Molto spesso, i muri delle nostre abitazioni iniziano a dare segno di pecche e di stati di sofferenza e si pone così la necessità di risanare le crepe sull’intonaco. Le pareti delle nostre abitazioni sono afflitte continuamente da sollecitazioni meccaniche e da moti di assestamento dell’edificio (assestamento primario) che mirano a donare alla struttura una nuova stabilità, così come da movimenti del terreno (assestamenti secondari) che hanno ugualmente effetti negativi.
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- Perché si formano le crepe nei muri di casa?
- Come riparare le crepe sui muri
- Pulire la crepa
- Riempimento della crepa
Le crepe nei muri possono interessare sia i muri interni che esterni, sia i muri divisori che quelli portanti, manifestarsi in senso orizzontale, verticale o diagonale, manifestarsi a livello superficiale oppure anche in profondità.
Perché si formano le crepe nei muri di casa?
Le crepe nei muri possono essere ricondotte a una gran numero di cause:
- umidità sui muri
- errori di progettazione dell’edficio o cattiva manutenzione dell’immobile
- variazioni del livello delle falde acquifere
- eventi sismici
- escursione termica stagionale che modifica il volume degli elementi
- l’utilizzo di elementi dalla differente elasticità
- infiltrazioni d’acqua
- eccessivo traffico veicolare
- cattiva coibentazione
- interventi su edifici vicini
- azioni esercitate da radici di alberi ad alto fusto
- opere all’interno del terreno (es. interventi sulla rete fognaria)
Per riparare piccole crepe domestiche non profonde e non associate a problemi di stabilità dell’edificio è possibile anche operarsi da soli oppure con l’aiuto di imbianchini. Si tratta infatti di crepe superficiali che non sono connesse alla solidità dell’edificio e che costituiscono più un problema estetico che di altro genere.
Come riparare le crepe sui muri
Per correggere le crepe superficiali, devi spargere lo stucco a strati per mezzo di una spatola di metallo: una volta distribuito qualche millimetro di materiale su più livelli dovresti già vedere dei risultati apprezzabili.
Puoi livellare il tutto attraverso il frattazzo, per poi rifinire con la carta vetrata e passare sopra il tutto con un po’ di tinta.
Per rimuovere le crepe superficiali ma più profonde, puoi ricorrere a un impasto di gesso e calce abbastanza denso ma non troppo duro per poterla modellare. Puoi rimuovere i frammenti di parete dalla crepa e lavorarla ai lati con spazzola e scalpello per rendere l’apertura simile da entrambi i lati.
A questo punto, puoi introdurre la miscela di gesso e calce con la spatola riempendola in profondità, e aspettare che il tutto si asciughi prima di passare a livellare.
Procedi innanzitutto con il frattazzo nella prima fase, quindi ricorri alla carta vetrata per concludere il lavoro. Eventualmente, puoi apporre un po’ di tinta per donare un tocco omogeneo alla parete sulla quale hai lavorato.
Se il problema riguarda però la vera e propria stabilità dell’edificio, la faccenda allora è diversa.
Ti consigliamo di evitare assolutamente il fai da te nella valutazione della pericolosità delle crepe, e di affidarti a professionisti nella geoedilizia.
Gli esperti strutturisti si occupano di individuare la vera causa delle crepe sui muri e di proporre il procedimento più adeguato a consolidare le fondazioni in modo se possibile definitivo.
Consolidamento fondazioni: quali sono le migliori soluzioni
Per correggere le crepe nei muri strutturali occorre innanzitutto consolidare il terreno che sostiene l’edificio, attraverso interventi di rinforzo del suolo per rinvigorire le qualità di stabilità e di resistenza. Questo si può ottenere attraverso diverse tecniche, tra le quali le più importanti sono le iniezioni di resine espandenti e i micropali in acciaio pressoinfissi.
Le iniezioni di resine espandenti compatibili con l’ambiente sono una delle metodologie più diffuse sul mercato per merito del loro ottimo rapporto qualità/prezzo e della scarsa invasività.
Esse prevedono di pompare nel terreno delle resine chimiche biocompatibili concepite per espandersi in occasione degli spazi vuoti, andando così a colmare le cavità che mettono a rischio la stabilità dell’edificio, esercitando un contrasto meccanico alla pressione ricevuta.
Questa tecnologia è molto consigliata quando il livello cedevole si trova sotto il piano fondale, dove incidono le pressioni verticali esercitate dall’edificio. Si tratta di una metodologia di consolidamento molto veloce da attuare, affidabile e applicabile anche in spazi ristretti, e che offre risultati duraturi nel tempo.
Le resine espandenti permettono di rendere il terreno più contatto, di impermeabilizzare il suolo dall’acqua, di colmare le cavità provocate dal ritiro dei terreni argillosi, e soprattutto di riattivare la fondazione, ovvero riottenere il completo appoggio della superficie fondale distribuendo i carichi in maniera omogenea.
I micropali ad elica discontinua sono costituiti da un sistema di micropali dotati di eliche, in acciaio composti da una batteria di moduli collocati a rotazione nel terreno: attraverso motori idraulici portatili si genera la rotazione che avvita i pali nel terreno a pressione costante.
Questa tecnologia di palificazione attiva micro invasiva permette di eseguire il precarico attivo del palo in corso di esercizio in modo da adeguare la loro portata alle esigenze che si prospettano nel corso del lavoro e di scongiurare eventuali cedimenti successivi.
Il consolidamento delle fondazioni attraverso micropali pressoinfissi si rivela molto indicato per sopperire a carichi molto gravosi che devono essere messi in sicurezza. Questo processo inoltre non produce né materiali di risulta né vibrazione durante l’infissione, richiede tempi di realizzazione più ristretti rispetto alla tecnica di palificazione convenzionale e rende possibile recuperare i cedimenti.
Le due succitate tecniche possono essere eventualmente applicate congiuntamente per produrre attività di consolidamento ancora migliori e più affidabili.
Oltre a ciò, gli esperti si occupano di monitorare periodicamente con livelli laser lo stato del terreno e dell’edificio per verificare l’andamento del problema.
Come già detto, se sei in presenza di una crepa sul muro che ti preoccupa, rivolgiti agli esperti per valutare la situazione, in fatto di sicurezza non c’è da scherzare!
Pulire la crepa
La prima cosa da fare è quella di togliere le porzioni fragili del muro vicino la crepa. Utilizzando in maniera delicata martello e scalpello o un raschietto di forma triangolare, si dovrà allargare quest'ultima. La fessura allargata così ottenuta dovrà avere una forma a "V", più semplice da stuccare. Questa operazione è utilissima per far aderire in seguito E nella maniera ottimale l'intonaco e lo stucco alla superficie del muro. Una volta verificato che non vi siano più ulteriori parti fragili nella zona limitrofa della crepa, si passa alla fase successiva.
Muniti di una spazzola a setole rigide si deve pulire la fessura, in modo da eliminare polvere ed eventuali residui da questa, al fine di ottenere poi un migliore riempimento con l'intonaco. A questo punto, con una spugna impregnata d'acqua, si deve inumidire la fessura prodotta. Anche in questo caso, servirà per una migliore presa dell'intonaco. Adesso si può cominciare a riempire la crepa creata, per chiuderla in maniera definitiva.
Riempimento della crepa
Preso l'intonaco pronto e mischiato con dell'acqua, si andrà a ricoprire la fessura con l'utilizzo di una spatola. Questa la si dovrà muovere da destra verso sinistra e viceversa, per far si che l'intonaco colmi tutto lo spazio vuoto. Fatto questo, si può passare il frattazzo per togliere la parte del composto eccedente e rendere liscia la superficie. Terminata tale fase, si dovranno attendere 24 ore affinché l'area si asciughi completamente e si passi al lavoro successivo.
Una volta assicuratisi che tutto sia asciutto completamente, si può passare una mano di stucco. In alcuni casi, volendo, prima di mettere quest'ultimo, è possibile procedere anche all'applicazione di un nastro di rinforzo. Ciò eviterà in maniera ulteriore l'eventuale riformarsi di una nuova crepa, assicurando una maggiore resistenza del muro. Il nastro, come gli altri materiali d'altronde, si possono trovare facilmente in negozi specializzati.
Adesso si può procedere con lo stucco, che va posto sopra l'intonaco con le stesse modalità di questo. Terminata la mano, si dovrà attendere che si asciughi il tutto. Generalmente, servono al massimo un paio d'ore. Verificata la perfetta asciugatura dello stucco, si devono levigare eventuali increspature della parte e rendere perfettamente liscia la zona riparata. Questo lo si potrà fare con della semplice carta vetrata o abrasiva.
Un ultimo ritocco
A questo punto, il grosso del lavoro è stato svolto e non resta che tinteggiare la parete. Infatti, la riparazione ha comportato l'utilizzo di materiali che hanno reso l'area d'intervento di colore diverso rispetto al resto della parete. Si consiglia quindi di passare una mano di pittura sulla zona riparata oppure, se l'intero muro non viene tinteggiato da molto tempo, di effettuarla sull'intera parete. In modo da presentarla rinnovata ed in maniera migliore.
Il lavoro fatto, naturalmente non deve sostituire quello di addetti specializzati, nel caso ci si trovi di fronte a crepe gravi e di natura strutturale, la cui presenza può mettere in pericolo la parete e la sua stabilità. Per quanto riguarda i materiali e gli strumenti, si consigliano quelli professionali e di buone marche o comunque conosciute, da acquistare in negozi specializzati. Se il lavoro è stato svolto correttamente, per molti anni non ci sarà più bisogno di utilizzarli.