È recentemente approdato dagli Usa l'Home Stager in Italia, nuova figura del settore immobiliare che ha il compito di ottimizzare le proprietà immobiliari, migliorandone l'immagine in modo tale da favorirne la vendita o la locazione in tempo più breve. La mancata vendita o locazione di un immobile infatti costa molto di più in termini di tempo, tasse, utenze.
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Il procedimento dell'Home Staging è stata creata in Inghiterra negli anni settanta dall'agente immobiliare Barbara Schwarz; lo scopo non è trasmettere la bellezza della casa, ma garantirle una vendita rapida. Strategie di marketing, abilità tecniche e un pò di creatività sono gli ingredienti necessari per intraprendere la professione dell’home stager.
Le tecniche dell'home staging in Italia
L'Home Stager non è un agente immobiliare o un architetto, ma un professionista del restyling che è in grado di rendere accogliente qualsiasi appartamento con costi che vanno dai 250 al 3% del prezzo di vendita; il proprietario dovrà pagare il contributo all'Home Stager solo alla vendita.
Questa strategia è dunque una sorta di messa in scena immobiliare, una tecnica di marketing che consente di preparare correttamente una casa per la vendita. Non si basa sulla personalizzazione dell'abitazione ma, al contrario, mira a darle uno stile neutro e semplice, con lo scopo di attirare il maggior numero di potenziali acquirenti.
L'efficacia delle tecniche
Secondo le teorie dell'Home Staging in Italia la vendita o la locazione di un immobile dipendono essenzialmente da alcuni fattori.
Prima di precedere con l'elenco, è necessario chiarire come lo scopo dello staging sia la spersonalizzazione, ovvero l'eliminazione di tutte quei dettagli che derivano dall'uso della casa da parte del precedente proprietario.
Occorre infatti presentare la casa nella sua migliore forme, spogliata dalle abitudini – soprattutto quelle cattive – che si porta dietro a causa dei precedenti inquilini: un rubinetto che perde, una parete con la carta da parati rovinata, una porta che cigola. Si tratta di dettagli che nella vita quotidiana si accettano senza difficoltà, ma che possono offrire un impatto negativo ai possibili acquirenti.
Cosa deve fare un professionista
Ordinare. Buttare tutto quello che è vecchio e non più utilizzabile; collocare nel loro alloggio vestiti, utensili, giocattoli; svuotare box, cantine e armadi.
Curare i dettagli. Può essere utile ripitturare le pareti, cambiare le tende (o toglierle), pulire le serrande o gli angoli lasciati abbandonati.
Riparare. Esattamente quello che si accennava prima: rubinetti che perdono, porte che cigolano. Occorre riparare questi elementi anche semplicemente grazie al fai da te.
Curare l'arredamento. Se un mobile è vecchio, va eliminato; se una stanza è troppo ingombra, va liberata. Occorre dare il meglio di tutte le stanze e valorizzare gli spazi.
La tecnica dello staging viene esplicitata quindi dalle cosiddette “Sei R”:
- Ridurre
- Rinfrescare
- Riarredare
- Rivalutare
- Riparare
- Ripulire
Tutti questi piccoli interventi possono far aumentare il prezzo della casa del 10-15%. Si capisce come sia importante quindi giocare sull'impressione dei possibili acquirenti che possono storcere il naso davanti una parete sulla quale svettano i disegni dei bambini ma che apprezzano una cucina luminosa, spaziosa, e in ordine. Si tenta di influenzare quindi l'impatto emotivo dell'immobile sulle persone.
Secondo studi americani, infatti, la scelta viene operata nel primo minuto e mezzo di sopralluogo e, nella scelta, è importantissima la prima impressione: moltissimi acquistano perché si dicono “innamorati” della casa.
Per diventare home stager, è possibile seguire corsi appositi.
Pietro Calafiore