Ogni qualvolta la pubblica amministrazione è chiamata a produrre o reperire determinati documenti o atti pubblici si applica una “imposta di bollo” atta a risarcire la suddetta del lavoro necessario. Nello specifico trattiamo l’imposta di bollo necessaria per atti concernenti la locazione di un immobile.
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Prima di procedere oltre consigliamo al lettore di verificare sempre che non vi siano stati aggiornamenti alle tariffe o alle leggi concernenti l’argomento, e dunque di prendere il presente articolo al puro scopo orientativo. L'imposta di bollo è un tributo gravante su ogni singolo foglio necessario alla redazione dell'atto d'affitto. La disciplina normativa che la regola, stabilendo se e quanto sia dovuto, ovvero l’importo della marca da bollo, è stabilita dal Decreto del Presidente della Repubblica del 26-10-1972 n. 642 che la definisce come “imposta dovuta per l'impiego degli atti giuridici”.
Il decreto individua imposte di bollo a costo fisso o proporzionale. Ad esempio, il primo caso si riferisce agli atti relativi ad un contratto di affitto, il secondo caso alle cambiali che richiedono un’imposta di bollo pari a 12 millesimi dell’importo in oggetto.
Il decreto regola inoltre le eccezioni di legge, come gli atti legislativi, tra le quali però non rientra alcun atto di locazione.
Sono più in generale soggetti all'imposta di bollo gli atti scritti di natura: civile, commerciale, stragiudiziali e giudiziali, avvisi, manifesti e registri. Le marche da bollo, una volta cartacee, sono state tutte sostituite dal primo settembre 2007 con le marche da bollo elettroniche, meglio note come “CONTRASSEGNI TELEMATICI”, reperibili in qualunque tabaccheria o ricevitoria lotto.
Definiamo “foglio”
Come abbiamo appena visto, occorre una marca da bollo per ogni foglio. Ma che si intende per “foglio”? sempre secondo il decreto in materia, per “foglio” si intendono 4 facciate o pagine, ognuna composta da massimo 25 linee, per un totale dunque di 100 linee. Tale definizione può essere molto importante, facendovi risparmiare preziose marche da bollo con determinati accorgimenti sulla lunghezza. Ma vediamo i costi.
Costi Marche da Bollo
Tenendo sempre presente eventuali variazioni, al momento della stesura di questo articolo il costo di una marca da bollo per i contratti di locazione si attesta a 16 euro per foglio, dunque ogni 100 linee (o righe). Purtroppo per registrare un contratto di locazione dovremo pagare anche l’Imposta di registro.
Atti, documenti e registri
Gli atti, i documenti ed i registri indicati dall'art.1 all'art.21 del D.P.R. 642/1972 sono soggetti al bollo da subito. L'atto dovrà quindi essere redatto su carta bollata, oppure applicandovi la marca da bollo dell’importo richiesto. I certificati anagrafici, le autenticazioni delle copie e delle firme (quando ancora richieste) e i certificati in genere emessi degli uffici pubblici sono soggetti all'imposta di bollo fin dall'origine.
Gli atti, i documenti ed i registri indicati dall'art.22 all'art.32 della del DPR 642/1972 sono soggetti al bollo solo in caso d'uso. In questo caso gli atti sono soggetti all'imposta di bollo solo quando vengono presentati all'ufficio del registro per la registrazione.
Come si registra il contratto di affitto
Per tutti i contratti di locazione che superano i 30 giorni, è obbligatoria per legge la registrazione presso l’Ufficio delle Entrate di pertinenza. Da ora è possibile eseguire la procedura sia in via cartacea che online, a farlo può essere sia il proprietario dell’immobile, che l’affittuario, o una terza persona incaricata.
Le ultime novità riguardanti la registrazione sono relative al modello da compilare, che ora si chiama Rli 2017 e che ha sostituito il vecchio modello 69 (valido solo per i contratti di comodato d’uso), una volta compilato si paga l’imposta di bollo da € 16, si versa la tassa di registro tramite F24 e si allega il contratto. Una volta seguita tale procedura l’Agenzia delle Entrate provvederà a rilasciare la copia debitamente firmata oppure una ricevuta che ne attesta la consegna e successivamente renderà disponibile la registrazione comunicandola all’interessato.
La mancata registrazione di un contratto di locazione e il pagamento dell’imposta dovuta (o versamento in ritardo rispetto ai tempi stabiliti) è sanzionabile per legge.
Regime ordinario e Cedolare secca
Esistono due tipologie di tassazione diverse per registrare i contratti di affitto, quello che viene comunemente indicato come regime ordinario, interessa obbligatoriamente tutti i contratti e prevede il pagamento dell’imposta di bollo e di registrazione. C’è anche il regime sostitutivo, che non può essere però applicato ai contratti che riguardano le società ma solamente i privati che veicolano immobili a scopo di abitazione. Per quest’ultima tipologia si versa una tassa chiamata Cedolare Secca al posto delle normali imposte, ma la scelta è puramente facoltativa e può farla solo ed esclusivamente la persona proprietaria della casa.
Versamento anche nel caso di cessione proroghe del contratto
Spetta il versamento di un’imposta anche in situazioni particolari, come nel caso in cui il contratto di locazione venga risolto prima della durata stabilita, oppure nel caso di cessioni. Va versata sempre tramite modello F24 ed entro 30 giorni registrata con lo stesso nuovo Rli presso l’Agenzia delle Entrate.