Logo di Padroni di Casa

Benvenuti in un nuovo articolo. Dopo avervi parlato della comproprietà di un immobile, oggi vi proponiamo un tema che speriamo possa interessarvi.

Menu di navigazione dell'articolo

Nel caso di acquisto della prima casa, è prevista una serie di agevolazioni: l’imposta di registro è al 3% del valore; l’imposta ipotecaria corrisponde a 168,00 €; anche l’imposta catastale corrisponde a 168,00 €. Nel caso di vendita della prima casa, così come avviene per tutti gli immobili, per plusvalenza della prima casa si intende l’aumento di valore realizzato entro un determinato periodo di tempo.

Ai fini fiscali, questo aumento di valore è indice di una maggiore capacità contributiva ed è tassato attraverso imposte dirette. A differenza di altri redditi da capitale, questi non vengono calcolati sulla base imponibile dell'IRPEF. Anche per la vendita della prima casa, l’articolo 68, comma 1, del Tuir descrive le modalità di accertamento della plusvalenza imponibile, che si calcola sulla base della differenza tra corrispettivo incassato e costo d'acquisizione. A quest’ultimo devono essere aggiunti i costi inerenti deducibili, correttamente documentati.

Per una guida completa su come il Telemutuo possa facilitare la ristrutturazione della tua abitazione, leggi il nostro articolo.

Rivendita dell'immobile dopo 5 anni

Dopo un periodo di 5 anni dall'acquisto, il primo appartamento può essere venduto liberamente. In questo caso, si ha diritto a un Credito d'Imposta pari all'importo pagato per le imposte di registro o IVA al momento dell'acquisto, mentre le imposte ipotecarie e catastali non sono recuperabili. Questo credito può essere utilizzato entro un anno per compensare le stesse imposte dovute sull'acquisto di un altro immobile con agevolazioni per la prima abitazione.

Se il valore del nuovo immobile è superiore a quello del precedente, si dovrà pagare solo la differenza. Se il valore è inferiore, il credito coprirà interamente le nuove imposte e la differenza restante verrà persa. Il credito è utilizzabile per acquisti onerosi, ma non per donazioni o successioni.

Non è previsto alcun tributo sulla plusvalenza relativa al primo immobile; tuttavia, se la vendita avviene entro 5 anni dall'acquisto, è fondamentale dimostrare che, per la maggior parte del periodo di possesso, l'immobile è stato adoperato come residenza principale del proprietario. Se questa condizione non viene soddisfatta, sarà necessario versare una tassa pari al 20% della plusvalenza ottenuta.

Per provare ciò, è sufficiente dimostrare che la residenza del proprietario corrisponda all'indirizzo dell'abitazione per almeno metà del tempo di possesso più un giorno. A tal fine, si possono utilizzare documenti come la corrispondenza indirizzata al domicilio, le bollette intestate al proprietario e l'utilizzo effettivo di tali servizi.

Plusvalenza prima casa

Plusvalenza prima casa

Nel caso in cui si venda la propria prima casa e si riacquisti un altro immobile da utilizzare come prima casa, ma dopo un periodo superiore ad un anno, l'Agenzia delle Entrate richiederà il pagamento della differenza di tassazione tra la prima e la seconda casa. Questa differenza può essere approssimativamente calcolata come il 7% del valore di acquisto dell'immobile.

Per quanto riguarda le imposte, l'Imposta di Registro salirà al 7%, l'imposta ipotecaria aumenterà al 2% e l'imposta catastale salirà all'1% invece dei soliti 168,00 €. Inoltre, bisognerà aggiungere gli interessi legali calcolati dal giorno dell'atto fino al momento del pagamento. Infine, verrà applicata una sanzione pari al 30% della somma dovuta, che può essere ridotta al 7,5% se il pagamento avviene entro 60 giorni dalla notifica della richiesta da parte dell'Agenzia delle Entrate.

Acquisto di un nuovo appartamento

Nel caso di compravendita di un altro immobile da utilizzare come principale, se entro un anno dalla vendita, non si perdono le agevolazioni per l'acquisto della prima casa.

Riepiloghiamole:

  • Imposta di registro al 3% per acquisto da privato o 168€ da impresa
  • Imposta ipotecaria, in entrambi i casi, di 168€
  • Iva assente se da privato, al 4% se da ditta
  • Riduzione del 30% per la parcella del notaio

 

 

Acquisto della prima casa: un’avventura che non dobbiamo affrontare da soli

Negli ultimi anni il mercato immobiliare in Italia ha visto un rialzo dei prezzi, fino a raggiungere un picco tra i 2.000 e i 3.000 Euro/mq nella Primavera 2021.

Il quadro non è tuttavia così disperato: in questa nostra avventura non saremo infatti da soli, ma potremo di volta in volta avvalerci di aiuti terzi nel preparare l’acquisto e sostegno nel destreggiarci al meglio in un ambiente al quale potremmo non esser abituati, col risultato di poter trovare la soluzione per il mutuo più adatto alle nostre esigenze senza impantanarci in cifre, percentuali e tassi che, magari, non sono proprio il nostro pane quotidiano.

Lo strumento di massima utilità di cui dovremo servirci sono i siti di comparazione online: confrontare le offerte di mutui online è infatti il primo passo per risparmiarci faticose e interminabili operazioni di ricerca, insidiosi calcoli delle rate e così via, ottenendo invece immediatamente un prospetto di tutte le specifiche che assumerebbe il mutuo e le eventuali variazioni che potrebbe subire.

Lo Stato, poi, fornisce ai cittadini diverse agevolazioni per l’acquisto del primo immobile; tra le principali possiamo citare la disponibilità di mutui Consap, che prevedono un tasso calmierato del finanziamento, il cui TEG non può superare il TEGM, e sono quindi particolarmente convenienti per i giovani under 36 che rispettino i requisiti Isee.

Siti di comparazione online

Tutto ciò che ci resta da fare è scegliere la durata del mutuo e l’importo da finanziare, così come capire quale tasso di interesse scegliere.

Insomma, le soluzioni sono numerosissime e sono studiate per venire in contro alle esigenze del più ampio spettro di pubblico possibile; certo, il passo per l’acquisto di una casa è sempre molto impegnativo, ma, con tutte le cifre ordinatamente dispiegate dinanzi a noi, ci saremo tolti un pensiero non indifferente e, al contempo, ci saremo armati di uno tra gli strumenti più indispensabili per valutare la bontà della nostra scelta.

Altri strumenti

Oltre ai già citati siti di comparazione, fondamentali soprattutto per mettere in corretta relazione il nostro portafoglio con la spesa che decidiamo di affrontare, dobbiamo prestare attenzione anche agli aiuti che ci possono giungere da altre direzioni.

Rivolgersi ai mediatori creditizi

Come abbiamo detto, l’acquisto della prima casa è un momento entusiasmante, ma anche molto stressante. La maggior parte di noi non ha abbastanza risorse finanziarie per acquistare una casa in contanti, il che significa che dovremo ricorrere all'aiuto di un istituto finanziario. Tuttavia, spesso gli istituti bancari non offrono tassi di interesse troppo vantaggiosi. Ecco dove entra in gioco un mediatore creditizio. Vediamo, quindi, quali sono i vantaggi dell'affidarsi a un mediatore creditizio per l'acquisto della prima casa.

I mediatori creditizi sono professionisti che lavorano per conto terzi, tra l'acquirente e le banche (o altri istituti finanziari) con cui desiderate prendere il prestito. Il mediatore verificherà la vostra situazione economica ed esaminerà tutte le offerte della banca disponibili sul mercato prima di decidere quale sia la migliore opzione per voi.

Inoltre, vi forniranno un servizio personalizzato e si preoccuperanno di assistervi durante tutto il processo finché non avrete preso il mutuo e acquistato la vostra casa. Ciò significa che avrete sempre qualcuno a cui rivolgervi in caso di domande o dubbi sulla documentazione, su come funziona il processo o su eventuali aggiornamenti nella politica della banca. Queste informazioni saranno fondamentali quando si tratta di prendere decisioni importantissime come queste.

Un altro grande vantaggio nell'utilizzare i servizi di un broker è che potranno supportarvi al meglio nel confrontare le varie offerte delle banche e trovare quella più adatta alle vostre esigenze finanziarie specifiche. Un broker può anche farvi risparmiare tempo e denaro, poiché conosce giri del settore e può consigliarvi su come procedere in modalità efficiente ed economicamente conveniente. Infine, vi guiderà attraverso tutti gli aspetti legalmente complicati del processo d'acquisto casa, come la stesura del contratto d’acquisto della prima casa e la firma finale dell’accordo tra voi e la banca o istituto finanziario.

Requisiti per ottenere un mutuo per giovani

Il Decreto Sostegni bis del 24 luglio 2021, in combinazione con la Legge di Bilancio 2022, ha elargito un pacchetto di agevolazioni per gli under 36 per il valore complessivo di 1,35 miliardi di € a favore di una stima di 350.000 famiglie beneficiare a titolo di bonus prima casa per giovani under 36.

Per poter accedere alle agevolazioni occorre rispettare determinati requisiti:

  • Non aver compiuto 36 anni nell’anno in cui è stipulato l’atto di compravendita. A titolo esemplificativo: se hai 35 anni e firmi l’atto di acquisto a dicembre, e a gennaio compi gli anni, hai diritto alle agevolazioni, ma se firmi l’atto a novembre e a dicembre compi i 36 anni, non hai più diritto all’agevolazione perché il limite di età è compreso entro lo stesso anno solare in cui si acquista l’immobile.
  • Indicatore ISEE inferiore a 40.000 €. Per il 2022, l’ISEE di riferimento è del 2020. Eccezione è fatta salva qualora la situazione economica, lavorativa o patrimoniale del nucleo familiare del richiedente sia sostanzialmente modificata rispetto a quella riportata nel DSU. In questi casi, si può presente un ISEE che fotografi la situazione corrente.
  • L’immobile che si acquista non deve rientrare nella categoria catastale “Lusso”

L’elenco delle banche aderenti è continuamente aggiornato da Consap e ABI. L’agevolazione si applica anche all’acquisto di immobili all’asta e sulle pertinenze (solai, garage, cantine) purché risultino come pertinenze dell’immobile principale. 

Come ottenere le agevolazioni per il mutuo Prima Casa

I giovani italiani sotto i 36 anni che desiderano acquistare la propria prima casa possono usufruire di incentivi statali. Queste agevolazioni mutuo Prima Casa sono fornite dal Governo italiano e da altri enti locali e regionali come incentivi all'acquisto della prima casa, con il fine di aumentare l'accessibilità all'acquisto di una casa per gli italiani più giovani. Scopriamo insieme come ottenere gli incentivi per l'acquisto della prima casa se si è un giovane italiano sotto i 36 anni.

Come fare domanda per gli incentivi

Per fare domanda per le agevolazioni mutuo Prima Casa, è necessario presentare un modulo di richiesta al ministero delle Finanze o al comune in cui si desidera acquistare la proprietà. Il modulo di richiesta deve essere compilato inserendo tutti i dati richiesti, tra cui le informazioni sull'immobile che si intende acquistare, le informazioni personalmente del richiedente (nome, età, residenza) e le informazioni sul tipo di finanziamento necessario (per esempio, mutuo ipotecario). Una volta presentata la domanda, verrà valutata ed eventualmente approvata.

Se la domanda viene accettata, il ministero delle Finanze o il comune concederanno un incentivo sotto forma di un voucher o un contributo diretto per l’acquisto della proprietà. Queste somme variano a seconda del comune in cui si desidera acquistare la proprietà e degli incentivi disponibili nel territorio interessato. Inoltre, alcuni enti locali offrono anche agevolazioni aggiuntive qualora si decida di ristrutturare l’immobile acquistato.

Inoltre, è necessario tenere presente che c’è solo un limite temporale per presentare domanda delle agevolazioni mutuo Prima Casa e questo periodo varia a seconda della territorialità interessata e cambia annualmente. Pertanto, è importante che il potenziale compratore controlli continuamente quali incentivi sono disponibili nella territorialità interessata prima di presentare domanda per gli incentivi per l’acquisto della propria casa.

Cosa è il mutuo under 36

Il mutuo under 36 è un provvedimento introdotto dal decreto sostegni bis che ha il compito di aiutare i giovani italiani - sempre più in difficoltà ad uscire di casa - a richiedere un mutuo senza dare alcunché in anticipo grazie al alcune garanzie messe in campo dallo Stato.

La manovra prevede l'intervento di sostegno del Fondo di Garanzia richiedendo un mutuo al 100% senza anticipare nessuna percentuale, nemmeno il 20% che solitamente è di prassi. In tale manovra è previsto anche l'annullamento completo di tutte le imposte che sono relative all'acquisto della casa, nel cui interno però non sono comprese le spese notarili.

Se hai meno di 36 anni e stai pensando di acquistare casa questo è il momento giusto per farlo.

In base al testo del Decreto Sostegni Bis, la misura destinata ai giovani si rivolge soprattutto a chi ha un ISEE che non superi i 40.000 euro annui e che richiedono un mutuo con la formula del loan to value, particolare locuzione con cui in economia si intende quella situazione in cui il raffronto fra il totale del capitale dato in prestito e il valore della casa non è superiore all'80%. Questa indicazione è contenuta all'interno dell'articolo 64 del decreto in questione.

La defiscalizzazione totale delle spese per l'acquisto della casa è un altro aspetto interessante. La data limite per richiedere l'accesso al mutuo under 36 è il 31 dicembre 2022 ed è necessario, comunque, non aver compiuto i 36 anni di età nell'anno in cui viene redatto il rogito da parte del notaio.

Naturalmente, anche l'indicatore della situazione economica non superiore alla cifra di 40.000 euro deve riportare la stessa data, pena l'impossibilità di accedere all'agevolazione con il rischio di perdere del tutto il prestito accordato in maniera errata.

La defiscalizzazione riguarda innanzitutto le spese per l'acquisto dell'immobile, quindi quelle connesse all'imposta di registro, a volte molto salata, la totale assenza delle imposte relative all'ipoteca e al Catasto e, infine, la possibilità di ottenere del credito d'imposta per l'iva versata, naturalmente solo se dovuta dalla natura dell'atto.

Anche il mutuo in sè e per sè subisce una defiscalizzazione, soprattutto per quanto riguarda l'imposta sostitutiva, pari allo 0.25% del totale della casa.

Il credito d'imposta che matura se la vendita è soggetta ad IVA (un caso molto probabile se l'oggetto del mutuo è una nuova costruzione) può essere utilizzato, per una cifra dell'intero importo dell'IVA versata, per detrazione sull'IRPEF quando si fa l'assicurazione dei redditi, quando si compensano le ritenute d'acconto o altri premi assicurativi, ovvero per diminuire del tutto le imposte di registro su negozi giuridici come ipoteche, spese catastali o successioni e donazioni.

Il fondo di garanzia prima casa

Il fondo di garanzia istituito per permettere l'introduzione della facilitazione del mutuo giovani under 36 ha una dotazione economica di 250 miliardi nel 2022. Naturalmente, questo è stato potenziato coprendo fino all'80% della quota capitale, sia per quanto riguardi l'acquisto di una nuova casa, ovvero per la ristrutturazione e costruzione della stessa. Puoi trovare maggiori dettagli sul sito Telemutuo a questo link https://www.telemutuo.it/mutuo-prima-casa-under-36.php.

Per accedervi bisogna presentare domanda, visto che i soldi a disposizione sono limitati. Inoltre, in ottemperanza a quelle che sono le aspettative e le volontà dello Stato di favorire l'acquisto di una casa ai giovani sotto i 36 anni, esistono alcune categorie prioritarie a cui viene data la precedenza.

Innanzitutto, sono privilegiati nella copertura del fondo di garanzia tutti coloro che non hanno compiuto 35 anni d'eta e possiedono un contratto di lavoro con i caratteri dell'atipicità. Tenuti in considerazione anche i genitori che non hanno un matrimonio ovvero convivono, tuttavia solamente se il figlio a carico ha la minore età.

Anche le giovani coppie, pure non sposate, sono considerate come privilegiate dl fondo di garanzia, tuttavia all'interno della coppia almeno uno dei componenti deve possedere un'età inferiore al limite massimo di 36 anni, altrimenti la domanda viene messa in coda.

Il motivo per cui a queste categorie è adesso data priorità è relativo al fatto che lo stesso fondo, fino al 2019, ha erogato aiuti ai giovani sotto i 36 anni solamente per una percentuale inferiore al 2%.

Condizioni del fondo di garanzia sono relativi al fatto che i mutui accordati dalle banche ai giovani under 36 devono avere condizioni favorevoli, presentando una tasso effettivo globale minore del tasso effettivo globale medio e che viene rimodulato e riformulato ogni tre mesi su indicazione diretta del ministero dell'economia italiano.

Rispetto alle stime fatte nel 2022 e ancora in vigore prima della condizione trimestrale, il TEGM si aggira sotto il 2% nella formula fissa, mentre è il 2,23% nella formula variabile. Il fondo di garanzia, comunque, opera sotto stretto controllo della Consap, un ente apposito specializzato nella tutela e salvaguardia dei fondi statali.

Come richiedere il fondo di garanzia

Come accennato, vista la limitatezza dei fondi e le stringenti restrizioni, per accedere agli aiuti è importante presentare domanda agli organi competenti. I giovani under 36 che richiedono un mutuo possono inoltrare domanda direttamente tramite l'istituto di credito interpellato, il quale però deve far parte dell'iniziativa.

Gli istituti di credito abilitati sono visibili all'interno del sito del Ministero dell'Economia e delle Finanze oppure sui siti rispettivamente di Consap e di ABI. Fortunatamente, visto l'impegno profuso dal Governo in questa iniziativa, più di 200 banche hanno aderito e per tale motivo è davvero difficile trovare un istituto bancario che non vi faccia parte.

Le domande verranno compilate sotto la guida dell'istituto bancario, compilando l'apposito foglio redatto e scaricabile dal sito di Consap, dove vanno inserite le generalità del richiedente, il tipo di contratto posseduto e il motivo per cui si avanza la domanda.

Il tempo limite per presentare richiesta di mutuo under 36 è il 31 dicembre 2022, motivo per cui devi sbrigarti se vuoi ottenere il massimo da questa agevolazione.

Condizioni particolari per i giovani

Cominciamo con il dire che questa proposta ha un termine di scadenza a oggi abbastanza breve: chi desidera approfittare di queste agevolazioni lo deve fare entro il 31 dicembre 2022. Le agevolazioni per accendere un mutuo prima casa under 36 consistono nella possibilità di accendere un mutuo che copra l’intera cifra da saldare per l’acquisto dell’immobile. Come molti ben sanno solitamente le banche non propongono ai clienti mutui al 100%, si fermano all’80% del valore della prima casa. Per chi ha meno di 36 anni invece il Fondo di Garanzia si presta a garantire fino all’80% del capitale ottenuto in prestito, rendendo possibile l’ottenimento di un mutuo al 100% del valore dell’immobile.

Limitazioni particolari

Per poter approfittare di questa agevolazione è necessario avere meno di 36 anni, ma anche altre categorie di persone vi possono accedere. Oltre a questo la proposta è valida solo per coloro che hanno un ISEE inferiore ai 40.000 euro. Possono accedere al mutuo prima casa under 36 anche le coppie nelle quali almeno uno dei due componenti ha meno di 36 anni, chi vive in una casa popolare e i genitori single con figli minori a carico. Si tratta quindi di una proposta fatta per particolari categorie di cittadini, quelle che negli ultimi anni hanno avuto maggiori difficoltà a ottenere un mutuo o ad acquistare la prima casa.

Il mutuo al 100%

Chi rientra in una delle categorie sopra citate e ha un ISEE inferiore o uguale a 40.000 euro può approfittare dell’offerta sul mutuo prima casa under 36. Questa permette di acquistare un’abitazione accendendo un mutuo pari al 100% della somma richiesta. La proposta è valida anche per coloro che, pur appartenendo alle categorie sopra esposte, ha un ISEE superiore ai 40.000 euro, ma dovrà richiedere un mutuo che copra al massimo l’80% della somma richiesta. Rimangono poi tutte le condizioni riguardanti i mutui sulla prima casa: la nuova abitazione dovrà essere adibita a prima casa per la famiglia o il singolo, il mutuo non deve superare i 250.000 euro e chi compra casa non deve possedere altri immobili a uso abitativo. Fino al temine dell’anno in corso i giovani che acquistano la prima casa possono approfittare poi di alcune esenzioni contributive: sono infatti esentati dal pagamento dell’imposta di registro, dell’imposta catastale, di quella ipotecaria e possono ottenere un credito d’imposta uguale all’eventuale quota IVA pagata al costruttore. L’accensione del mutuo è inoltre esente da imposta sostitutiva.

Spese notarili

Per questo motivo, il notaio si occupa di eseguire le verifiche preliminari, le ricerche necessarie e verifica che l’immobile sia regolarmente registrato al catasto e che non vi siano abusi edilizi. Per calcolare le imposte occorre calcolare il valore catastale dell’immobile andando a moltiplicare la Rendita Catastale x 115,5 trattandosi della prima casa. Determinato il valore catastale allora occorre moltiplicare questo valore x 2% (imposta di registro) a cui vanno sommati 100 euro (50 di imposta fissa ipotecaria e 50 di imposta fissa catastale). Da queste spese gli under 36 possono ottenere un risparmio delle spese notarili pari al 50 o al 30%.

Plusvalenza prima casa di lusso

Lo status di “casa di lusso” modifica l'Iva da pagare: si sarà costretti a recepire la maggiore Iva in vigore al momento dell'acquisto ovvero, ora, del 21%.

I requisiti che rendono una casa di lusso sono:

  • Terreno della casa di minimo 3000 m²
  • Possesso di una piscina di almeno 80 m²
  • Campi da tennis di almeno 650 m²

Se si tratta di un appartamento:

  • Cubatura di almeno 2000 m³
  • Superficie di almeno 240 m²

Altri elementi che concorrono al conseguimento dello status sono:

  • Possesso di una superficie utile superiore a 160 m²
  • Terrazzi di almeno 65 m²
  • Presenza di più di un ascensore per scala
  • Possesso di scale di servizio anche quando non specificato dalla legge

Nel momento in cui si decide di operare un investimento del genere, è bene considerare tutte le spese accessorie.
Sia che si tratti di una villa sia che sia un appartamento, l'arredamento e la manutenzione di giardino, piscine, terrazzi ha un suo costo.

Ma questo ragionamento è perfettamente adattabile anche all'acquisto di una casa non di lusso.
Una spesa che hanno in comune è l'Imu – che ha di recente sostituito l'Ici – e che pende sulle spalle dei proprietari in maniera piuttosto pericolosa.

Una buona scelta è quella di pensare ad architetture green perché queste vengono spesso incentivate e finanziate da ottimi programmi di agevolazioni sia dallo Stato che dall'Unione Europea.

Se questo articolo è di tuo gradimento, ti consigliamo di leggere anche quello sulla vendita di case tra privati.

Le tecniche dell'home staging in Italia

È recentemente approdato dagli Usa l'Home Stager in Italia, nuova figura del settore immobiliare che ha il compito di ottimizzare le proprietà immobiliari, migliorandone l'immagine in modo tale da favorirne la vendita o la locazione in tempo più breve. La mancata vendita o locazione di un immobile infatti costa molto di più in termini di tempo, tasse, utenze.

Il procedimento dell'Home Staging è stata creata in Inghiterra negli anni settanta dall'agente immobiliare Barbara Schwarz; lo scopo non è trasmettere la bellezza della casa, ma garantirle una vendita rapida. Strategie di marketing, abilità tecniche e un pò di creatività sono gli ingredienti necessari per intraprendere la professione dell’home stager.

L'Home Stager non è un agente immobiliare o un architetto, ma un professionista del restyling che è in grado di rendere accogliente qualsiasi appartamento con costi che vanno dai 250 al 3% del prezzo di vendita; il proprietario dovrà pagare il contributo all'Home Stager solo alla vendita.

Questa strategia è dunque una sorta di messa in scena immobiliare, una tecnica di marketing che consente di preparare correttamente una casa per la vendita. Non si basa sulla personalizzazione dell'abitazione ma, al contrario, mira a darle uno stile neutro e semplice, con lo scopo di attirare il maggior numero di potenziali acquirenti.

L'efficacia delle tecniche

Secondo le teorie dell'Home Staging in Italia la vendita o la locazione di un immobile dipendono essenzialmente da alcuni fattori.
Prima di precedere con l'elenco, è necessario chiarire come lo scopo dello staging sia la spersonalizzazione, ovvero l'eliminazione di tutte quei dettagli che derivano dall'uso della casa da parte del precedente proprietario.

Occorre infatti presentare la casa nella sua migliore forme, spogliata dalle abitudini – soprattutto quelle cattive – che si porta dietro a causa dei precedenti inquilini: un rubinetto che perde, una parete con la Carta da parati rovinata, una porta che cigola. Si tratta di dettagli che nella vita quotidiana si accettano senza difficoltà, ma che possono offrire un impatto negativo ai possibili acquirenti.

Cosa deve fare un professionista

Ordinare. Buttare tutto quello che è vecchio e non più utilizzabile; collocare nel loro alloggio vestiti, utensili, giocattoli; svuotare box, cantine e armadi.

Curare i dettagli. Può essere utile ripitturare le pareti, cambiare le tende (o toglierle), pulire le serrande o gli angoli lasciati abbandonati.

Riparare. Esattamente quello che si accennava prima: rubinetti che perdono, porte che cigolano. Occorre riparare questi elementi anche semplicemente grazie al fai da te.

Curare l'arredamento. Se un mobile è vecchio, va eliminato; se una stanza è troppo ingombra, va liberata. Occorre dare il meglio di tutte le stanze e valorizzare gli spazi.

La tecnica dello staging viene esplicitata quindi dalle cosiddette “Sei R”:

  • Ridurre
  • Rinfrescare
  • Riarredare
  • Rivalutare
  • Riparare
  • Ripulire

Tutti questi piccoli interventi possono far aumentare il prezzo della casa del 10-15%. Si capisce come sia importante quindi giocare sull'impressione dei possibili acquirenti che possono storcere il naso davanti una parete sulla quale svettano i disegni dei bambini ma che apprezzano una cucina luminosa, spaziosa, e in ordine. Si tenta di influenzare quindi l'impatto emotivo dell'immobile sulle persone.

Secondo studi americani, infatti, la scelta viene operata nel primo minuto e mezzo di sopralluogo e, nella scelta, è importantissima la prima impressione: moltissimi acquistano perché si dicono “innamorati” della casa.

Tassazione delle plusvalenze

La plusvalenza sulla vendita di un immobile è tassabile se soddisfa alcune condizioni specifiche. Queste includono che l'immobile sia stato ceduto a titolo oneroso, ovvero attraverso una compravendita, permuta o conferimento in società, e che non sia stato acquisito tramite successione o donazione in vita. Inoltre, la tassazione si applica se l'immobile viene venduto entro cinque anni dall'acquisto o dalla costruzione.

L'articolo 68, comma 1, del Tuir (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) fornisce le linee guida per determinare la plusvalenza imponibile sulla vendita di un immobile. La plusvalenza si calcola come la differenza tra il corrispettivo incassato dalla vendita e il costo di acquisizione dell'immobile. Al costo di acquisizione, si devono aggiungere i costi inerenti deducibili che sono correttamente documentati.

Per determinare l'importo della tassazione sulla plusvalenza, è importante prendere in considerazione tutti questi fattori e calcolare accuratamente la plusvalenza imponibile. In alcuni casi, potrebbero essere applicate delle agevolazioni fiscali o esenzioni, quindi è importante consultare un professionista del settore per avere un quadro chiaro della propria situazione fiscale.

Chiarimenti per effettuare il calcolo della Plusvalenza nella vendita di un immobile

La plusvalenza si riferisce all'aumento di valore di un bene, come un immobile, nel tempo tra la sua acquisizione e la sua vendita. Ai fini fiscali, questo aumento di valore è considerato un reddito e viene tassato attraverso le imposte dirette.

Se un immobile viene venduto a titolo oneroso, come in una compravendita, permuta o conferimento in società, il risultato del calcolo della plusvalenza è tassabile attraverso un'imposta sostitutiva.

Inoltre, dal 4 luglio 2006 è stata reintrodotta la tassazione delle plusvalenze per gli immobili acquisiti tramite successione o donazione in vita, quando questi vengono venduti entro cinque anni dall'acquisto o dalla costruzione, indipendentemente dal momento in cui viene effettuato il pagamento del corrispettivo.

In generale, la tassazione delle plusvalenze immobiliari dipende dalle norme fiscali del paese in cui si trova l'immobile. È importante consultare un professionista fiscale per avere informazioni precise sulla tassazione delle plusvalenze immobiliari nella propria giurisdizione.

Cosa dice il Testo Unico sulle Imposte sul Reddito?

Plusvalenza nella vendita di un immobile

Bisogna notare che le disposizioni contenute nell'articolo 67 del Tuir considerano tra i redditi diversi anche le plusvalenze realizzate attraverso la cessione di beni immobili e quelle relative a terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria.

Come si tassa la Plusvalenza nella vendita di un immobile?

Il calcolo della plusvalenza imponibile per la vendita di un immobile è effettuato sottraendo dal corrispettivo incassato il costo d'acquisizione, aumentato dei costi inerenti deducibili, come ad esempio le spese di ristrutturazione documentate.

In alternativa alla tassazione ordinaria delle plusvalenze, è possibile richiedere l'applicazione di un'imposta sostitutiva del 20% e comunicarlo espressamente al notaio che si occupa della compravendita. Il notaio si occuperà anche di riscuotere l'imposta sostitutiva e di versarla alle autorità fiscali.

Per usufruire di questa opzione, è necessario compilare un modulo apposito e consegnarlo al notaio, specificando gli importi che hanno generato la plusvalenza. Tuttavia, questa modalità non è applicabile ai terreni.

È importante notare che in situazioni economiche difficili, è possibile che il venditore sia costretto a vendere l'immobile a un prezzo inferiore rispetto al costo d'acquisizione, generando così una plusvalenza negativa. In questo caso, non si applica alcuna tassazione e la perdita non è deducibile dal reddito complessivo.

La normativa sull’affitto della prima casa e sull'IMU

Come detto, la locazione della prima casa non ne fa cadere i benefici: secondo quanto sancito dalle Circolari della Direzione Centrale Normativa e Contenzioso n. 38 del 12 agosto 2005, 19/E del 1° marzo 2001 e n. 1/E del 2 marzo 1994, non è obbligatorio vivere nelle abitazioni segnate come prime case e queste ultime possono anche essere date in affitto.

Quando registrare un immobile come prima casa acquistata con agevolazioni

Perché si possa fare una locazione della prima casa, essa deve essere registrata come tale nell’osservanza dei seguenti requisiti:

  • indipendentemente dalla categoria catastale, l’edificio non può avere le caratteristiche di casa di lusso;
  • la casa deve essere nel medesimo Comune di residenza dell’intestatario o dove esso svolge le proprie occupazioni;
  • nel caso in cui il possessore si sia trasferito all’estero per motivi di lavoro, l’immobile deve essere collocato nel comune dove ha sede l’attività da cui dipende;
  • nel caso in cui il cittadino sia iscritto all’anagrafe degli italiani residenti all’estero, la casa può essere ubicata in qualsiasi comune italiano.

Affittare la prima casa: il decadimento dei requisiti dopo 5 anni

Oltre ai requisiti necessari per registrare l’immobile come prima casa (e quindi per stipulare un contratto di locazione sulla prima casa) ve ne sono altri retroattivi che, se non osservati, determinano il decadimento dei privilegi fiscali.

Le agevolazioni vengono perse quando:

  • è avvenuta la vendita dell’abitazione prima che siano trascorsi 5 anni dal suo acquisto, avvenuto usufruendo degli sgravi fiscali, salvo non se ne compri una nuova entro un anno;
  • sia stata resa una falsa dichiarazione nell’atto di acquisto del bene;
  • il non aver fatto il cambio di residenza nei termini fissati.

Le conseguenze di tali comportamenti sono il pagamento ordinario delle tasse, un incremento del 30% delle imposte dovute e il pagamento di una penale.

Il contratto di locazione e l'agenzia delle entrate: meno costi rispetto all'acquisto immobiliare?

A causa dei costi delle case che stanno diventando sempre più insostenibili per la maggior parte dei cittadini, molte persone sono costrette a vivere in affitto e non poter vivere in una casa propria. Le regole vigenti in materia sono parecchie e ci si districa dentro un sistema di leggi e normative complicate ed elaborate.
In principio si può comunque dire che si parla di affitto quando c’è in oggetto un bene produttivo e si può dividere la locazione in due tipologie: ad uso commerciale e ad uso abitativo.

Sia il Locatore (ossia il venditore) che il locatario (ossia l’inquilino) sono tenuti a rispettare degli obblighi: per il locatore si parla di consegnare il bene in buono stato e garantirne la pacifica vivibilità mentre l’inquilino deve rispettare i canoni d’affitto dell’immobile e mantenere in cura la casa.

Per la durata del contratto di locazione, il codice civile prevede una durata massima di 30 anni ma si deve scendere nel particolare dividendo gli immobili tra quelli ad uso abitativo e quelli non ad uso abitativo in cui sono spiegati dettagliatamente i termini specifici del contratto.

Offerte Rent to Buy

Ultimamente, per la crisi del settore immobiliare, si sta diffondendo un’altra tendenza riguardo l’affitto, che rientra nella categoria delle offerte rent to buy.

Si tratta di un affitto ponte verso l’acquisto: chi vuole comprare una casa, sottoscrive un contratto preliminare anticipando una cifra tra il 5-6% del costo totale. Successivamente inizia a vivere nella casa con un normale contratto d’affitto o di locazione; la durata del contratto è di quattro anni con un canone d’affitto più alto rispetto a un normale contratto di locazione.

Questa formula è stata dettata sia dall’esigenza dei costruttori di vendere in breve tempo gli immobili per non farsi soffocare dalla crisi globale sia dalle condizioni troppo stringenti delle Banche per i mutui.

Affittare la prima casa: l’evasione sulla locazione

In linea teorica, tutti i contratti d’affitto o di locazione dovrebbero essere scritti e registrati ma anche in questo settore non sono pochi i casi di evasione fiscale. Nel nostro Paese, guida la classifica la città di Catania, con i suoi oltre 20 mila affitti in nero; dagli ultimi dati, le categorie più a rischio sono gli extracomunitari e gli studenti universitari (solo il 2% degli studenti è in regola). Ma il fenomeno degli affitti in nero agli studenti è trasversale come dimostra l’indagine della Guardia di Finanza che ha scovato un giro d’affari nella provincia di Bari per i proprietari pari a 5.5 milioni di euro evasi.

Per far fronte a questa emergenza sul piano fiscale, il Governo aveva pensato alla formula della cedolare secca in modo da far emergere il nero e recuperare fondi. Purtroppo però la Cedolare secca non ha avuto successo con le casse dello Stato che hanno incassato una somma di molto inferiore alle stime iniziali.

Leasing prima casa: di cosa si tratta e come funziona?

Il possedere una casa di proprietà, piccola o grande che sia, rappresenta il sogno di tantissime persone. Se per le giovani coppie potrebbe essere un piccolo e romantico nido d’amore dove far crescere i figli, per le persone più anziane invece simboleggia la ricompensa di tanti anni di sacrifici e il poter godere di una vecchiaia più serena. E proprio per incentivare l’acquisto di un’abitazione principale, in particolare per i giovani, diverse sono state le iniziative avviate dalle autorità governative nel corso di questi anni.

Una delle più recenti riguarda il cosiddetto leasing immobiliare per la prima casa. In pratica, ricalca lo stesso genere di strumento già utilizzato nel settore automobilistico, tuttavia viene ampliato in questo caso a quello immobiliare, allo scopo sia di incentivare gli acquisti in tale ambito che offrire un nuovo strumento alternativo al classico mutuo finanziario. Cerchiamo di capire meglio in cosa consista questa iniziativa, a chi è rivolta principalmente e quali i requisiti necessari per usufruirne.

Un ulteriore strumento importante per acquistare un immobile

Il leasing immobiliare, così come quello utilizzato per le automobili, permette ad un soggetto di poter beneficiare ed utilizzare un bene (in tal caso un’abitazione), pagando delle rate periodiche ad una società (spesse volte un istituto bancario o finanziario) che ne possiede formalmente la proprietà. Una volta terminato il pagamento di tali rate, così come stipulato nella maggior parte dei contratti, se ne dovrà pagare una finale di considerevole entità, affinché il soggetto possa divenire proprietario effettivo e finale dello stesso bene.

Questo nuovo strumento, introdotto con la Legge di Stabilità 208/2015, permette quindi a diverse persone di poter acquistare una prima casa in forma agevolata, ottenendo anche dei benefici di natura fiscale, come vedremo in seguito. Il tutto senza dover esporre tali soggetti all’esborso iniziale di una cifra cospicua di denaro. Tuttavia, bisogna possedere alcuni requisiti importanti per poter usufruire di questa iniziativa.

I requisiti ed il funzionamento di questo genere particolare di leasing

Le persone che possono beneficiare di tale tipologia di contratto devono avere un reddito annuo lordo non superiore ai 55.000 Euro, non devono detenere nessun diritto di proprietà su immobili o locali ad uso abitativo (in pratica non possedere un’altra abitazione principale) e, infine, l’acquisto deve avvenire per il tramite di un istituto finanziario o bancario. Questi sono gli elementi imprescindibili richiesti per poter aderire a questa iniziativa ed alle agevolazioni ad essa correlata.

Il contratto sottoscritto tra un soggetto cliente e la banca o istituto finanziario prevede che questi ultimi acquistino un immobile (su indicazione del soggetto stesso) presente sul mercato oppure avviino la sua costruzione. Il cliente, a sua volta, si impegna a pagare loro un canone mensile prestabilito, a cui si aggiungono eventualmente anche degli interessi, liberamente scelti tra quelli a tasso fisso o variabile.

All’interno del contratto è indicato inoltre sia l’importo dell’anticipo da versare che quello della maxi rata finale che il soggetto si impegna ad effettuare per concludere definitivamente il contratto. Naturalmente, è prevista anche la facoltà per il cliente di non versare tale rata conclusiva e restituire così l‘immobile all’istituto bancario o società di leasing.

I benefici previsti e la tipologia di immobili oggetto del contratto

Per quanto riguarda gli incentivi di natura fiscale, bisogna fare una distinzione tra i soggetti che stipulano il contratto. Infatti, quelli di età inferiore ai 35 anni possono usufruire di una detrazione del 19% sia sul canone periodico (per una quota massima di 8.000 Euro all’anno) che sulla rata finale (per un importo non superiore a 20.000 Euro).

Per quelle persone che abbiano un’età uguale o superiore ai 35 anni, sono previste le medesime quote di detrazione (il 19%) e sempre per quanto riguarda il canone periodico e la rata conclusiva, tuttavia a variare sono gli importi massimi consentiti. In particolare, per il primo, il tetto detraibile non può superare i 4.000 Euro annui, mentre per la seconda non può oltrepassare i 10.000 Euro.

Un altro beneficio, per ambedue le tipologie di clienti, si ottiene nel caso la banca o la società di leasing acquisti un immobile direttamente dal suo costruttore. Infatti, in tale ipotesi, l’Iva a carico del soggetto che usufruisce dell’abitazione sarà del 4%, anziché del 10%. Infine, ulteriore agevolazione è quella concessa per l’imposta di registro, che sarà soltanto dell’1,5% per un’abitazione principale.

Per quanto riguarda il genere di abitazioni oggetto del leasing immobiliare, non vi sono limitazioni di alcun tipo. Infatti, possono essere acquistate anche quelle di categoria catastale A/1, A/8 ed A/9 e quindi quelle considerate di lusso o vere e proprie ville.

Se ti è piaciuto questo articolo, leggi anche la nostra guida sulla fideiussione per l’affitto e quello sulla disdetta di affitto.

Autore: Andrea Lelli

Immagine di Andrea Lelli

Laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Roma Tor Vergata, Andrea Lelli fonda la ditta di ristrutturazioni edili Edil Clima Service SAS con sede in Via Costanzo Albasini 10 a Roma. Edil Clima Service è una società composta da un team di otto esperti, ognuno specializzato in una specifica mansione.