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Anche per il 2020/2021 il governo ha previsto alcuni incentivi volti ad aiutare i contribuenti nelle spese edilizie. Si tratta di incentivi che guardano ad un miglioramento in ambito ecologico e sismico, per chiunque coglierà l’occasione di ristrutturare casa migliorando la classe energetica della propria casa o del proprio Condominio. Vediamo quali sono le novità valide per l’anno corrente ed il prossimo anno.

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Grazie a questo bonus casa annunciato nel decreto di governo del 19 maggio 2020 i contribuenti possono detrarre il 110% delle spese affrontate, in campo edile, a partire dal mese di luglio 2020. Come anticipato si tratta di un bonus casa volto al miglioramento energetico delle abitazioni, vediamo quindi quali sono i casi in cui potrete usufruirne:

  • Ecobonus 110%: un bonus casa volto alla riqualifica energetica, si tratta appunto di un incentivo per tutti coloro che cercano di migliorare la classe energetica della propria abitazione. Vediamo in quali casi è previsto:
    • Lavori di isolamento termico per quanto riguarda le mura, i pavimenti e i soffitti degli edifici. Per attivare il bonus casa bisogna isolare il 25% per cento della superficie della propria abitazione. Attenzione perché questo bonus casa prevede un tetto massimo: la detrazione sarà effettuata su un totale di spese massimo di 60.000€ ad unità immobiliare.
    • Interventi sulle parti comuni degli edifici, ad esempio inserimento di impianti di riscaldamento condominiali, pannelli solari ecc. Per quanto riguarda questo incentivo il tetto massimo è di 30.000€ ad unità immobiliare.
    • Ristrutturazioni sugli edifici unifamiliari per quanto riguarda la sostituzione dei vecchi impianti d riscaldamento con impianti geotermici o idrici oppure, ancora meglio fotovoltaici. Il tetto massimo sul quale viene calcolata la detrazione è di 30.000€ per unità immobiliare.
  • Sisma Bonus 110%: anche per le misure antisismiche è prevista una detrazione del 110%, su un tetto massimo di 96.000€ per ogni unità immobiliare.

Come funziona l’Ecobonus 

Sempre più spesso sfogliando un giornale o guardando un telegiornale sentiamo parlare di catastrofi ambientali e di stato di salute della terra quantomai discutibile. Tutto questo è figlio della negligenza dell’uomo che nel corso degli anni, dei decenni e dei secoli è riuscito con cattiveria a distruggere e quindi a compromettere un ecosistema che definire perfetto è un eufemismo. 
E per tamponare o quantomeno nel tentativo di porre parziale rimedio a quanto causa dall’uomo tutti gli Stati del mondo si stanno muovendo in tale direzione. 

Dal 2018 in Italia sono stati elargiti dei bonus per tutti coloro che avessero deciso di ristrutturare abitazioni e strutture già esistenti al fine di ridurre quelli che sono i livelli di inquinamento. L’Ecobonus, quindi, sarà accessibile a tutti con annessi vantaggi e risparmi che oscillano tra il 60% e il 75%. Cifre molto alte se pensiamo che quasi ¾ di tutti i lavori verranno in qualche modo risparmiati dai cittadini. Ma andiamo a vedere ora come funziona nel dettaglio questo Ecobonus. 

In sostanza l’Ecobonus non è altro che la proroga della detrazione fiscale che come detto è stata già adottata nel 2018 circa le spese inerenti al risparmio energetico. Seppur ancora ufficiosa e non ufficiale la stessa avrà gli stessi crismi di quella precedente anche se si aspetta nel dettaglio la Legge di Bilancio firmata dal Governo Conte.  A usufruire dell’Ecobonus possono essere sia le persone fisiche, che società di persone e di capitali, enti pubblici e privati che però non svolgono alcuna attività commerciale. Da sottolineare che comunque a beneficiarne non sono solo i proprietari dell’immobile in quanto anche coloro che hanno lo stesso in comodato possono usufruire di tali agevolazioni. 

Il bonus può ovviamente essere richiesto per tutte le tipologie di edifici presenti al Catasto a patto e condizione che gli stessi non siano in fase di costruzione o che presentano già un impianto di riscaldamento.  

Come detto l’Ecobonus è riservato a tutti coloro che decidono di rinnovare una struttura al fine di aderire all’iniziativa riguardante il risparmio energetico in modo tale da salvaguardare la terra. Ma quali sono nello specifico questi lavori ove è possibile ottenere detrazioni fiscali così elevate? Ecco la lista. 

  • Bonus ristrutturazioni: valevole sia per i privati che per i condomini copre al massimo una cifra prossima ai 96 mila euro. 
  • Bonus mobili ed elettrodomestici: detrazioni fino al 50% per una cifra che non può superare i 10mila euro ma a patto e condizione che l’acquisto sia seguente alla ristrutturazione; 
  • Ecobonus per il risparmio energetico: non è che il bonus per l’installazione della caldaia che si articola in ben tre fasce: 
  • Detrazione pari al 65% se si installa una caldaia con condensazione di classe A con sistemi di autoregolazione evoluti; 
  • Detrazione pari al 50%: se si installa una caldaia con condensazione di classe A; 
  • Detrazione pari al 0%: se si installa una caldaia con condensazione di classe B. 
  • Sismabonus: già rinnovato addirittura fino al 2021 permette di ottenere dei bonus a tutti i residenti in zone ad alto rischio sismico. Si tratta di un’agevolazione unica che si suddivide in tre fasce; 
  • Bonus tende e zanzariere: se vengono acquistate dotate di schermature solari ci sono vantaggi fino al 50%. 

Come visto dunque gli sgravi a livello fiscale sono imponenti. Ultima cosa da aggiungere è che gli stessi possono essere ridistribuiti per un periodo massimo di dieci anni e non di più. 
Le spese, a volte esagerate, possono incutere timore e rendere tutti scettici o titubanti: se pensiamo e riflettiamo che con opere di ristrutturazione generale oltre a beneficiarne noi ne beneficia la terra dovrebbe venire tutto più semplice. A maggior ragione se possiamo ottenere sgravi fino al 65%. Non poco.  

I materiali

La sostenibilità è diventato un tema molto sentito e discusso, per questo quasi tutti i settori stanno cercando di adeguarsi e rivedere i loro processi produttivi. Nel mondo dell’edilizia la tecnologia ha fatto grandi passi in avanti, permettendo la costruzione di edifici sempre più sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

Nella bioedilizia questo concetto è portato alla massima potenza, con la costruzione di strutture a bassissimo impatto energetico e ambientale. Nella bioedilizia l’edificio dovrà essere ecologicamente sostenibile a partire dalla scelta del luogo di costruzione, della progettazione fino ai materiali di costruzione e la manutenzione.

Questo comporta dei costi iniziali un pochino più alti che vengono però compensati dal notevole risparmio energetico che si avrà negli anni di vita dell’edificio. Si calcola, infatti, che il risparmio si aggiri intorno al 40% annuo.

Un ruolo fondamentale nella bioedilizia lo fanno i materiali. Sono fondamentali prodotti che abbiano un ottimo grado di isolamento termico/acustico e che permettano quindi, di avere una dispersione energetica più efficiente. Questo comporterà un uso meno intensivo dei nostri dispositivi di riscaldamento e/o condizionamento, perché l’edificio avrà un elevata capacità di mantenere il caldo e/o il fresco.

I materiali di costruzione generalmente utilizzati sono il legno, i mattoni in calce e canapa o riempiti di argilla.

Per quanto riguarda l’isolamento vengono di solito utilizzati la lana di roccia, il sughero e fibre naturali come legno, cellulosa, ecc.

Gli infissi invece saranno costruiti con vetri prodotti in maniera sostenibile e strutture con ottimo isolamento termico.

Le fonti energetiche

A corredo di una costruzione efficiente ed a basso impatto ambientale, un ulteriore elemento importante è la provenienza delle nostre fonti energetiche. La luce, il gas e l’acqua sono punti deboli per quanto riguarda la sostenibilità, e la bioedilizia cerca, anche qui di porre rimedio tramite scelte alternative.

Per quanto riguarda l’acqua potabile, non ci sono alternative, (saremmo obbligati ad utilizzare il sistema idrico nazionale), ma si può agire sul recupero delle acque e per ridurre al minimo gli sprechi. Sistemi di riciclo dell’acqua ci potranno aiutare per evitare lo spreco e magari utilizzare le acque bianche per scopi specifici.

L’energia elettrica, da diverso tempo invece, ha una possibilità di scelta più ampia e più sostenibile. Vengono utilizzati sistemi di energia rinnovabile come i pannelli fotovoltaici e addirittura piccoli impianti per l’energia eolica.

Per quanto riguarda il gas in casa, le soluzioni non sono molte. Si può decidere di eliminare il gas come fonte, utilizzando l’energia elettrica con un riscaldamento elettrico e l’utilizzo di piastre ad induzione per la cucina. Alcune aziende di energia promettono di utilizzare gas da fonti rinnovabili al 100%, quindi possiamo scegliere di fare una piccola ricerca ed affidarci a queste aziende.

Gli incentivi

Per la bioedilizia esistono diversi incentivi inseriti all’interno del bonus per la ristrutturazione del 2018.  È possibile, quindi, avere una detrazione del 50% della spesa, per lavori di ristrutturazione o di costruzione di edifici che aumentino l’efficienza energetica. È, inoltre, possibile detrarre parte del costo di sostituzione o d’ installazione di nuovi sistemi di riscaldamento e/o climatizzazione.

Nell’incentivo alla ristrutturazione è previsto anche una detrazione fiscale, per tutti i lavori d’ installazione di pannelli fotovoltaici per utilizzo di energia elettrica autoprodotta.

La bioedilizia quindi, nel 2018, può trarre tanti vantaggi dagli sgravi fiscali previsti, permettendo così di ridurre i costi dei materiali e di costruzione.

L’impianto fotovoltaico

Se la tecnologia ha fatto grandi passi avanti nel processo di costruzione di edifici sostenibili, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la burocrazia ed il processo d’integrazione di tutti i fattori esterni che coinvolgo una casa.

Si sta lavorando proprio su questo: favorire gli adempimenti burocratici e far sì che sia sempre di più le soluzioni integrate per quanto riguarda l’approvigionamento alle fonti rinnovabili. Nascono, grazie al mercato libero, diverse aziende che garantiscono l’utilizzo di fonti rinnovabili e, in contemporanea, si lavora all’abbattimento dei costi per l’installazione di strumento per l’auto - produzione energetica.

La tecnologia fa passi avanti anche nell’edilizia. Dal 2020, infatti, saranno realtà le prime case “full elettric”, edifici in cui l’unica forma di energia utilizzata sarà l’elettricità. Questo porterà ad una vera e propria “rivoluzione elettrica”, con sempre più persone che investiranno nell’energia solare.

La caratteristica fondamentale nelle case “full elettric” è la loro totale dipendenza da una sola utenza: l’energia elettrica. Non ci sarà bisogno del gas per riscaldamento e cucina, ma questo sarà sostituito dall’utilizzo di apparecchi elettrici, piastre ad induzione per la cucina e Radiatori elettrici per il nostro riscaldamento.

Cominciamo subito con una domanda: conviene? La risposta è che, si conviene e lo è ancor di più se il sistema sarà associato ad un impianto fotovoltaico e ad una costruzione o ristrutturazione della casa sia specifica per la maggior efficienza termica possibile.

Condizione sicuramente non obbligatoria ma, a nostro avviso, necessaria, per una casa “full elettric” è l’installazione di pannelli fotovoltaici. L’energia elettrica ha un costo non indifferente (anche se più basso rispetto al gas) e la possibilità di installare dei pannelli fotovoltaici permette veramente di farci risparmiare fino al 60%-70% sulla nostra bolletta.

Il costo medio di un impianto si attesta intorno alle 5.000€, ma considerando i continui incentivi e le detrazioni fiscali, questo costo può essere dimezzato, rendendo molto vantaggiosa la loro installazione. Va da sé, che in una casa “full elettric” il vantaggio è maggiore, visto l’utilizzo della sola elettricità per tutte le utenze.

Efficienza energetica della casa

L’efficienza energetica di una casa è, da diversi anni ormai, un aspetto fondamentale dell’edilizia sia durante la costruzione che nella ristrutturazione.

Buona parte dell’energia che impieghiamo per riscaldare una casa, spesso si disperde tramite le pareti, dal tetto e dalle finestre. Ridurre le dispersioni può farci risparmiare molti soldi sulle spese di riscaldamento.

Per migliorare l’efficienza energetica possiamo intervenire su diversi aspetti della nostra casa:

  • Migliorando o sostituendo i nostri impianti termici con sistemi più efficienti;
  • Migliorando l’isolamento termico delle pareti e del tetto;
  • Migliorando l’isolamento termico di finestre ed infissi

Questi interventi, che ormai sono la prassi durante la costruzione di una nuova casa, diventano più difficili durante la ristrutturazione di una casa già esistente, magari costruita in un periodo in cui non erano presenti normative e tecnologie per migliorare l ‘efficienza energetica. 

Il costo di queste ristrutturazioni, viene però ammorbidito dalla detrazione Irpef, che permette di recuperare parte dei costi sostenuti. La normativa, cambia ogni anno ma, indicativamente, si va da una agevolazione del 65% per miglioramenti energetici che riguardano l’intero edificio e si scende al 50% per le schermature solari e nuove caldaie. 

Case “full elettric”

Durante la fiera internazionale sulle tecnologie energetiche, gli esperti della Ricerca sul Sistema Energetico (RSE) hanno sostenuto che sarà possibile vedere le prime case totalmente dipendenti dall’energia elettrica entro il 2020.

Questi edifici sfrutteranno l’energia fotovoltaica e l’utilizzo di tecnologie 3.0 legati alla domotica, che permetterà di usare l’energia in modo intelligente e di gestire pompe di calore, climatizzatori, la ricarica della macchina elettrica e la cucina a induzione in maniera smart.

Questi edifici 'full electric' saranno caratterizzati da un'elevata efficienza energetica e permetteranno un notevole risparmio sui consumi. C'è però alcune perplessità sulla la loro diffusione in Italia: il costo della bolletta, dove ancora non viene premiato chi incrementa i consumi elettrici da fonti rinnovabili, riducendo il consumo di combustibili fossili.

Rimangono comunque positive ed ottimistiche le previsioni e le opportunità future per un’edilizia efficiente e sostenibile.’

Recupero edilizio, gli interventi agevolati

Per incentivare il miglioramento delle strutture abitative private e condominiali, il Governo italiano in questi anni ha ideato e avviato diverse iniziative, tra le quali il cosiddetto Bonus Ristrutturazione. Questo consente di ottenere il rimborso di una quota delle spese effettuate per lavori di ristrutturazione, riguardanti un’abitazione principale oppure le seconde case o, ancora, di parti comuni di edifici condominiali. In tali lavori di ristrutturazione sono compresi anche quelli connessi al recupero edilizio.

Questi interventi per il recupero edilizio riguardano singole unità abitative e pertanto possono usufruirne, come detto, non solo le case principali ma anche le seconde abitazioni. Il rimborso ottenibile è del 50% delle spese sostenute e documentate (attraverso l’uso di bonifici ordinari o cosiddetti parlanti), per un tetto massimo di spesa di 96.000 Euro, per ciascuna unità immobiliare. Ma quali sono gli interventi specifici relativi al recupero edilizio che sono compresi nel Bonus Ristrutturazione?

I lavori relativi al recupero edilizio possono riguardare singole unità immobiliari e queste devono essere strutture abitative residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e relative pertinenze. In questa tipologia di interventi vi rientrano lavori di Manutenzione straordinaria, restauro e Risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia.

Per interventi di manutenzione straordinaria, si intendono tutte quelle opere e modifiche di recupero edilizio che siano necessarie per il rinnovo o la sostituzione di parti (eventualmente anche strutturali) di edifici e, al tempo stesso, per l’integrazione e realizzazione di servizi tecnologici o igienico-sanitari, purché non modifichino la volumetria complessiva delle strutture e conservando la loro destinazione d’uso.

Rientrano, ad esempio, in lavori di manutenzione straordinaria relativamente al recupero edilizio: interventi destinati al recupero energetico; sostituzione di infissi esterni e serramenti; la realizzazione di scale interne, scale di sicurezza e ascensori; il rinnovo di rampe e scale; la costruzione o la miglioria di servizi igienici; l’eventuale recinzione o delimitazione dell’area privata.

Per quanto attiene invece ad interventi di restauro e risanamento conservativo connessi al recupero edilizio, rientrano in tale categoria particolare tutti quei lavori eseguiti per la conservazione di un immobile e per garantirne la sua funzionalità. Ciò attraverso delle opere che, da un lato, ne rispettino gli elementi strutturali e tipologici e, dall’altro, permettano destinazioni d’uso compatibili con l’immobile stesso.    

recupero edilizio

Un esempio di questo genere di intervento di recupero edilizio può essere un lavoro destinato all’eliminazione e alla prevenzione di eventuali situazioni di degrado. Poi, anche l’apertura di finestre per consentire l’aerazione di locali oppure un certo adeguamento dell’altezza di un solaio, purché si rispettino le volumetrie presenti. In pratica, tutti quei lavori di recupero edilizio necessari a risanare e conservare adeguatamente una struttura immobiliare.

Per quanto riguarda invece gli interventi attinenti alla ristrutturazione edilizia, vi rientrano tutti quei lavori effettuati per trasformare un fabbricato o una struttura che, attraverso molteplici opere, lo rendano parzialmente o totalmente diverso dal precedente. Diversi possono essere in questo caso gli esempi disponibili e sempre relativamente al recupero edilizio appunto.

Tra questi vi sono: la Demolizione e ricostruzione di un immobile, purché si rispetti la volumetria preesistente; apertura di nuove finestre e porte; modificazione di una facciata; realizzazione di servizi igienici con incremento dei volumi e delle superfici esistenti; la creazione di una mansarda o di un balcone; modificazione di una soffitta in una mansarda oppure di un balcone in una Veranda.

Come richiedere il rimborso per questi interventi

RISTRUTTURAZIONE min

I soggetti che hanno eseguito tali lavori possono richiedere le detrazioni e quindi il rimborso parziale di essi attraverso la presentazione della documentazione necessaria, all’atto della dichiarazione dei redditi annuale. È necessario, come già accennato, che tali interventi di recupero edilizio siano stati pagati attraverso bonifico. Le detrazioni saranno effettuate attraverso rate annuali di uguale importo nell’arco di 10 anni.

I modelli di zanzariere che possono godere della detrazione al 50%

L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che il bonus zanzariere si applica alle tipologie che rientrano anche sotto la dicitura di “schermatura solare”, che rispettino – di conseguenza – il grado di trasmittanza termica “U” con un valore “GTot” (ovvero l’indice del fattore solare) maggiore uguale a 0,35. Il montaggio deve essere sulle vetrate e su struttura fissa. I requisiti e le condizioni, dunque, necessarie per usufruire del bonus zanzariere sono:

  • Fissaggio stabile delle zanzariere. Sono escluse dall’agevolazione, pertanto, le zanzariere rimovibili, quelle montabili o smontabili all’occorrenza.
  • Copertura integrale della superficie vetrata. Le zanzariere devono essere montate su finestre o porte finestre a protezione dell’intera superficie.
  • Possibilità di regolare le zanzariere. Caratteristica già comune a questo prodotto, ovvero la possibilità di poter aprire e chiudere, alzare la schermatura in base alla presenza del sole;
  • Etichettatura e marchio CE.
  • Funzione di schermatura solare che non è proprio delle zanzariere e che per ottemperare a questa funzione, necessitano di essere montate su doppi vetri di tipo D n. 4/16/4 con gas argon. Sostanzialmente, le zanzariere comportano la sostituzione contestuale dei vetri per poter essere detraibili e rispettare il requisito di schermatura solare richiesto dall’Enea per l’efficientamento energetico dell’abitazione, che è lo scopo dell’incentivo messo a disposizione.
  • Esposizione della superficie vetrata da rivestire con le zanzariere. Le vetrate da schermare con le zanzariere devono seguire l’orientamento da Est a Ovest verso Sud, sono escluse le zanzariere montate sulle vetrate esposte a nord, nord-est e nord-ovest.

In ultima analisi, si ha diritto al bonus zanzariere con la detrazione del 50% della spesa se si montano insieme alle zanzariere anche delle vetrate nuove rispondenti ai requisiti citati. Il bonus zanzariere non è concesso per la sola “sostituzione” di parti di zanzariere, come per esempio la retina o la sola cornice.

Immobili e soggetti beneficiari

Il bonus zanzariere si applica a tutti gli immobili di qualsiasi categoria catastale (abitazioni residenziali, negozi, bar, ristoranti, uffici, alberghi), esclusi gli immobili in costruzione o in caso di lavori di ampliamento di edifici già esistenti. I soggetti beneficiari della detrazione al 50% sono tutte le persone fisiche e giuridiche proprietari di immobili appartenenti alle suddette categorie, inclusi inquilini, proprietari e condomini, nel caso di installazione di zanzariere nelle parti comune del condominio.

In cosa consiste il Bonus zanzariere

Il bonus zanzariere 2022 consiste nella detrazione del 50% sulle spese sostenute per il montaggio delle schermature solari. Il rimborso IRPEF (o IRES in caso di azienda o società) è suddiviso in 10 rate annuali di pari importo. A titolo esemplificativo, se si spendono 5000 € per le vetrate e le zanzariere si ha diritto a un rimborso al 50% pari a 2500 € che saranno restituite in 10 rate annuali da 250 € l’una per dieci anni. Nel computo delle spese sostenute è detraibile anche l’onorario del professionista che effettua i lavori di installazione.

Documenti ENEA richiesti per ottenere la detrazione

bonus zanzariere

Per ottenere il bonus zanzariere è necessario fare una comunicazione all’ENEA – Ente nazionale Energia e Ambiente – per via telematica sulla pagina ufficiale dell’ente dedicata all’Ecobonus. La dichiarazione va inoltrata entro 90 giorni dalla fine o dal collaudo dei lavori. Il documento di collaudo può essere rilasciato dall’azienda stessa che ha effettuato il lavoro. Come verbale di collaudo vale la stessa dichiarazione di conformità resa dall’azienda ai sensi del D.M. n 37 del 2008.

La comunicazione ENEA per poter validare la richiesta del bonus zanzariere può essere effettuata da:

  • Beneficiario che ha pagato l’intervento. Nel caso di coniugi comproprietari dell’immobile in cui sono stati effettuati i lavori, la dichiarazione deve essere compilata solo da uno dei due.
  • L’amministratore di un condominio per quanto riguarda gli interventi su parti comuni;
  • Gli intermediari – come le imprese di installazione e montaggio delle zanzariere – su incarico espresso da parte dei soggetti che hanno richiesto la prestazione.

Per effettuare la comunicazione – in autonomia o con l’assistenza di un commercialista – è necessario registrarsi sul sito ENEA.

Per eventuali controlli, è necessario conservare i seguenti documenti (per un periodo di dieci anni):

  • Verbale di collaudo o dichiarazione di conformità;
  • Copia originale e firmata della comunicazione ENEA;
  • Ricevuta dell’avvenuta comunicazione ENEA, ovvero codice CPID che attesta la trasmissione corretta dei documenti;
  • Fatture relative alle spese sostenute;
  • Ricevuta parlante dei bonifici effettuati.

In cosa consiste il bonus 110 per cento

Questo rappresenta una detrazione fiscale del 110%, che trova disciplina nel cosiddetto “Decreto Rilancio” (Decreto Legge 34/2020), per quelle spese derivanti da interventi di isolamento termico, di riduzione del rischio sismico o per il rinnovamento degli impianti di climatizzazione invernale, sia negli edifici condominiali che nelle singole abitazioni. Tale beneficio del 110% è valido per i lavori avviati dal 1° Luglio 2020 e presenta scadenze differenti in base ai soggetti che li effettuano e sostengono le spese.

In particolare:

  • Per lavori condominiali, il beneficio fiscale resta al 110% fino al 31 Dicembre 2023, poi esso scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025;
  • Per le persone fisiche proprietarie di palazzine composte da 2 a 4 unità immobiliari, detrazione al 110% per interventi eseguiti fino al 31 Dicembre 2023, poi il beneficio si riduce al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025;

Ulteriori scadenze differenziate sono previste per altri casi specifici.

Chi può usufruire del bonus fiscale

Sono diversi i soggetti che, come abbiamo accennato, possono fare richiesta per beneficiare del Superbonus 110%. Tra questi abbiamo: condomini; persone fisiche (al di fuori dell’esercizio d'attività d’impresa, arti e professioni) che detengano o posseggano l’immobile oggetto dei lavori oppure proprietari di edifici composti da 2 a 4 immobili, comunque distinti a livello catastale; Istituto Autonomo Case Popolari (IACP); cooperative di abitazione a proprietà indivisa; ONLUS.

Un soggetto deve detenere o possedere un immobile in base ad un titolo idoneo, pertanto vi rientrano, tra gli altri:

  • Proprietari o nudi proprietari;
  • Titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
  • Locatari o Comodatari (ma soltanto se col consenso del possessore legittimo);

I lavori per cui è possibile richiedere il beneficio

Gli interventi principali o trainanti sono

  • Interventi antisismici;

  Lavori aggiuntivi o cosiddetti trainati sono:

  • Lavori per l’eliminazione delle barriere architettoniche;

Ricordiamo che gli interventi devono riguardare edifici esistenti (sia singole unità immobiliari che edifici condominiali) e sono pertanto escluse le nuove costruzioni. Inoltre, anche i possessori o detentori di seconde case possono beneficiare della detrazione fiscale del bonus 110%. Difatti, questa è ammessa fino ad un massimo di due unità immobiliari. Ad esempio: sulla casa principale e su un’eventuale seconda abitazione oppure sulla casa principale e su quella secondaria inserita in un condominio.

Restano escluse da questi vantaggi fiscali le cosiddette case di lusso, cioè immobili rientranti nelle categorie catastali A1, A8 e A9. Per quanto concerne l’efficientamento energetico, gli interventi ammessi al bonus richiedono un requisito particolare: un miglioramento di almeno due classi energetiche (da D a B, ad esempio), anche in concomitanza con altri lavori di efficientamento, come quelli effettuati col cosiddetto Ecobonus.

Se tale miglioramento di due classi non possa avvenire, si deve almeno attestare un passaggio ad una classe energetica migliore e quindi più alta, come ad esempio dalla A3 alla A4. Il tutto attraverso la presentazione dell’Attestato di Prestazione Energetica (A.P.E.), sia precedente che successivo all’intervento eseguito, rilasciato da un tecnico specializzato abilitato.

Cos'è il bonus idrico

In questi anni, il governo italiano ha portato avanti iniziative per incentivare il rinnovo di veicoli, di elettrodomestici, di case ed edifici condominiali e tanto altro, attraverso l’avvio o il prolungamento di vari bonus, come quelli, ad esempio, per la rottamazione delle automobili o il bonus casa. Tali incentivi non sono altro che agevolazioni di natura finanziaria o fiscale, per coloro che decidono di aderire a queste specifiche iniziative statali.

Tra quelle più importanti e recenti, particolare attenzione merita il cosiddetto Bonus Idrico, definito anche come “bonus docce e rubinetti” o “bonus bagno”. Esso è stato introdotto con la Legge di Bilancio 2021 (Legge n°178 del 30 Dicembre 2020), al fine di favorire il risparmio dell’acqua e pertanto una limitazione del suo uso. Destinatari di tali incentivi fiscali, come vedremo meglio, saranno sia persone fisiche che esercizi commerciali. Andiamo quindi a vedere di cosa tratta il bonus idrico in dettaglio.

Oltre a queste informazioni essenziali, si devono fornire anche quelle relative all'immobile in cui si sono effettuati tali interventi e per cui si richiede istanza di rimborso. In particolare, si deve dichiarare l'identificativo catastale di tale immobile e quindi Comune, Sezione, Sezione Urbana, Foglio, Particella e Subalterno. Per quanto riguarda il richiedente, invece, questi deve indicare il titolo giuridico per cui si effettua la richiesta di beneficio e pertanto specificare se proprietario, cointestatario, locatario o usufrutturario dell'immobile.

Questo consiste in misure destinate all’efficientamento in ambito idrico, allo scopo non solo di risparmiare l’uso e il consumo di acqua (sia per questioni di tipo economico che soprattutto per motivi ambientali), ma anche per favorire la lotta al lavoro nero in questo settore e incentivare una certa fiscalità. In pratica, per quei soggetti che acquistano e sostituiscono rubinetti, docce, sanitari in ceramica e, in genere, bagni, che consentono una riduzione dei consumi idrici, vi sono agevolazioni di natura fiscale.

Tali agevolazioni consistono, nello specifico, in rimborsi fino a 1.000 Euro per l’efficientamento di un bagno, con la sostituzione di determinati elementi, attraverso lavori o interventi effettuati in un anno e cioè dal 1° Gennaio al 31 Dicembre 2021. Comunque, questi benefici sono stati rinnovati a fine 2021, con la Legge di Bilancio 2022, pertanto gli incentivi fiscali sono stati prolungati fino al Dicembre 2023. Tuttavia, questi saranno disponibili fino all’esaurimento delle relative risorse finanziarie.

Destinatari ed interventi ammessi per questo bonus

A poter richiedere tale agevolazione possono essere persone fisiche maggiorenni residenti in Italia, che siano titolari di diritti di proprietà o altri diritti reali su edifici esistenti oppure di diritti personali di godimento su parti di edifici esistenti o singole unità immobiliari. Gli interventi ammessi riguardano l’acquisto e la montatura di vasi sanitari in ceramica, con un volume massimo di scarico fino a 6 litri; di rubinetti e miscelatori, sia per il bagno che per la cucina, sempre con portata fino a 6 litri; di soffioni doccia e colonne doccia.

Ricordiamo che nell’intervento in questione si include non solo l’acquisto di elementi, ma anche la sostituzione di strumenti relativi al flusso d’acqua. Inoltre, rientrano nelle agevolazioni anche i costi di manodopera per il rinnovo o l’installazione dei sistemi già in uso nelle abitazioni in questione. Tra gli elementi che, invece, non rientrano tra quelli che usufruiscono dei benefici vi sono i piatti doccia, bidet, la sostituzione di vasche da bagno, sedili e copri water, sanitari in resina e lavandini.

Come poter richiedere il bonus idrico

Coloro che voglio usufruire delle agevolazioni in questo ambito, possono richiederlo per un solo immobile ed un’unica volta e devono essere, come già accennato in precedenza, cointestatari o titolari di diritto reale o personale di godimento della struttura abitativa. La richiesta può essere effettuata direttamente su apposita piattaforma online del Ministero della Transizione Ecologica (Mite), a cui si accede attraverso Spid oppure Cie (Carta d'Identità Elettronica).

Nella compilazione del modulo online verranno richiesti, tra le altre cose: dati anagrafici del beneficiario; importo delle spese effettuate (per un massimo rimborsabile di 1.000 Euro); quantità e specifiche tecniche dei beni sostituiti; copia della fattura elettronica o di documenti commerciali relativi all’acquisto e/o sostituzione dei beni oggetto degli interventi; copia della fattura relativa ai lavori effettuati; dichiarazione di non aver usufruito di altre agevolazioni fiscali per le medesime spese.

Per gli esercenti commerciali che intendono avvalersi di tali benefici fiscali, è disponibile un apposito modello esercente bonus idrico e che permette agli stessi di certificare le spese sostenute. Nel modulo destinato a questi o alle persone fisiche, si deve inserire anche il numero Iban del beneficiario, per poter ricevere direttamente sul conto il rimborso delle spese riconosciute. Non sono previste rate, ma il versamento è effettuato in un’unica soluzione.

Ricordiamo, comunque, che non si avrá diritto ad ottenere il rimborso nel caso in cui la richiesta sia stata compilata non correttamente oppure risulti incompleta per quanto concerne le informazioni e/o gli allegati richiesti o, ancora, nel caso i controlli eseguiti abbiano riscontrato delle irregolaritá rispetto alle dichiarazioni rese oppure siano stati esauriti fondi stanziati. Al momento, da questo punto di vista, sono state utilizzate giá la metá delle risorse disponibili per tale bonus ed il totale delle richieste di rimborso pervenute sono oltre 12.000.

Comunque sia, a disposizione dei cittadini che siano interessati al bonus idrico e vogliano avere maggiori informazioni al riguardo, vi è un numero verde fornito dal Ministero della Transizione Ecologica (che risponde all'800 090 045), a cui poi si aggiunge anche un utile manuale dell'utente, con la spiegazione del funzionamento della piattaforma ministeriale relativa a tale bonus. Quest'ultima è disponibile dal 17 Febbraio 2022 e vi si puó accedere facilmente attraverso l'indirizzo internet "www.bonusidricomite.it".

Una volta presenti sulla piattaforma del ministero, l'inserimento dei dati e degli allegati necessari deve essere effettuato e completato nell'arco di trenta minuti. Trascorse tre ore dal completamento della richiesta di rimborso sul sito ministeriale, è possibile eventualmente rettificare informazioni e documenti inseriti. Sia l'inserimento che la modifica devono essere effettuati con accuratezza ed attenzione, in quanto, come detto, se non eseguiti correttamente, possono determinare la bocciatura della richiesta di accesso al bonus.  

Cos'è il Bonus Verde

In questi anni, sono state tante le iniziative avviate dal governo per incentivare il rinnovamento non solo delle abitazioni private, ma anche dei condomini e degli edifici in generale. Si pensi, ad esempio, ai bonus ristrutturazioni oppure a quelli per l’efficientamento energetico, che hanno consentito un miglioramento sia a livello strutturale e di comfort abitativo e sia soprattutto riguardo ai consumi energetici. Un doppio beneficio quindi: economico ed architettonico.

Tuttavia, tra le misure più apprezzate, soprattutto dagli amanti dei giardini, vi è senz'altro il cosiddetto Bonus Verde. Un incentivo, lanciato qualche anno fa ma rinnovato di recente, che consente agevolazioni per coloro che posseggono piccole aree verdi nella propria abitazione o edificio. Andiamo quindi a scoprire in cosa consiste questa iniziativa, quali siano i benefici di tipo economico disponibili e per quale genere di interventi è possibile ottenerli.

Questo è un’agevolazione fiscale, in particolare una detrazione Irpef del 36% per interventi di sistemazione di terrazze, giardini ed aree scoperte di pertinenza con l’inserimento di alberi e piante e per la creazione di coperture a verde e giardini pensili. Le strutture interessate possono essere sia appartamenti privati, e quindi singole unità immobiliari, che palazzi condominiali. È possibile detrarre fino ad un massimo di spesa di 5.000 Euro per singola unità immobiliare, ottenendo quindi un rimborso fino a 1.800 Euro.

Tale detrazione, introdotta per la prima volta con la Legge di Bilancio 2018, è stata confermata con la successiva Legge di Bilancio 2022 e se ne può usufruire fino al 31 Dicembre 2022. Il beneficio fiscale massimo di 1.800 Euro viene ripartito in 10 rate annuali di pari importo, purché le spese effettuate siano tracciabili e quindi pagate attraverso bonifico bancario o postale. Inoltre, questa agevolazione riguarda unicamente gli immobili ad uso abitativo, mentre non vi rientrano quelli ad uso commerciale.

Chi può usufruire della detrazione fiscale

Possono richiedere l’agevolazione coloro che posseggono o detengono, basandosi su un titolo idoneo, la struttura immobiliare oggetto dei lavori e che abbiano sostenuto le spese relative. Oltre che i proprietari, possono farne richiesta i titolari di nuda proprietà; i titolari di diritto reale di godimento sull’immobile (quali, ad esempio, usufrutto, uso, abitazione o superficie); i locatari ed i comodatari, pertanto coloro che sono, rispettivamente, in affitto nell’immobile o lo utilizzano in comodato d’uso.

Tipologie di interventi detraibili

Andando nello specifico, diversi sono i lavori, riguardanti sia immobili privati che condominiali, che possono essere ammessi al Bonus Verde. Tra questi abbiamo: riqualificazione dei prati (ad esclusione di quelli ad uso sportivo); realizzazione di pozzi e di impianti di irrigazione; grandi potature; fornitura e messa a dimora di piante ed arbusti di vario genere; interventi di restauro e recupero di giardini con interesse storico-artistico di pertinenza di immobili soggetti a vincolo.

A questi si aggiungono, come detto in precedenza, sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, singole unità immobiliari, recinzioni o pertinenze; creazione di coperture a verde e di giardini pensili. Comunque sia, gli interventi devono essere di natura straordinaria e che creino una sistemazione a verde ex novo oppure modifichino radicalmente una già esistente.

Restano esclusi, invece, lavori di manutenzione ordinaria e l’acquisto di eventuali attrezzature destinate alle aree verdi. Non sono ammessi neanche interventi di manutenzione ordinaria su giardini già esistenti e che non determinino o prevedano alcuna innovazione o modificazione degli stessi. Particolare, invece, come vedremo, è la situazione in cui siano effettuati interventi su un edificio condominiale.

Lavori effettuati in un condominio: cos'è il bonus facciate

Si potrà usufruire della detrazione anche per le spese relative ad interventi eseguiti sulle parti comuni esterne di un condominio, fino ad un massimo di 5.000 Euro per singola unità abitativa presente nell’edificio. Ciascun condomino ha diritto all’agevolazione fiscale nel limite della quota a lui imputabile. Nel caso particolare di lavori eseguiti sia in abitazioni private che su parti comuni condominiali, il bonus fiscale spetta su due distinti limiti di spesa, di 5.000 Euro ciascuno.

In questi ultimi anni, grazie a numerose iniziative ed incentivi del governo, si sono avute diverse opportunità per cambiare le automobili o rinnovare le proprie abitazioni, magari migliorandone le strutture (anche dal punto di vista antisismico) oppure l’efficienza energetica. Spesso, poi, tali agevolazioni hanno riguardato non solo le abitazioni private, ma anche edifici condominiali, consentendo così un miglioramento generale del comfort abitativo di tante famiglie.

Tra tutte queste iniziative lanciate, un particolare successo ha riscosso anche il cosiddetto Bonus Facciate, un’agevolazione di tipo fiscale che, come vedremo, permette di migliorare l’aspetto esteriore e quindi estetico degli edifici e di varie strutture, tra cui anche i cosiddetti immobili strumentali (un esempio possono essere gli uffici professionali). In cosa consiste il bonus facciate e chi sono i soggetti che ne possono usufruire? Andiamo ad approfondire maggiormente questo argomento.

Lanciato qualche anno fa, anche nel 2022 si potrà usufruire (sia pure con alcune modifiche rispetto al recente passato) di questa agevolazione fiscale, che prevede una detrazione d’imposta del 60% per quegli interventi che riguardino il rinnovo o il restauro delle facciate esterne degli edifici esistenti. Questi possono essere di qualunque categoria catastale, inclusi gli immobili strumentali, come ad esempio uffici, studi, laboratori e negozi.

La differenza rispetto agli anni precedenti, a cui si accennava prima, è proprio nella percentuale della detrazione spettante, cioè il 60%, mentre nel 2020 e nel 2021 questa raggiungeva invece il 90%. Tale beneficio fiscale può essere richiesto per tutti i lavori effettuati fino al 31 Dicembre 2022 e non riguarda tutti gli edifici esistenti, ma solo quelli compresi in alcune zone specifiche. Gli interventi (anche la sola pulitura o tinteggiatura) devono riguardare le strutture opache delle facciate, balconi, ornamenti e fregi.

Tutte le spese sostenute per tali lavori di rifacimento delle facciate dovranno essere documentate e pagate attraverso bonifici postali o bancari. Poi, dovranno essere esibite in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi. La detrazione spettante sarà rimborsata in dieci rate annuali di medesimo importo. Ricordiamo, inoltre, che per ottenere il bonus facciate non esiste un tetto massimo di spesa o limiti particolari per la detrazione da ricevere.

Chi può richiedere tale bonus e gli interventi ammessi

Per quanto concerne i generi di lavoro ammessi alla detrazione, essi devono riguardare le facciate che si rivolgono a strade o luoghi pubblici, con esclusione quindi di quelle interne rivolte verso chiostri o cortili. In particolare, sono agevolabili i lavori di pulitura e tinteggiatura delle facciate; sostituzione di grondaie; rifacimento di parapetti esterni e interventi inerenti sia il decoro urbano che la sistemazione di parti di impiantistica poste nella parte opaca della facciata.

Le aree territoriali in cui è possibile richiedere il bonus

Come accennato, i lavori di rifacimento delle facciate devono riguardare edifici esistenti posti in aree territoriali specifiche. In particolare, essi devono trovarsi nelle zone A e B, come indicato dal Decreto Ministeriale n°1444/1968. La zona A si riferisce a quelle aree dove vi sono agglomerati urbani che presentino un carattere storico, artistico o evidenzino un certo pregio ambientale, come ad esempio potrebbe essere un centro storico o un semplice borgo.

La zona B, invece, si riferisce a quegli ambiti territoriali totalmente o parzialmente edificati. Con quest’ultima definizione, si intendono quelle aree in cui la superficie coperta degli edifici presenti sia non minore a un ottavo (il 12,5%) della superficie fondiaria complessiva dell’intera zona e in cui la densità territoriale sia maggiore di 1,5 mc/mq. Comunque sia, tali zone possono essere facilmente individuate attraverso una verifica del piano regolatore di ciascun Comune, con l’ausilio di un professionista o un addetto comunale. 

Sismabonus: definizione e calcolo detrazione

In questi anni, il governo ha lanciato diverse iniziative volte al miglioramento e all'efficientamento energetico delle abitazioni e favorire cosí anche le ristrutturazioni edilizie in generale. In quest'ottica, anche in considerazione dell'elevata sismicitá del nostro territorio, apprezzabile è stato anche l'avvio dell'iniziativa riguardante il cosiddetto Sismabonus. Questa, come vedremo meglio in seguito, è una misura finalizzata ad incrementare e favorire la sicurezza delle abitazioni e degli edifici di tipo produttivo, in particolare nelle aree a forte rischio sismico.

Per Sismabonus si intende un beneficio a favore di contribuenti privati e società che intraprendono lavori di ristrutturazione per mettere in sicurezza e rendere efficiente energeticamente gli immobili. Il beneficio consiste in una detrazione IRPEF o IRES (per le società) che va dal 50% all’85% delle spese sostenute. Le detrazioni si applicano sui lavori realizzati su edifici di tipo abitativo o adibiti ad attività produttive relativi a interventi di demolizione e ricostruzione (purché non classificati come lavori di nuova costruzione). Se gli interventi rispettano i requisiti, la detrazione può essere potenziata fino al 110% - super Sismabonus – con la possibilità di cessione del credito all’impresa che esegue i lavori.

Con la legge di bilancio 2022, il Sismabonus viene prorogato fino al 2024, con aliquote a diminuire: 110% fino al 31 dicembre 2023, 70% nel 2024 e 65% nel 2025.

L’art. 16 comma 1 bis del Decreto Legge n. 63 del 2013 definisce il sismabonus come un’agevolazione per chi effettua interventi di risanamento o messa in sicurezza antisismica su immobili a uso abitativo o edifici produttivi. Gli interventi vanno eseguiti su parti strutturali degli immobili situati preferenzialmente in zone ad alto rischio sismico, secondo la seguente classificazione:

  • Zona 1 ad alto rischio sismico (accelerazione massima su roccia 0,35g);
  • Zona 2 rischio di forti terremoti (accelerazione massima su roccia 0,25g);
  • Zona 3 rischio sismico medio (accelerazione massima su roccia 0,15g);
  • Zona 4 la probabilità di eventi sismici è molto bassa (accelerazione massima su roccia 0,05g).

Ogni zona ha un “valore” di azione sismica utile da conoscere ai fini della progettazione che si esprime in termini tecnici di accelerazione massima su roccia.

La detrazione si applica su un totale si spesa dei lavori pari a 96.000 € per unità immobiliare e ripartita in 5 quote annuali di pari importo. La percentuale massima per il sisma bonus ordinario è pari al 50% dei lavori effettuati, ma può aumentare in uno dei seguenti casi:

  • Fino al 70% delle spese sostenute per la realizzazione di lavori che determinano la riduzione del rischio sismico di una classe di rischio (75% se gli interventi interessano parti comuni condominiali);
  • Fino all’80% delle spese se gli interventi riducono il rischio sismico fino a scendere di due classi di rischio (85% per le opere su parti strutturali comuni condominiali).

Quando, quindi, il super Bonus edilizio assorbe il sisma bonus ordinario e a condizioni rispettate per l’ottenimento del super bonus, subentra l’obbligo di applicare la percentuale del 110%. Le aliquote ordinarie per il sisma bonus (50%, 70-75% e 80-85%) restano vigenti anche dopo il 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2024).

Il decreto rilancio 2020 ha introdotto la possibilità della cessione del credito e dello sconto in fattura anche per il sisma bonus con superbonus 110% e per tutti gli interventi agevolabili come l’ecobonus (65%) e il bonus ristrutturazioni (50%).

Interventi ammessi

Sismabonus

Gli interventi antisismici, locali o gobali ammessi nell’ambito del sisma bonus sono:

  • Connessioni pareti e solai (interventi locali);
  • Intonaco armato oppure iniezione di malta di calce (interventi globali);
  • Messa in sicurezza statica;
  • Cucitura di fessure;
  • Rinforzo dei solai.

Tra le novità introdotte con la legge di bilancio 2022, si cita anche il Sismabonus Acquisto che interessa la detrazione che si applica agli acquirenti di nuove case edificate in zone di rischio sismico 1, 2 e 3 al posto dei fabbricati demoliti per ricostruirli con criteri anti-sismici. L’agevolazione è ammessa se l’impresa edile che realizza i lavori di demolizione e ricostruzione per miglioramento antisismico consegna l’immobile entro 18 mesi dalla data di chiusura dei lavori. L’acquirente, in questo caso, potrà usufruire della detrazione direttamente sul prezzo di vendita, fino a un massimo di 96.000 €.

Altro elemento importante e che riguarda pure il Sismabonus è il cosiddetto "Visto di Conformitá", una misura i cui effetti sono stati allargati dal recente Decreto Antifrode (Decreto Legge nº157/2021). Quest'ultima normativa, in particolare, ha ampliato in generale tale visto, come obbligo per tutti quei lavori di ristrutturazione e quindi opere su edifici che possono usufruire di eventuali benefici fiscali. Difatti, dal 2022 il visto di conformitá risulta obbligatorio per tutti i bonus di tipo edilizio e pertanto anche per il Sismabonus.

Questo genere particolare di "visto" non è altro che una verifica che un Caf (Centro Assistenza Fiscale) o un semplice commercialista devono effettuare sulla documentazione loro presentata e che  attesti la conformitá ai requisiti richiesti dalla normativa per poter usufruire del bonus stesso. La Legge di Bilancio 2022 ha, comunque, definito che per tutti i lavori di edilizia libera e che non superino la quota dei 10.000 Euro, la richiesta del visto di conformitá non risulta obbligaria. Tuttavia, il Sismabonus rientra tra le agevolazioni fiscali che necessitano di tale visto.

Per coloro che fossero interessati quindi a questo bonus, è possibile richiedere i benefici fiscali fino al Dicembre 2024. La documentazione relativa deve essere presentata in sede di dichiarazione annuale dei redditi. È importante ricordare che i pagamenti di tali interventi edilizi devono essere rintracciabili e di conseguenza effettuati attraverso bonifici postali o bancari, riportando inoltre i dati sia del comittente che dell'impresa esecutrice, oltre che naturalmente pure la causale del versamento.

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Autore: Andrea Lelli

Immagine di Andrea Lelli

Laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Roma Tor Vergata, Andrea Lelli fonda la ditta di ristrutturazioni edili Edil Clima Service SAS con sede in Via Costanzo Albasini 10 a Roma. Edil Clima Service è una società composta da un team di otto esperti, ognuno specializzato in una specifica mansione.