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Dopo aver ampiamente dato tutte le informazioni sui lavori di ristrutturazione edilizia e sulla ristrutturazione della seconda casa, oggi, cambiamo argomento e parliamo di come sostituire le piastrelle del pavimento.

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Le piastrelle rappresentano un pò le fondamenta della nostra idea di casa. I “pezzi” che arredano per primi i nostri ambienti. Completano infatti ambienti come il bagno e la cucina, rivestendo i pavimenti e dipingendo un locale più ampio di quanto non sia.

Quando si acquista una casa, molto spesso prima di arredarla e di andarci ad abitare, è necessario sottoporla a lavori di ristrutturazione e messa in posa. Uno dei lavori iniziali da compiere è quello di posare o cambiare le piastrelle su tutto il perimetro dell'abitazione o unicamente su una parte della superficie che si intende aggiustare, modificare o rinnovare.

Se ti occorrono alcune conferme ti segnaliamo che abbiamo realizzato anche un approfondimento sull'impianto idraulico.

Se dovessi averne bisogno, sappi che abbiamo da poco pubblicato un articolo sulle differenze tra il Modello DIA e la SCIA.

Tipologie di piastrelle per la casa

Nel mercato vi sono molti tipi di piastrelle che si distinguono le une dalle altre per differenti caratteristiche tecniche ed estetiche.

  • Da sottolineare che esistono piastrelle per interni e piastrelle per esterno. Le piastrelle per esterno (il gres porcellanato o il clinker) devono essere resistenti agli agenti atmosferici mentre quelle per gli interni dovrebbero essere abbastanza duraturi agli urti e al calpestio. Esistono dunque mattonelle smaltate e piastrelle non smaltate a seconda che presentino differenze o meno tra la superficie a vista e il supporto.
  • Vi sono poi mattonelle per pavimentazione e piastrelle per rivestimenti. La differenza tra le due tipologie consiste nella migliore resistenza di quelle per pavimentazione poiché sono soggette al calpestio. Le piastrelle utilizzate per i rivestimenti, invece, sono particolarmente lucenti. Tra le più importanti e utilizzate vi è la maiolica e la bicottura.
  • Le piastrelle possono essere pressate o estruse a seconda del processo di realizzazione. Le prime sono il risultato della pressione di un impasto di polvere, mentre le seconde sono realizzate spingendo la pasta attraverso delle fessure.

Posare le piastrelle

Gli utensili da avere per posare le piastrelle sono in primis il metro, il righello e una matita per prendere accuratamente le misure. Altri apparecchi indispensabili per la posa delle mattonelle sono inoltre:

  • livella a bolla;
  • spago gessato;
  • squadra;
  • frattazzo, anche in legno;
  • crocette;
  • spatola dentellata;
  • tenaglia adatta alla posa delle piastrelle;
  • raschietto di gomma;
  • tagliapiastrelle;
  • mazza di gomma;
  • triangolo e cazzuola;
  • secchio e spugna;
  • eventuali ginocchiere, per evitare di farsi male stando in ginocchio a lavorare.

Prima di procedere è comunque necessario operare delle scelte cromatiche e di natura estetica legate alle piastrelle stesse, che rispecchino anche il futuro arredamento e l'equilibrio visivo dell'abitazione che si intende ricreare.

Se questi temi ti catturano, potrebbe per te essere di qualche utilità anche la lettura del nostro articolo su come aprire una porta blindata.

Schemi di posa per cambiare le mattonelle

Importantissima è inoltre la precisione nel seguire gli schemi per cambiare le piastrelle; tendendo conto delle misure, dell'illuminazione che verrà utilizzata, se naturale o artificiale, e dello stile che si vuole adoperare. È possibile posare le piastrelle su un pavimento già esistente, su un rivestimento particolare, oppure sopra delle solette di cemento.

Prima di procedere con le fasi di livellamento e incollatura, va inserito uno strato su fondo di legno oppure bucherellato; in questo modo l'aderenza delle piastrelle risulterà maggiore. È necessario anche mescolare la colla a un coadiuvante per la stessa, in modo tale da aumentarne le capacità di adesione.

Possono infine rivelarsi utili altri prodotti quali quelli per evitare eventuali fughe, la colla cemento e i prodotti per agevolare il livellamento.

Posare le piastrelle in porfido

Il porfido è un materiale di origine vulcanica, molto conosciuto ed apprezzato per le sue ottime qualità. È infatti dotato di una notevole resistenza agli agenti atmosferici come il sole e la pioggia; per la sua durevolezza nel tempo, dovuta alla sua grande resistenza alle abrasioni ed alle compressioni, e per le sue ottime qualità estetiche. Queste sue particolarità rendono il porfido un ottimo materiale da utilizzare per la realizzazione di pavimenti da esterno, nonché per rivestimenti, pareti ventilate e targhe; ma anche piani da cucina, davanzali, pilastri e quant'altro. Il porfido viene anche frantumato e ghiaiato, con lo scopo di produrre ghiaietti, stabilizzanti, granulati o ciottoli.

Le sue applicazioni sono molteplici, anche se il porfido è diventato famoso principalmente per il suo impiego nelle pavimentazioni da esterno. Questo materiale può variare il suo colore in base alla zona in cui viene estratto. Quello estratto in Trentino, ad esempio, presenta una colorazione variegata che mischia io marrone al rosso, al violaceo, al bordeaux. In provincia di Varese viene invece estratto il porfido rosso-rosato, mentre una varietà pregiata viene estratta in provincia di Brescia e presenta una colorazione viola.

Fu molto usato anche nell'antichità; gli egiziani, ad esempio, associavano la posa porfido rosso alla dignità imperiale. Venne utilizzato anche dagli etruschi e dai rimani, che ne apprezzavano la resistenza ed i colori accesi. Le varietà di colorazioni esistenti rendono questo materiale applicabile a qualsiasi tipo di ambiente, e gli conferiscono un aspetto estetico davvero apprezzabile. Un pavimento composto da piastrelle di porfido si adatta perfettamente all'ambiente urbano ed anche all'habitat residenziale, grazie alle sue ottime qualità estetiche. È bello, durevole e resistente; non viene danneggiato dagli agenti atmosferici o chimici, è difficilmente sottoposto ad usura e resiste ottimamente a sollecitazioni da compressione.

Posa del porfido

Tuttavia, per poter godere delle ottime qualità di queste piastrelle è necessario posarle a dovere durante la stesura del pavimento stesso; un lavoro eseguito in modo errato potrebbe infatti comportare rotture e problemi a breve e lungi termine. Casi in cui le piastrelle si danneggiano prima del previsto, o si staccano, sono probabilmente dovuti ad una pessima mano d'opera; per questo è molto importante che la posatura del materiale venga eseguita in modo corretto. Se si lavora su una pavimentazione orizzontale a terra, per la posa del porfido è necessario tenere presenti queste importanti regole:

  • Tutte le piastrelle di porfido devono essere pulite dalle impurità, che altrimenti ostacolerebbero il lavoro da svolgere. È dunque consigliabile lavarle con dell'acqua. Predisporre poi un ottimo sottofondo. Per ogni tipo di piastrella, e non solo quelle in porfido, questo dettaglio è molto importante. Un esempio di ottimo sottofondo è il pietrisco vibrato.
  • Sopra il sottofondo, nel caso in cui il pavimento da realizzare copra uno spazio piuttosto ampio sarà necessario realizzare una caldana con reti elettrosaldate immerse nel cemento. Tuttavia, se invece il pavimento sarà di dimensioni ridotte questo passaggio potrà essere evitato; procedere dunque con la creazione di un unico massetto insieme alla malta. È importante disporre uno strato idoneo di malta su cui disporre poi le reti ed il porfido; al momento della postura di quest'ultimo la malta deve essere ancora umida. È inoltre consigliabile spalmare sulla parte delle piastrelle che va a contatto con la malta della boiacca, che non è altro che del cemento quasi liquido; ovviamente questo va fatto prima di posare le piastrelle sulla malta.
  • A questo punto è necessario riempire gli spazi delle fughe. Bisogna preparare un impasto di sabbia e cemento, circa 50/50, ed aggiungere dell'acqua fino a che l'impasto non diventa quasi liquido. Riempire poi con l'impasto ottenuto tutte le fughe tra le mattonelle, ed attendere che si asciughi e diventi rigido. È necessario pulire con cura le piastrelle in porfido con una cazzuola ed una spugna bagnata, in modo da evitare che del materiale si secchi sopra di loro.

Seguendo questi semplici consigli è possibile realizzare un pavimento di porfido dalle gradevoli qualità estetiche, che sia anche molto durevole e resistente. Un lavoro eseguito correttamente influirà di certo positivamente sulla durata del pavimento, amplificandone la durata e le qualità ottime di cui vanta per sua natura questo materiale.
Il porfido offre le sue qualità migliori se utilizzato in modo corretto.

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Affrontare ristrutturazioni importanti comporta sempre delle spese ingenti e, parallelamente, interventi di una certa rilevanza, che interessano l’edificio da un punto di vista strutturale: revisione di planimetrie, rifacimento degli impianti, spostamento di muri. In questo caso la Demolizione è una parte necessaria dei lavori, e si mette in conto di dover smantellare e ricollocare anche la pavimentazione. In altri casi, però, demolire un’intera pavimentazione o un segmento di essa può rappresentare un vero e proprio problema, sia in termini di spese economiche, sia per le tempistiche e i disagi dovuti a un lavoro lungo e invadente.

Affrontare ristrutturazioni importanti, come quella di pavimentare il bagno, comporta sempre delle spese ingenti e, parallelamente, interventi di una certa rilevanza, che interessano l’edificio da un punto di vista strutturale: revisione di planimetrie, rifacimento degli impianti, spostamento di muri. In questo caso la demolizione è una parte necessaria dei lavori, e si mette in conto di dover smantellare e ricollocare anche la pavimentazione. In altri casi, però, demolire un’intera pavimentazione o un segmento di essa può rappresentare un vero e proprio problema, sia in termini di spese economiche, sia per le tempistiche e i disagi dovuti a un lavoro lungo e invadente.

Per questo motivo, molto spesso si ricorre ad alcune particolari tecniche di posa (ad incollaggio o in appoggio) e a specifici materiali appositamente pensati per rimodernare un ambiente con un nuovo pavimento, senza però incorrere in lavori pesanti, lunghi e costosi.

Quando ci si appresta a rimodernare una stanza o parte di un appartamento si tende naturalmente a fare economia sulle spese per i materiali, costi della manodopera, tempi ed energie. Nel caso di piccole migliorie o cambi di look, ad esempio, si può pensare di pavimentare il bagno, riducendo al minimo costi e tempi, ed evitando persino – in determinate situazioni – di spostare il mobilio, specialmente quanto si tratta di grandi e pesanti armadi o di mobili semi-fissi. In questo caso si può quindi scegliere di coprire il vecchio pavimento con un nuovo strato che fungerà da effettiva pavimentazione, per il quale sono attualmente disponibili vari campionari di materiali, dimensioni e texture.

Due strategie di posa per pavimentare il bagno

  1. Metodo di posa per pavimentare il bagno ad incollaggio. In questo caso viene steso un sottile strato di materiale adesivo tra il vecchio pavimento e quello nuovo, in modo che quest’ultimo rimanga saldamente incollato allo strato sottostante. È chiaro che una soluzione del genere non è indicata per cambi di look temporanei: rimuovere una pavimentazione incollata è infatti un’operazione delicata, lunga e costosa, che si risolve con la rottura della pavimentazione e la posa da zero di un nuovo pavimento. È quindi ovvio che il metodo di posa ad incollaggio – che sia parziale o totale – è consigliato solo nel caso in cui si preveda di tenere la pavimentazione così installata per almeno qualche anno.
  2. Metodo di posa ad incastro per pavimentare il bagno. È detto anche metodo in appoggio con posa fluttuante, nome che evoca strani presentimenti, ma in realtà è un metodo molto praticato e più che affidabile. La differenza con la posa ad incollaggio sta essenzialmente nell’assenza di qualsiasi tipo di colla. Questa caratteristica ha varie ripercussioni: appoggiare il pavimento invece di incollarlo vuol dire lasciare aperta la porta ad eventuali modifiche a breve termine, perché la pavimentazione così posata può essere rimossa o sostituita senza interventi impegnativi. Questa tecnica si posa si basa infatti su un esatto gioco di incastri tra i vari elementi che formano il pavimento, con una precisione (più che) al millimetro: è proprio la qualità del sistema ad incastro a determinare la compattezza della pavimentazione, per cui – a differenza del sistema ad incollaggio, in cui Parquet, ceramica, pvc o di altro funzionano tutti ugualmente bene – nel sistema ad incastro è bene prestare attenzione al materiale che si sceglie in fase di progettazione.

Scegliere il metodo di posa dipende, quindi, dai gusti personali, dalle prospettive future e dai materiali utilizzati per pavimentare il bagno. In entrambi i casi, bisogna tener presente che l’operazione non consiste in una semplice sovrapposizione (in questo caso, infatti, si avrebbe a che fare con tutta una casistica di problemi, come il taglio delle porte, la giunzione con pavimentazioni esistenti in altri ambienti, ecc.) bensì di un intervento specifico con materiali particolari. La chiave, infatti, sta proprio nella sottigliezza della pavimentazione che costituirà lo strato superiore. 

  • Tra i materiali più utilizzati per pavimentare il bagno c’è sicuramente il gres porcellanato sottile (o gres laminato), una lastra di ceramica a pasta opaca, densa e dura capace di coniugare le caratteristiche del classico gres porcellanato (la resistenza e la semplice manutenzione, innanzitutto) con lo spessore ridotto, indispensabile per la posa senza lo smantellamento del pavimento sottostante. Solitamente le lastre non sono più spesse di tre millimetri e hanno dimensioni e forme variabili. 
  • Un’altra soluzione per pavimentare il bagno molto utilizzata, ma di minor pregio, è il pavimento in PVCpolicloruro di vinile, che presenta il notevole vantaggio di poter imitare e riprodurre l’aspetto di qualsiasi altro materiale; inoltre, grazie alla possibilità di usare lastre stratificate autoadesive, l’operazione di posa è davvero tra le più semplici. 
  • Negli ambienti moderni e con un design minimalista è spesso consigliato, per pavimentare il bagno, il cemento o la resina: i rivestimenti a base cementizia sono sempre più diffusi e oltre che da una grande versatilità sono caratterizzati da un’imbattibile resistenza, dalla facilità con cui possono essere installati sopra precedenti pavimentazioni e dalla semplicità con cui si puliscono.

Caratteristiche del pavimento in pietra naturale

A lungo accantonato perché considerato fuori moda, il pavimento in pietra naturale è tornato di recente alla ribalta. Merito senza dubbio del suo forte impatto estetico, perfettamente in armonia nei contesti più disparati, ma anche della resistenza all’usura a cui si aggiunge la praticità della manutenzione.

Il rivestimento in pietra è spesso associato a uno stile tradizionale, rustico e un po’ datato, ma si tratta di una convinzione da sfatare: con i giusti abbinamenti, questo materiale può anche restituire un ambiente contemporaneo e raffinato.

La pavimentazione in pietra naturale trova la sua collocazione ideale tanto in soggiorno, soprattutto se realizzata con materiali di pregio come il marmo, quanto in stanze ad alto rischio di danni dovuti all’umidità e all’usura quotidiana, come la cucina. In bagno, restituisce atmosfere sofisticate e rilassanti che ricordano una spa ed è spesso utilizzata per arricchire un ambiente spoglio.

La pietra naturale possiede caratteristiche tecniche (ad esempio, resistenza, basso assorbimento idrico) che la rendono indicata per rivestire anche gli spazi all’aperto.

Pro e contro

Robusto, duraturo e versatile, il pavimento in pietra naturale si adegua perfettamente ad ogni spazio, dal soggiorno alla camera da letto, dal corridoio alle scale, passando per il bagno, la cucina e la lavanderia. Inoltre, grazie alle sue caratteristiche di compattezza e resistenza, è la soluzione ideale per la pavimentazione di ambienti esterni quali gazebo, verande, terrazzi, viottoli, camminamenti e bordi piscina. Questo permette di creare una continuità estetica con gli interni.

La scelta di un pavimento in pietra naturale offre notevoli vantaggi, tra cui vale la pena citare l’alta possibilità di personalizzazione, l’elevata resistenza agli agenti atmosferici, agli sbalzi termici e all’umidità, la capacità di invecchiare bene, nonché la praticità manutentiva.

Per quale pietra optare?

Alcuni materiali sono più duri, compatti e resistenti alle aggressioni degli agenti atmosferici, come la pietra di Luserna, che trova la sua principale applicazione nella pavimentazione di esterni, e la quarzite, perfetta per le aree adiacenti ad una piscina. Altri sono più fragili e bisognosi di attenzioni, come l’onice, un materiale molto pregiato, apprezzato per le sue variazioni quasi infinite di colore ma facilmente scheggiabile. Altri ancora, come il travertino, presentano caratteristiche di porosità che li rendono molto permeabili e quindi inadatti ad essere utilizzati in ambienti quali bagni e cucine. Per questo motivo è doveroso accertarsi di selezionare la pietra naturale più idonea all’ambiente in cui si ha intenzione di applicarla.

Inoltre, per connotare e personalizzare gli spazi, si può giocare con le diverse cromie, optando per i toni più freddi laddove si voglia ricreare un ambiente moderno e ricercato e per quelli più caldi, terrosi e accoglienti qualora si voglia evocare un’atmosfera country, shabby e tradizionale.

In buona sostanza, puntare sul fascino senza tempo di un pavimento in pietra naturale è un’ottima soluzione, sia per chi ama uno stile contemporaneo, sia per chi desidera ricreare un’atmosfera tradizionale. Unica, scenografica e ricca di carattere, la pietra che arriva dalla cava ha tante potenzialità espressive e consente infinite possibilità di personalizzazione.

Alla versatilità si aggiungono i vantaggi derivanti dalle caratteristiche tecniche di questo materiale, che lo rendono adatto sia agli ambienti interni che a quelli esterni. Infine, non è superfluo sottolineare l’importanza di affidarsi sempre a posatori esperti e certificati in quanto la pietra naturale deve essere posata con la massima cura e attenzione.

Strati isolanti importanti per il montaggio del laminato

Quando si decide per il montaggio del laminato bisogna prestare attenzione in primis alla tipologia di strati isolanti che si intende utilizzare per la posa in opera.

In commercio esistono diversi tipi di strutture isolanti quali:

  • l'ecologico sughero da 2 mm in rotoli;
  • polistirene che può essere da 2 mm o 3 mm, in rotoli o fogli;
  • abbinamenti polistirene + alluminio da 2 mm in rotoli ecc.

Come prendere le misure?

Quando si opta per il montaggio del laminato è inoltre importante prendere bene le misure ed essere molto precisi, conservando tra il laminato stesso e le pareti, vie di fuga e giunzioni per agevolare il lavoro e limitare i danni causati da possibili e future dilatazioni del materia.

La distanza minima tra pavimento e parete da tenere in considerazione in questi casi è di circa 1 cm - 1,5 cm; è necessaria inoltre la realizzazione di una copertura mediante battiscopa in legno.

L'ultima importante operazione da effettuare, è quella di sigillare in modo accurato tutti gli spazi e le giunture presenti, in modo tale da evitare anche eventuali infiltrazioni di acqua; il materiale da utilizzare per la sigillatura è solitamente il silicone.

Come procedere per il montaggio del laminato

I pannelli dei laminati possono aiutare a migliorare l’isolamento acustico e termico dall’ambiente circostante. E’ importante lasciare i componenti dei pavimenti all’interno del locale dove dovranno poi essere installati per almeno 48 ore prima del loro utilizzo, in modo da permettere l’armonizzazione delle tonalità di colore. Il locale dove deve avvenire il montaggio del laminato dovrebbe avere una temperatura che oscilla tra i 16°C e i 25°C. E’ di fondamentale importanza controllare che il pavimento in laminato sia uniforme e senza la presenza di umidità. Questo genere di materiale infatti non è adatto per locali umidi, come i bagni, le saune ecc. Di seguito sono elencati i materiali che bisogna possedere per il montaggio del laminato.

  • Schiuma in polipropilene, che deve essere messa tra il pavimento già presente e quello in laminato.
  • Una sega.
  • Un martello.
  • Una matita.
  • Un metro.
  • Un taglierino.
  • Una corda.
  • Un righello.

Nel caso in cui il materiale debba essere installato su un pavimento di cemento è importante mettere anche uno strato di barriera al vapore nella parte inferiore della schiuma. Il pavimento sottostante deve essere perfettamente pulito, asciutto e solido. Bisogna iniziare a montare il laminato da un angolo della stanza, inserendo il primo pezzo con il lato verso il muro. Gli altri pannelli saranno messi progressivamente a incastro, aiutandosi con un martello e allineandoli con precisione. Per riuscire a inserire l’ultimo pannello senza grandi difficoltà, è necessario misurare l’eccesso del laminato e tagliarlo con una sega circolare.

Nel caso in cui all’interno della stanza dove si desidera montarlo sia presente un battiscopa difficile da rimuovere, si può procedere comunque al montaggio del laminato. I pannelli devono subire un processo di sagomazione ed è fondamentale usare dei distanziatori dalla parete, per permettere al materiale di effettuare la dilatazione termica senza problemi. Generalmente è sufficiente lasciare dieci millimetri tra la parete o il battiscopa e il pavimento.

Nel caso ti servisse una mano virtuale con una guida, leggi anche il nostro articolo su come verniciare una ringhiera.

Come pulire il pavimento

Ora che sapete come avviene il montaggio del laminato scopriamo come pulirlo. Per effettuare la pulizia di pavimenti del genere è sufficiente usare uno straccio umido ben strizzato. E’ sconsigliabile usare cera, lucido o abrasivi, perchè potrebbero rendere opaca la superficie. Per togliere le macchie più difficili o lo sporco incrostato è possibile acquistare dei prodotti per la detersione specifica dei laminati. E’ preferibile applicare sotto le sedie e i tavoli dei feltrini, in modo da proteggere il pavimento da eventuali graffi. 

Se l'argomento di questo articolo ti sta appassionando, ti consigliamo di leggere anche il nostro articolo sui rimedi per la muffa sulle pareti di casa, auspicando che possa essere di tuo interesse.

Il tappetino sottopavimento per laminati

A cosa serve il tappetino sottopavimento nella possa del laminato? A molte cose, a cominciare dal migliorare l’aderenza del laminato e ridurre i cigolii dovuti alla cattiva aderenza piuttosto che all’attrito con la suola delle scarpe. Il tappetino sottopavimento, quindi, serve per:

  • Aumentare la resistenza ai carichi sia statici che dinamici: per carico dinamico si intende la capacità del laminato di conservare nel tempo le caratteristiche di resistenza meccanica alle ripetute sollecitazioni da camminamento. Un buon tappetino sottostante attutisce i carichi. Il carico statico è determinato dalle sollecitazioni che si concentrano su un punto del pavimento (mobili, armadi, stufe), e oggetti di un certo peso che gravano sul pavimento. Il tappetino sottopavimento da installare prima della posa del laminato contribuisce a sopportare meglio i carichi.
  • Compensare i dislivelli: un tappetino sottopavimento riequilibra ed allinea i dislivelli e lel eventuali irregolarità del fondo su cui si posa il laminato.
  • Ridurre il rumore da calpestio: un buon tappetino sottopavimento è in grado di ridurre notevolmente il rumore da calpestio proveniente dalle altre stanze adiacenti e da quelle sottostanti, funzionando anche da Isolamento acustico.
  • Isolare il livello termico: allo stesso modo dell’isolamento acustico, un buon tappetino sottopavimento per laminati contribuisce a proteggere gli ambienti e il pavimento dagli sbalzi termici, mantenendo la temperatura costante sia contro il freddo che contro il caldo.
  • Proteggere dall0umidità: una delle cause principali del rigonfiamento dei laminati è l’umidità, dovuta da infiltrazioni durante i lavaggi o da perdite delle tubature. Il pavimento se ben posizionato contribuisce a isolare le tubature dal contatto con il laminato e contrasta la formazione di vapore e umidità.

FAQ

Cosa si deve fare prima di posare il laminato?

Prima di passare alla posa del laminato occorre lasciar acclimatare i pannelli almeno per 48 ore, in posizione orizzontale nella stanza dove saranno posati preferibilmente a una temperatura minima di  18° e un tasso di umidità compreso tra il 50 e il 70%.

Come si incolla il laminato?

Esistono delle colle specifiche per laminato che devono essere stese e applicate con cura. Per prima cosa si applica uno strato uniforme di colla per laminati su entrambe le superfici da incollare. Si aspettano circa 20 minuti per favorire l’evaporazione dei solventi e quando la colla comincia a “tirare” si procede con l’incollaggio delle parti.

In che direzione si colloca il laminato?

La posa deve seguire la direzione della luce. Se nella stanza c’è una finestra, l’asse del laminato si gira con il lato corto, in modo da far cadere la luce sul lato lungo della finestra. Seguendo l’orientamento rispetto alla lunghezza della finestra, si fa in modo che la luce scivoli lungo tutto il giunto in lunghezza e su tutto il pavimento riducendo la visione delle fughe di congiunzione e incrementando l’effetto di lucentezza.

Quali sono le principali cause di rigonfiamento del laminato?

Il pavimento in laminato con il tempo tende a rialzarsi per varie cause. La principale è l’umidità dovuta a lavaggi troppo frequenti – causando infiltrazioni nelle fessure tra una lamina e l’altra, oppure a causa di perdite dalle tubature o, infine, anche a causa dell’impianto di riscaldamento troppo vicino alle lamine e di conseguenza per un mancato corretto isolamento delle componenti durante la fase di stesa del laminato.

Quale spessore è consigliato per un buon laminato?

Un buon laminato deve avere uno spessore si almeno 7 mm, ma in commercio sono spesso utilizzati e venduti quelli da 8 mm.

Come si protegge un pavimento in laminato?

Una volta steso il pavimento laminato, la corretta manutenzione ne preserva la durata e la longevità. Il pavimento si protegge con l’uso di feltrini e cuscinetti per le gambe delle sedie, tavoli, poltrone, divani e mobili (questo previene anche i graffi e i danni da strascinamento). Anche l’uso di tappeti e stuoini all’ingresso dell’abitazione o nelle singole stanze previene l’usura e protegge il pavimento da sabbia, sassolini e sporcizia portata dall’esterno.

Come scegliere il laminato?

Scegliere il laminato giusto per la tua casa può essere una decisione importante, in quanto influisce sull'estetica, la durata e la funzionalità degli spazi. Ecco alcuni fattori chiave da considerare nella scelta del laminato:

  1. Qualità e Durata: La qualità del laminato è determinata dalla sua resistenza all'usura, ai graffi e all'umidità. I laminati sono classificati in base a standard europei (AC Rating), che vanno da AC1 (uso moderato) a AC5 (uso intenso commerciale). Per un uso domestico, un rating di AC3 o AC4 è solitamente adeguato.
  2. Spessore e Sottopavimento: Lo spessore del laminato varia generalmente da 6 a 12 mm. Un laminato più spesso può offrire una migliore resistenza e un suono più solido sotto i piedi. È anche importante considerare il tipo di sottopavimento su cui verrà installato il laminato, poiché questo può influenzare la sensazione e il suono della pavimentazione.
  3. Aspetto e Stile: Il laminato è disponibile in una varietà di finiture e colori, che possono imitare l'aspetto del legno naturale, della pietra o persino di piastrelle ceramiche. Scegli un colore e uno stile che si abbinino bene con l'arredamento e lo stile della tua casa.
  4. Facilità di Installazione: Alcuni laminati vengono forniti con sistemi di incastro che rendono l'installazione relativamente facile e adatta al fai-da-te. Considera se vuoi installarlo da solo o se preferisci assumere un professionista.
  5. Manutenzione e Pulizia: Il laminato è noto per essere un pavimento a bassa manutenzione. Tuttavia, alcuni tipi possono richiedere cure particolari. Assicurati di capire come pulire e mantenere il tipo di laminato che scegli per preservarne l'aspetto nel tempo.
  6. Sostenibilità e Sicurezza: Controlla se il laminato è prodotto in modo sostenibile e se è sicuro per la salute (ad esempio, bassa emissione di composti organici volatili, VOC). Alcuni laminati possono avere certificazioni che attestano la loro eco-compatibilità.
  7. Budget: Infine, considera il tuo budget. I laminati variano significativamente in termini di prezzo, con opzioni più economiche che possono essere adatte per progetti a breve termine o aree a basso traffico, e opzioni più costose per aree di maggior utilizzo o per un aspetto più lussuoso.

Ricorda che la scelta del laminato ideale dipende dalle tue esigenze specifiche, dalle preferenze personali e dalle condizioni della tua casa. Prenditi il tempo per confrontare i diversi tipi e campioni prima di prendere una decisione.

Speriamo di avervi chiarito come avviene il montaggio del laminato.

Autore: Andrea Lelli

Immagine di Andrea Lelli

Laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Roma Tor Vergata, Andrea Lelli fonda la ditta di ristrutturazioni edili Edil Clima Service SAS con sede in Via Costanzo Albasini 10 a Roma. Edil Clima Service è una società composta da un team di otto esperti, ognuno specializzato in una specifica mansione.