Logo di Padroni di Casa

L'inverno è ormai alle porte e con esso arrivano i primi freddi taglienti e la necessità di accendere i Termosifoni in casa per ripararsi dal freddo e riscaldare gli ambienti, al fine ricreare un'atmosfera accogliente e di poter stare nella propria abitazione caldi senza rischiare acciacchi di stagione e influenze varie dovute al freddo. Come funziona se si ha un riscaldamento autonomo?

Menu di navigazione dell'articolo

Quando partire? I costi dell'impianto per il riscaldamento autonomo?

Si possono iniziare ad accendere i termosifoni unicamente però seguendo le fasce orarie e i periodi previste per legge e che variano anche a seconda delle regioni, tenendo conto delle temperature e delle caratteristiche climatiche delle stesse.

Quando poi si vive in un condomino, molto spesso, soprattutto se si tratta di immobili costruiti durante gli anni Sessanta e Settanta, i riscaldamenti sono centralizzati e non si ha dunque l'autonomia di poter accedere i termosifoni quando si desidera.

I riscaldamenti centralizzati vengono infatti accesi in tutti gli appartamenti dei condomini ad orari precisi e uguali per tutti. È però possibile, anche se si vive all'interno di un Condominio, decidere di installare il riscaldamento autonomo e godere così di tutti i vantaggi che esso comporta.

Trasformazione impianto da centralizzato ad autonomo: cosa significa? E' possibile coinvolgere l'impianto elettrico

La trasformazione dell'impianto da centralizzato ad autonomo all'interno di un condominio è prevista per legge, ma può essere effettuata unicamente se esistono determinate condizioni; una di queste è la dimostrazione che tale cambiamento comporti un risparmio energetico. Ai sensi della legge del 9 novembre 1991, numero 10, per poter modificare l'impianto in riscaldamento autonomo è necessario che i condomini siano pari ad almeno 501 millesimi.

Se comunque si decide di rendere il riscaldamento autonomo anche i condomini contrari dovranno accettare la cosa e non potranno continuare ad usare il vecchio impianto centralizzato, anche se sarebbero disposti a pagare le spese per il mantenimento dello stesso.

Togliere la centralizzazione dai termovalvole

Dopo la trasformazione dell'impianto centralizzato in riscaldamento autonomo, bisognerà inoltre eliminare e spegnere definitivamente la vecchia la vecchia caldaia centralizzata e porre in disuso il locale dove era situata, oppure affidare allo stesso una nuova destinazione d'uso.

Ultimamente è però possibile possibile staccarsi dal centralizzato per adoperare il riscaldamento autonomo anche singolarmente, senza ottenere l'unanimità condominiale e chiedendo tale desiderio all’amministratore e dichiarando di sostenere tutto il pagamento delle pese straordinarie e di manutenzione.

Sistemi convettivi e radianti

I sistemi più diffusi al mondo sono senza dubbio quello basato sul riscaldamento convettivo, emesso dai classici termosifoni.

I termosifoni presenti in quasi tutte le case, operano secondo il principio del riscaldamento autonomo convettivo, ovvero riscaldano l'aria che, diventando calda sale verso l'alto; qui si raffredda e torna verso il basso, creando una naturale circolazione di calore. Questo sistema avviene appunto attraverso i termosifoni, al cui interno arriva acqua calda attraverso un sistema di tubature e riscaldamento.

Come usare il termosifone

L'uso dei termosifoni per avere calore negli ambienti è il metodo più economico e collaudato. Ci può essere differenza nella scelta dei termosifoni, costituiti principalmente dai seguenti materiali: acciaio, ghisa o alluminio. Questo materiale serve a trattenere e rilasciare calore in maniera opportuna.

Uno dei vantaggi di questo tipo di impianti è quella di potere in qualsiasi momento incrementarne l'efficienza, addizionando elementi negli ambienti che lo necessitano.

Inoltre, i termosifoni stanno diventando anche degli oggetti di arredo grazie a design sempre più accattivanti. I sistemi pensati in questo modo, sono anche molto versatile e poco ingombrante.

Il riscaldamento autonomo dell'acqua nei termosifoni si basa principalmente sull'utilizzo di una caldaia esterna, che può essere attivata in modo indipendente se si ottiene il permesso di disconnetterla dalla caldaia condominiale. Questo permette ai residenti di avere un maggiore controllo sul riscaldamento del loro appartamento e di ridurre i costi associati all'obbligo di attivare il riscaldamento negli orari prestabiliti dall'amministrazione condominiale. Inoltre, il riscaldamento autonomo può risultare in un maggiore risparmio energetico e un migliore comfort termico per i singoli appartamenti.

Le virtù dei sistemi a radianti: come usarli

riscaldamento aut

Con l'arrivo della stagione più fredda, è importante avere pronto in casa un sistema efficiente, moderno e in grado di fornire la giusta temperatura in tutta la casa.

Uno dei sistemi più diffusi è quello detto a radianti. Questo sistema è basato su un principio molto semplice, ovvero quello del riscaldamento delle zone di perimetro della stanza (pavimento, soffitto e pareti), che rilasciano poi il calore in tutto il resto dell'ambiente.

Il riscaldamento a radianti è la soluzione ottimale per la casa, ma ha la necessita di essere impiantato al momento della costruzione: non può essere installato in un secondo momento a meno che non sia prevista una totale ricostruzione della casa stessa, pavimenti compresi.

A irraggiamento: metano (gas)

Sebbene installare un sistema a irraggiamento possa necessitare di una forte spesa iniziale, queste saranno poi ammortizzate grazie al sostanziale risparmio energetico previsto dall'utilizzo di tale impianto; inoltre, il riscaldamento a radianti ha un impatto minore a livello ambientale.

Il sistema a irraggiamento consta di un circuito di tubature installate sotto il pavimento, le quali trasmettono il calore dal basso al resto della casa. I vantaggi sono molteplici, quali ad esempio la libertà di movimento dell'arredamento all'interno della casa, la salubrità degli ambienti, il risparmio energetico in quanto la caldaia può permettersi di lavorare a temperature più basse rispetto ai normali termosifoni.

Se risulta complicato istallare un sistema a irraggiamento sotto il pavimento, è possibile realizzare degli impianti a soffitto, a parete o installare dei battiscopa radianti. E' chiaro che il rendimento termico di questi sistemi si abbassa notevolmente.

Altri metodi (per risparmiare sulla bolletta)

termosifone autonomo

Una delle possibilità più efficienti è l'isolamento termico. Questa procedura vieta al calore di disperdersi all'esterno, aumentando l'efficacia di tutti i sistemi di riscaldamento autonomo che, quindi, hanno bisogno di lavorare meno per raggiungere lo stesso risultato.

L'isolamento termico viene perseguito tramite l'installazione di appositi pannelli nelle mura di casa. Si crea una sorta di muro a più strati, dove quello interno è isolante e può essere: sughero, fibra di legno, fibra di poliestere, poliuretano. Ma ci sono molte altre soluzioni. Si consiglia di contattare una ditta specializzata per scegliere la combinazione più adeguata alla propria casa.

I pannelli solari costituiscono un'altra alternativa. Ovviamente occorre valutare se l'investimento può essere redditizio – quindi occorre una valutazione atmosferica e ambientale – ma considerate che sono presenti moltissime agevolazioni fiscali per chi decide di installare i pannelli solari. Si parla del Conto Energia e degli incentivi alla ristrutturazione che lo Stato mette a disposizione.

Infine abbiamo le stufe a pellet. Queste sono l'evoluzione delle classiche stufe: invece del legno, utilizzano materiale biocombustibile. Sono molto più ecologiche delle precedenti e vantano un alto grado di efficienza. È poi un sistema molto economico che ha come unico neo la produzione di cenere o residui di materiale, che comunque possono facilmente essere spazzati via.

Riforma del Condominio: più semplice staccarsi con le detrazioni fiscali

Con la Riforma del Regolamento condominiale è oggi possibile staccarsi dal centralizzato in maniera quasi automatica.
L'unico limite è che la scelta non influenzi negativamente il riscaldamento autonomo degli altri inquilini (ad esempio, non deve accadere che, tolta una quota, il costo mensile del servizio aumenti). Questa possibilità tuttavia è possibile: generalmente questi sistemi sono molto vecchi e funzionano solo a particolari condizioni ed è quindi probabile che queste smettano di verificarsi quando viene meno un singolo appartamento.

Occorre quindi una relazione tecnica prima di procedere.
In ogni caso, il coinquilino autonomo deve comunque partecipare alle spese di Manutenzione straordinaria dell'impianto anche se staccato.

Il teleriscaldamento: come si produce, quali sono i vantaggi. Ecco la normativa

Immagine per  Riscaldamento autonomo

Si può definire teleriscaldamento quella forma che è distribuita tramite una rete di tubazioni isolate e interrate, nelle quali scorre acqua calda, acqua surriscaldata o vapore acqueo, chiamati fluidi termovettore.

I fluidi provengono da un’unica centrale di produzione e dopo aver raggiunto e alimentato le abitazioni della zona circostante, ritornano alla centrale. Le fonti di energia rinnovabile che sono impiegate nel teleriscaldamento sono le biomasse, l’energia solare termica e la geotermia.

Il calore necessario a produrre il teleriscaldamento è generalmente prodotto da una centrale di Cogenerazione a combustibili fossili o biomasse, alcune volte l’uomo sfrutta anche il calore che viene dalla termovalorizzazione dei rifiuti urbani. Esistono alcuni paesi, tra cui l’Ucraina, la Russia, la Svezia, la Svizzera ecc, nei quali la cogenerazione avviene tramite le centrali nucleari.

Un’altra fonte dalla quale ottenere calore per il teleriscaldamento è costituita dallo scarto prodotto dai processi industriali. L’impianto di cogenerazione a combustibili fossili o biomasse ha una dimensione che gli permette di produrre la metà della potenza massima di picco, e durante un anno è in grado di produrre il 90% del calore totale. La prima centrale è supportata dalla presenza di una seconda struttura termica, che riesce a coprire l’intero carico di picco, che interviene solo nel caso in cui la prima centrale è guasta.

Vantaggi e svantaggi

termoconvettore

Utilizzare il teleriscaldamento presenta diversi vantaggi, che sono illustrati di seguito:

  • Miglior utilizzo e sfruttamento dell’energia primaria all’interno di centrali di cogenerazione.
  • Controlli più frequenti sui gas di scarico di una centrale unica.
  • Utilizzo di fonti di energia rinnovabile.
  • Possibilità di usufruire di incentivi speciali per chi fosse interessato a installare un impianto di teleriscaldamento all’interno della propria casa.

Il teleriscaldamento presenta però anche degli svantaggi, che sono presenti di seguito.

  • Gli investimenti iniziali per realizzare il teleriscaldamento hanno dei lunghi tempi di ritorno, circa 15 anni.
  • Questo genere di impianto è conveniente solo nelle zone molto popolate.
  • E’ un monopolio naturale.

In Italia è possibile trovare un esempio di teleriscaldamento in Alto Adige. La prima città italiana che ha realizzato un sistema di teleriscaldamento è stata Brescia, nei lontani anni settanta, mentre negli anni ottanta è stata Torino a realizzare una struttura simile.

Quali sono le tipologie di scaldabagno

Le principali distinzioni tra gli scaldacqua o boiler a gas si basano sulla tipologia di alimentazione o fonte di energia impiegata:

  • Boiler elettrici
  • Boiler Gas
  • Scaldacqua a pompa di calore
  • A legna

I boiler a gas, indipendentemente dall’alimentazione, a loro volta, si suddividono in:

bollino blu

  • Scaldabagno istantaneo quando la richiesta di acqua calda viene generata istantaneamente all’apertura del rubinetto, favorendo un risparmio energetico, sebbene l’assenza di un serbatoio possa ridurne le prestazioni e allungare i tempi di attesa prima che l’acqua calda giunga nei tubi (ma la tecnologia attuale è tale che i tempi sono molto ridotti e anche con una pressione minima si ottiene acqua calda);
  • Scaldabagno ad accumulo 

Infine, un’ulteriore differenza è data dalla struttura:

  • Boiler a camera stagna 
  • A camera aperta 

Come scegliere un boiler a gas

Lo scaldabagno è un dispositivo i cui consumi sono elevati, per cui la scelta deve essere ben proporzionata e calibrata sulle reali esigenze dell’individuo o della famiglia. In media, una famiglia numerosa necessita di un boiler a gas di medie o grandi dimensioni, considerando che una persona consuma circa 30 litri di acqua al giorno. Come per qualsiasi elettrodomestico, anche il boiler a gas riporta una classe energetica che più è alta e maggiore è l’efficienza energetica (da A a A+++). 

I costi di uno scaldabagno 

bollino blu caldaia

I prezzi medi di uno scaldabagno a gas di buona qualità oscillano tra 150 € e 400 €, la differenza è data dal modello, dalla classe energetica, dalle dimensioni e dal marchio. I modelli più economici sono quelli a camera aperta perché il dispositivo si installa all’aperto o in un locale interno purché ben aerato e con adeguata ventilazione, mentre i modelli a camera stagna costano di più perché sono più sofisticati e hanno anche un design più ricercato perché possono essere montati all’interno dell’abitazione e l’installazione non deve prevedere costi di muratura eccessivi o antiestetici.  Il prezzo è determinato anche dalla fonte di alimentazione: un boiler a gas metano ha un prezzo medio di 300 € - 400 € a cui si aggiungono i costi di installazione. Il costo iniziale può essere ammortizzato nel tempo con una sapiente manutenzione e con alcuni accorgimenti per risparmiare sulla bolletta, a partire dalla posizione del boiler a gas preferibilmente in bagno, nei pressi di una lavatrice o di una vasca da bagno per ridurre il percorso dell’acqua calda all’interno dell’impianto domestico e per evitare dispersioni di calore e nel caso di montaggio all’esterno, possibilmente nei pressi o in direzione della cucina o del bagno. Un altro modo per risparmiare è l’applicazione all’interno dei rubinetti dei riduttori di flusso che favoriscono il giusto quantitativo di acqua in fase di erogazione. La manutenzione ordinaria del boiler a gas mantiene sempre in efficienza il dispositivo con minor rischi di rotture e di interventi dei tecnici specializzati per la riparazione.

Scaldacqua a pompa di calore, boiler, scaldabagno: quale terminologia?

Boiler a pompa di calore o scaldacqua a pompa di calore sono tutti sinonimi, per cui la terminologia è interscambiabile. La tecnologia a cui questi termini sono abbinati, invece, non lo è, perché un boiler o scaldacqua elettrico comporta costi superiori rispetto a uno a gas e ancor di più rispetto a uno scaldacqua a pompa di calore. Sono, in assoluto, quelli che permettono un maggior risparmio, ma solo in proporzione alla quantità di acqua che si produce (per un notevole utilizzo, è consigliabile un boiler a gas o elettrico) e alle condizioni climatiche esterne di residenza.

Un paese come l’Italia, con temperature prevalentemente miti in gran parte delle regioni e per gran parte dell’anno – l’impianto di uno scaldacqua a pompa di calore è una soluzione conveniente e ragionevole che nei prossimi anni potrebbe registrare un forte aumento soprattutto in virtù dell’abbattimento dei costi legati alle tariffe elettriche. Inoltre, un incentivo all’installazione di questi sistemi è dato dalle detrazioni fino al 50%, in caso di ristrutturazioni a valere sul Conto Termico 2.0 varato il 31 maggio 2020. L’incentivo consiste in un contributo versato direttamente sul conto corrente del beneficiario entro 60 giorni dalla richiesta. La spinta verso queste soluzioni è dettata anche dalla crescente consapevolezza e coscienza ambientale e la ricerca da parte del consumatore medie di soluzioni alternative ecosostenibili. Gli scaldacqua sono stati certificati dalla legislazione europea come Best Available Technology di classe A in etichettatura.

Non è sempre possibile installare uno scaldacqua a pompa di calore

Per montare un o scaldacqua a pompa di calore occorre avere delle condizioni ideali che lo consentono. Uno dei limiti di questa tecnologia – oltre alla dipendenza dalle condizioni climatiche esterne – è lo spazio: è necessario predisporre una vasca che possa contenere circa un quintale di acqua in modo da poter far lavorare la pompa a temperature più basse (fino a 50°) in modo ottimale. Lo spazio è un limite soprattutto per gli appartamenti di piccole dimensioni che paradossalmente potrebbero sfruttare meglio questa tecnologia, ma non compatibilmente con l’impianto.

Al contrario, un vantaggio di questi impianti è la loro versatilità e la possibilità di integrarli al fotovoltaico o al solare termico. Nelle situazioni in cui non è sempre possibile installare uno scaldacqua, si può optare per una soluzione ibrida, vale a dire combinare la pompa di calore ad una caldaia con la gestione delle due tecnologie tramite una centralina di controllo in grado di attivare ora l’una ora l’altra a seconda delle condizioni di utilizzo, in modo tale che quando le temperature sono troppo basse per rendere l’azione della pompa di calore efficace, scatta il vettore energetico più conveniente per il consumatore.

In quanto tecnologia ecologica, le pompe di calore sono a “zero emissioni” in quanto non emette particolati né PM10 non essendovi combustione, e rende più salubre anche l’aria interna riducendo i rischi di malattie allergiche e respiratorie. I costi iniziali di installazione risultano essere il doppio rispetto a quelli di uno scaldabagno a gas o elettrico, ma i costi si ammortizzano nel tempo soprattutto nei casi di grande consumo di acqua calda. La conversione allo scaldacqua è particolarmente evidente nelle strutture alberghiere e nei nuclei familiari numerosi; di conseguenza, è sconsigliata l’installazione per chi vive da solo o per le persone anziane per motivi di manutenzione e apprendimento di un nuovo sistema.

Gli incentivi per gli scaldacqua a pompa di calore

È possibile beneficiare dell’EcoBonus anche attraverso l’acquisto di uno scaldacqua a pompa di calore, l’importante è che quest’ultimo possieda dei requisiti specifici.
In questo caso, per poter beneficiare della detrazione, occorre che l’intervento appaia come una sostituzione integrale o parziale del vecchio impianto termico e che non sia, dunque, una nuova installazione, deve infatti essere un intervento di riqualificazione energetica.

Le spese per cui si può richiedere la detrazione sono principalmente smontaggio e dimissione dell’impianto preesistente, fornitura e messa in opera delle apparecchiature termiche, meccaniche ed elettroniche, ma anche per le eventuali e necessarie opere idrauliche e murarie per la messa in norma dello scaldacqua a pompa di calore e impianto annesso.
Per poter richiedere la detrazione è necessario che il richiedente invii la scheda descrittiva dell’evento all’ENEA attraverso il sito web apposito entro e non oltre novanta giorni.
Naturalmente è necessario essere in possesso e conservare i seguenti documenti:

scaldacqua a pompa di calore

  • la certificazione del fornitore per attestare il rispetto di tutti i requisiti tecnici che indichino la riqualificazione energetica, 
  • l’originale della documentazione inviata all’ENEA firmata
  • fatture delle spese effettuate
  • ricevuta del pagamento con causale la legge finanziaria del 2007, il numero e la data della fattura, i dati del richiedente la detrazione e i dati del beneficiario del bonifico come il numero di partita IVA o il codice fiscale dello stesso;
  • ricevuta dell’invio della documentazione 

Per ottenere il rimborso di una percentuale dell’investimento realizzato per la sostituzione di uno scaldacqua elettrico con uno scaldacqua a pompa di calore il richiedente utilizza il Conto Termico, una misura ormai permanente che quindi non subisce le decisioni del governo.

Il richiedente, dopo aver verificato l’idoneità del lavoro effettuato, riceverà infatti un bonifico in un’unica soluzione in tempi abbastanza brevi.
Nel caso di interventi per l’applicazione di uno scaldacqua a pompa di calore, l’incentivo è pari al 40% della spesa sostenuta ed il tetto massimo è di 400 euro per prodotti con capacità inferiore o uguale a 150 litri e a 700 euro per prodotti con capacità superiori ai 150 litri. Ma in ogni caso l’incentivo non supera mai il 65% delle spese sostenute.

Per poter accedere al Conto Termico occorre attivare la procedura di richiesta sul portale del GSE entro sessanta giorni dalla fine dell’installazione dello scaldacqua a pompa di calore se si tratta di privati, se si tratta di lavori per la pubblica amministrazione i tempi e la procedura possono variare.
Anche in questo caso è importante che il richiedente conservi la documentazione per altri 5 anni.

Autore: Andrea Lelli

Immagine di Andrea Lelli

Laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Roma Tor Vergata, Andrea Lelli fonda la ditta di ristrutturazioni edili Edil Clima Service SAS con sede in Via Costanzo Albasini 10 a Roma. Edil Clima Service è una società composta da un team di otto esperti, ognuno specializzato in una specifica mansione.