio la respirazione meccanica dopo un arresto cardiaco. Eventualmente il documento può essere corredato anche da altre informazioni e carte non fondamentali, come una dichiarazione del proprio medico in cui quest’ultimo attesti di aver informato accuratamente il paziente delle conseguenze di una malattia e dei trattamenti richiesti. Si possono anche aggiungere informazioni relative al proprio desiderio di morire in ospedale o in casa propria e dare indicazioni sul proprio funerale. Per essere valido legalmente, tuttavia, la legge impone che il testamento biologico sia autenticato. Come si fa? Ci sono diverse opzioni per il testatario:

  • l’autenticazione tramite notaio della propria scrittura privata o sottoscrivendo il testo, si tratta di una spesa esigua dato l’oggetto da autenticare;
  • il deposito delle proprie dichiarazioni presso l’apposito registro comunale. In questo caso, tuttavia, occorrerà verificare preventivamente la presenza o meno dei registri dei testamenti biologici;
  • l’autenticazione direttamente in Comune, con un testimone e il fiduciario. In presenza di un ufficiale comunale, una copia del biotestamento originale sarà quindi autenticato

Successione senza testamento: chi sono gli eredi?

Il diritto ereditario è un insieme piuttosto complesso di norme che hanno come obiettivo la regolarizzazione di tutte le vicende riguardanti il patrimonio di una persona in seguito alla sua morte e quindi per il periodo successivo alla stessa, in particolare per la definizione dei nuovi titolari del suddetto patrimonio.

In questo caso il diritto ereditario si occupa di tutti quei rapporti che sono trasmissibili e che quindi permangono alla morte del soggetto, definiti come diritti patrimoniali assoluti.
La successione ereditaria si apre dunque nel momento del decesso della persona e determina il trasferimento al o ai successori, ma come funziona nel caso in cui si abbia a che fare con una successione senza testamento?
La successione senza testamento può essere definita come successione a titolo universale da contrapporre a quella a titolo particolare dove il successore, indicato dal defunto, subentra in uno o più rapporti patrimoniali.

In caso di successione senza testamento, condizione ormai comune perché ci si ritiene soddisfatti delle leggi o perché magari ci si ritrova di fronte ad una morte inaspettata anche in giovane età, l’eredità spetta di norma al coniuge e ai figli.
Se il figlio è solo uno, allora l’eredità viene divisa a metà, se i figli sono due o più a questi spettano i due terzi dell’eredità, mentre al coniuge spetta un terzo della stessa.
Qualora invece il defunto non avesse figli, subentrano in questo caso, oltre al coniuge, i parenti più vicini quali genitori e fratelli, ma in entrambi i casi in questo caso i due terzi dell’eredità spettano al coniuge, al resto spetta un terzo della stessa. Nel caso particolare in cui i genitori dovessero essere ancora vivi, a questi spetta un quarto dell’eredità, quindi, in realtà ai fratelli resta ben poco.

Nel caso in cui il defunto, invece, non dovesse avere né un coniuge né dei figli, allora l’eredità spetta ai genitori e ai fratelli, eredità divisa per capi ma la cui metà spetta ai genitori.
Un altro fattore da ricordare assolutamente è che nel caso in cui i figli o i fratelli del defunto dovessero essere morti o dovessero aver rinunciato all’eredità, a questi subentrano dal punto di vista del diritto ereditario i solo discendenti, quindi l’eventuale quota che sarebbe spettata al soggetto erede per vicinanza parentale viene suddivisa tra i rispettivi discendenti.
Naturalmente non mancano i casi di successioni senza testamento quasi difficili da devolvere agli eredi che possono essere ricercati entro i parenti più prossimi fino al sesto grado, nel caso in cui non si dovesse trovare nessuno, allora l’eredità viene devoluta allo Stato.

Cosa accade in caso di separazione

Nel caso in cui il defunto ed il coniuge dovessero essere separati al momento della morte di uno dei due, non cambia granché in termini ereditari perché la quota spetta in ogni caso, a meno che fosse ritenuto il responsabile per la fine del matrimonio.
In questo caso, il coniuge ha diritto ad un assegno vitalizio se nel momento in cui si è aperta la successione godeva ancora degli alimenti.
Dopo il divorzio, invece, l’ex coniuge perde tutti i diritti ereditari.

Successione ereditaria: ecco cosa fare

Sia che si abbia a che fare con una successione senza testamento, sia che questo vi sia, gli eredi indicati dal defunto o quelli indicati dalla legge, entro un anno dalla morte devono presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione che dal primo gennaio del 2019 può essere trasmessa solo telematicamente (motivo per cui vi consigliamo di affidarvi ad un soggetto delegato come un commercialista o ad un CAF), in modo tale da velocizzare la procedura.
Questo presuppone che avvenga un pagamento delle imposte dovute oltre che l’automatica voltura catastale relativa agli immobili ereditati. Per fare questo troverete sul sito dell’Agenzia delle Entrate un programma gratuito in cui sono presenti tutte le istruzioni e l’elenco dei documenti da allegare.

Una volta presentata la dichiarazione di successione che deve comprendere tutti i beni e i diritti del defunto (beni mobili, immobili, contanti, oggetti di valore, pensioni, quote societarie, azioni…) e avvenuto il pagamento delle imposte, si otterrà un attestato da parte dell’Agenzia delle Entrate che permetterà agli eredi di ottenere la liquidazione e la parte che gli spetta. Per quanto riguarda i beni immobili occorre invece attendere il Catasto e la Conservatoria dell’Agenzia delle Entrate.

Vi sono casi in cui non occorre effettuare alcuna dichiarazione di successione senza testamento perché gli eredi in linea diretta è stato devoluto un patrimonio non superiore a 100.000 euro, in assenza di beni immobili o di diritti immobiliari.
In questo caso è prevista la sola compilazione di una dichiarazione di responsabilità in cui viene confermata tale condizione in termini di patrimonio.

In generale, qualora doveste avere a che fare con una successione senza testamento informatevi bene e rivolgetevi a dei professionisti.

Successione per gli immobili  

Dopo la morte del de cuius, tutte le forme testamentarie sopra elencate prevedono l’intervento del Notaio per la pubblicazione e l’atto di ricevimento con apertura della successione per gli immobili. La differenza tra i diversi tipi di testamento non è solo formale: il testamento pubblico può offrire diversi vantaggi, oltre ad una maggiore sicurezza per l’inattaccabilità delle disposizioni. Chiariamo in primis che la definizione “pubblico” non si riferisce al fatto che sia accessibile ad eredi o potenziali tali prima delle morte del testatore. L’equivoco potrebbe nascere dalla terminologia: pubblico significa che viene redatto dinanzi al notaio, in qualità di pubblico ufficiale, e in presenza di due testimoni. Questo iter comporta alcuni effetti giuridici: il notaio accerta l’identità delle parti e la validità della volontà di chi dispone in testamento. Peraltro non si evidenzia spesso che questa forma di testamento è l’unica accessibile a chi non sappia leggere o scrivere.

Le forme di testamento che la determinano

  • olografo: scritto a mano
  • pubblico: viene stilato da un notaio che provvede a eseguire le richieste redatte dal testatore; il notaio, inoltre, deve provvedere alla registrazione e successivamente alla conservazione del testamento;
  • segreto: è olografo, viene depositato e successivamente sigillato da un notaio esterno che non è a conoscenza del contenuto e poi si occuperà della conservazione. 

Oggetto e soggetti alle imposte dopo il testamento

Gli eredi hanno l’obbligo di presentare dichiarazione di successione per gli immobili in presenza di tali beni, salvo l’esonero per i parenti in linea diretta, se nell’asse ereditario, non sono compresi immobili e il patrimonio del deceduto non supera € 25.822,85.

La finanziaria 2007 ha riportato in auge l'imposta sulle successioni, con esenzioni pari a centomila euro perle eredità tra fratelli, e di un milione di euro, per quelle tra figli e genitori.

L'eredità è considerata aperta al momento della morte dell'individuo; l'imposta sulle successioni è misurata su tutto il patrimonio, immobili e utili compresi.

A chi presentare la dichiarazione quando si eredita un appartamento?

È obbligatorio presentare la dichiarazione di successione per gli immobili all'Agenzia delle Entrate del luogo dove si risiede, entro un anno dalla morte del soggetto, per i beni immobili che appartengono all'eredità. Qualora il defunto avesse avuto domicilio all'estero, la dichiarazione va presentata all'agenzia delle entrate dell'ultima sua residenza italiana.

Dopo la dichiarazione, entro trenta giorni dalla stessa, va consegnata anche la documentazione legata alle volture catastali degli immobili.

Percentuali per l'imposta

Le percentuali d'imposta sulle successioni previste sono uguali anche per quelle legate alle donazioni volontarie.

Per l'eredità, oltre a tale imposta, vanno pagate anche:

  • l'imposta di bollo pari a 58,48 euro;
  • l'1% di imposte catastali;
  • il 2% di imposte ipotecarie;
  • la tassa ipotecaria di 35 euro.

Nei casi di proprietà che oltrepassino il milione di euro, le percentuali d'imposta sulle successioni sono:

  • del 6% nei casi di parenti fino al quarto grado,
  • del 4% per il coniuge e quelli in linea diretta;
  • dell'8% per il resto.

Chiarimenti utili

Con il termine eredità s’intende l’insieme del patrimonio giuridico di una persona, che nel momento in cui passa a miglior vita, viene trasferito ad un altra persona grazie al diritto di successione per gli immobili. L’ordinamento normativo italiano in materia di successioni prevede che il patrimonio del defunto può essere trasferito ai suoi successori in due differenti modi, che sono illustrati nell’elenco che segue.

  • Successione per gli immobili legittima, che riguarda gli eredi considerati dalla legge leggittimi, come la moglie o il marito, i discendenti diretti, vale a dire i figli e i nipoti, i fratelli, le sorelle e tutte le altre persone che sono unite da un legame di parentela che può arrivare fino al sesto grado.
  • Successione per gli immobili testamentaria, in questo caso la persona defunta ha sottoscritto in presenza di un notaio un testamento nei quale sono riportate le sue volontà riguardo la spartizione dei suoi beni e possedimenti.

In entrambi i casi sopra citati i discendenti sono tenuti a pagare delle tasse di successione per gli immobili, che per gli anni 2013 e 2014 hanno subito delle variazioni, che sono illustrate di seguito.

  • Nel caso in cui i beneficiari siano il coniuge o i discendenti diretti, dovranno pagare un’aliquota pari al 4% calcolato sul totale dei beni ereditati che però eccede la precedente franchigia che era stata posta dalla legge a un milione di euro.
  • Nel caso in cui i beni siano ereditati dai fratelli o dalle sorelle del defunto, verrà applicata l’aliquota del 6% solamente sui beni che superano la precedente franchigia di centomila euro.
  • Nel caso in cui gli eredi siano i cugini del defunto o i genitori, i fratelli e i nipoti del coniuge della persona passata a miglior vita, l’aliquota che sarà applicata è del 6%.
  • Infine nel caso in cui i beneficiari siano terze persone che non rientrano nelle categorie sopra indicate e quindi si sia verificata una successione per gli immobili testamentaria, l’aliquota che sarà applicata sarà dell’8% sul totale dei beni.

Nel caso in cui i beni ereditati siano immobili, sarà preso in considerazione anche il valore catastale sul quale verrà aggiunta un aliquota dell’1% relativa alla tassa catastale e del 2% riguardo l’imposta ipotecaria.

Testamento fai da te?

FAQ

Cosa è un testamento?

Il testamento è un documento scritto attraverso il quale una persona stabilisce come i suoi beni saranno distribuiti dopo la sua morte. Esso rappresenta la volontà dell'individuo e può essere modificato o revocato in qualsiasi momento durante la sua vita.

Quali sono i tipi di testamento che posso redigere?

Ci sono vari tipi di testamento: il più comune è il testamento olografo, scritto di pugno dal testatore. Altri includono il testamento pubblico, redatto davanti a un notaio, e il testamento segreto.

Posso cambiare il mio testamento dopo averlo redatto?

Sì, hai la libertà di modificare o revocare il tuo testamento in qualsiasi momento della tua vita. Per farlo, puoi redigere un nuovo testamento che automaticamente annullerà e sostituirà il precedente.

Cosa succede se non lascio un testamento?

Se non lasci un testamento, i tuoi beni saranno distribuiti secondo le leggi sulla successione del tuo paese. Ciò significa che i tuoi beni andranno ai tuoi parenti più prossimi in un ordine stabilito dalla legge.

È necessario avere un avvocato o un notaio per redigere un testamento?

Mentre il testamento olografo non richiede la presenza di un avvocato o un notaio, potrebbe essere utile avere una consulenza legale per assicurarsi che il testamento sia valido e in linea con le leggi vigenti. Per il testamento pubblico, la presenza di un notaio è obbligatoria.

Posso lasciare i miei beni a chiunque voglia nel mio testamento?

In generale, hai la libertà di lasciare i tuoi beni a chi desideri. Tuttavia, in molti paesi ci sono delle quote di legittima che sono riservate a certi eredi, come figli o coniuge, che non possono essere escluse del tutto.

Cosa devo fare per assicurarmi che il mio testamento venga rispettato dopo la mia morte?

È fondamentale conservare il testamento in un luogo sicuro e informare una persona di fiducia della sua esistenza e ubicazione. Se hai redatto un testamento pubblico, il notaio avrà una copia del documento.

Quali sono le tasse associate alla successione e come influiscono sul testamento?

Le tasse di successione variano da paese a paese. Nel tuo testamento, puoi specificare come queste tasse dovrebbero essere pagate o pianificare in anticipo per minimizzare l'impatto fiscale sulla tua eredità.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.