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Dopo avervi illustrato come buttarvi in una vendita di case tra privati, oggi cambiamo decisamente argomento.

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Se non sei contento delle condizioni del tuo mutuo, esiste la possibilità di negoziare nuovamente i termini con la banca che te lo ha concesso. Tuttavia, la banca potrebbe non accettare la tua richiesta. Esploriamo altre opzioni disponibili. La rinegoziazione o ricontrattazione del mutuo consiste nel rivedere certi aspetti del contratto di mutuo originale, mantenendo lo stesso istituto di credito ma cambiando determinate condizioni, come il metodo di calcolo del tasso di interesse, la durata del mutuo, l'importo della rata mensile e lo spread.

Generalmente, le modifiche più comuni riguardano la durata del mutuo e l'importo del prestito. Questi sono due fattori che possono essere modificati senza alterare significativamente i guadagni della banca, ma che possono rendere le rate più gestibili per il mutuatario.

Un altro cambiamento è ovviamente quello relativo al tasso. Passare dal tasso fisso al variabile o viceversa può costituire una buona opportunità di risparmio, ma fate attenzione: ogni banca può avere limiti precisi – anche sotto forma di scadenze annuali – con i quali può controllare questi passaggi.

La scelta del tasso, è bene sottolinearlo, deve rispondere a diverse necessità. In linea di massima, negli ultimi anni è stato più vantaggioso quello variabile che dipende dagli indici Euribor o Bce; ma il tasso fisso ha la peculiarità di permettere una pianificazione delle spese a lunga distanza, cosa che aiuta moltissimo oggi le famiglie.

La rinegoziazione del mutuo con la stessa banca è un processo che permette di modificare le condizioni del tuo mutuo esistente, spesso per ottenere un tasso di interesse più vantaggioso. Ecco i passi da seguire per procedere con la rinegoziazione:

  1. Valuta la Situazione Attuale:
  • Prima di tutto, analizza la situazione del tuo mutuo attuale, compresi il tasso di interesse, la durata residua, l'importo della rata e l'importo residuo da rimborsare.
  • Ricerca sul Mercato:
    • Informarsi sui tassi di interesse attuali offerti dal mercato. Questo ti aiuterà a capire se esistono opportunità più vantaggiose e a negoziare con maggiore consapevolezza.
  • Contatta la tua Banca:
    • Prendi un appuntamento con il tuo gestore di banca per discutere la possibilità di rinegoziazione. Esplicita il tuo desiderio di rivedere le condizioni del mutuo attuale.
  • Presenta la tua Richiesta:
    • Durante l'incontro, presenta la tua richiesta specificando i termini che desideri modificare, come il tasso di interesse, la durata del mutuo o la tipologia di tasso (da fisso a variabile o viceversa).
  • Valuta l'Offerta della Banca:
    • La banca valuterà la tua richiesta e ti farà una proposta. Valuta attentamente questa offerta, considerando tutti i costi, inclusi eventuali oneri e spese per la modifica del contratto.
  • Confronta con Altre Offerte:
    • È utile confrontare l'offerta della tua banca con quelle di altre banche. Questo può darti un ulteriore potere negoziale o portarti a considerare la surroga del mutuo (trasferimento del mutuo ad un'altra banca) se più conveniente.
  • Negoziazione:
    • Se l'offerta iniziale non è soddisfacente, prova a negoziare. Sottolinea la tua storia di pagamenti puntuali e il tuo rapporto con la banca per ottenere condizioni migliori.
  • Valutazione dei Costi:
    • Assicurati di comprendere tutti i costi associati alla rinegoziazione, comprese eventuali penali o costi amministrativi.
  • Decisione Finale:
    • Una volta ricevuta un'offerta soddisfacente, decidi se procedere con la rinegoziazione. Leggi attentamente il nuovo contratto prima di firmarlo.
  • Consulenza Legale:
    • Se necessario, consulta un consulente finanziario o legale per comprendere appieno le implicazioni della rinegoziazione.

    Ricorda che la rinegoziazione di un mutuo può offrire vantaggi significativi in termini di risparmio sui tassi di interesse e sulla gestione delle rate, ma deve essere considerata attentamente in base alla propria situazione finanziaria e agli obiettivi a lungo termine.

    Per approfondire le opportunità offerte dal Telemutuo per la ristrutturazione, visita il nostro dettagliato articolo.

    La banca al momento della rinegoziazione

    Se la banca accetta di compiere queste operazioni e nei casi in cui le modifiche concordate sono solo a vantaggio del mutuatario (come ad es. con la riduzione del tasso di interesse), possono essere stipulate (come previsto dalla legge finanziaria 2008) anche con una scrittura privata non autenticata, che non necessita della presenza di un notaio. In questo caso l'operazione sarà a costo zero; la banca non potrà dunque imporre oneri penali o commissioni.

    Le modifiche a favore del mutuatario, e concluse con una scrittura privata non autenticata non possono essere pubblicizzate nei Registri immobiliari; da ciò deriva la loro inopponibilità verso terzi.

    Se la rinegoziazione va a buon fine

    Oggi sono molti i casi in cui i clienti finali lamentano con le autorità comportamenti scorretti da parte delle banche. Questi possono rimandare una risposta in relazione alla rinegoziazione anche di mesi; oppure, semplicemente, non accettarla.

    Se quindi questa possibilità viene meno, sono comunque disponibili altre due opzioni.

    La sostituzione del mutuo ha la peculiarità di permettere – ed è l'unico caso fra queste opzioni – di accedere a somme di denaro maggiori. In breve, si sostituisce il vecchio mutuo, estinguendolo, con uno completamente nuovo. Abitualmente questo passaggio avviene all'interno della stessa banca dove precedentemente era stato acceso il finanziamento originario. Si tratta però di una procedura costosa, perché richiede tutte le spese accessorie come se si stipulasse un contratto ex novo.

    La seconda opzione è la surrogazione. Con questo termine si intende la possibilità di spostare il mutuo da una banca ad un'altra, dov'è quest’ultima che prende in carico il finanziamento sgravando la prima di tutte le responsabilità. In questo caso non si può richiedere una somma superiore – ma sempre inferiore – ma i costi sono ridotti e, solitamente, si accede a condizioni più vantaggiose. La banca originaria, inoltre, non può non rispondere positivamente a questa richiesta.

    Come scegliere il nuovo mutuo?

    Mutuo tasso variabile: scopri caratteristiche, pro e contro

    Il tasso variabile è formato da due componenti: l'euribor a cui va sommato lo spreed.

    • L'euribor è determinato dal mercato, non è quindi negoziabile; costituisce la componente variabile del tasso e va aggiornato ad ogni revisione.
    • Lo spread è la percentuale di guadagno della banca che resterà invariata per tutta la durata del mutuo).
      Il valore dello spreed parte da percentuali inferiori al 1% per arrivare a punte del 3%, in relazione a situazioni che comportano più o meno rischio per la banca.

    In realtà, è possibile “agganciare” il mutuo anche al tasso Bce, creato dopo la crisi finanziaria del 2008. È detto “refi”, perché è utilizzato nelle operazioni di rifinanziamento. Si tratta, in poche parole, del tasso pagato dalle banche nel momento in cui prendono in prestito il denaro dalla Banca Centrale Europea.
    Segue molto l'andamento dei mercati dell'Unione, abbassandosi nelle fasi pre crisi e durante le stesse (come adesso). Tuttavia può riemergere nei momenti più redditizi: se la scelta ricade su questo, occorre avere una buona conoscenza dei mercati e saper effettuare buone previsioni sull'andamento dei mercati europei.

    È essenziale capire se il tasso proposto è d'ingresso o a regime. Per attirare clientela, molte banche propongono mutui con un tasso d'ingresso molto interessante inferiore all'euribor (tasso a cui le banche stanno pagando il denaro in quel momento), ma che, dopo un breve periodo di tempo, solitamente di pochi mesi, aumenterà portandosi a regime (Euribor + spreed).

    Mutuo rata costante

    Offre il vantaggio di mantenere la rata bloccata anche se il tasso è variabile ed è collocato a un livello più basso, rispetto ai mutui a tasso fisso.

    Di contro se i tassi aumentano, si avrà come nei mutui classici a tasso variabile, un aumento della quota interessi e, per mantenere costante la rata (somma di quota capitale e quota interessi). una contestuale compressione della quota capitale.

    Alla fine del piano di ammortamento e delle rate che si sono aggiunte a causa dell'aumento dei tassi, se il capitale finanziato non è stato rimborsato completamente, il mutuatario potrebbe trovarsi di fronte alla scelta di:

    • rimborsare il capitale residuo in una unica soluzione unitamente all'ultima rata;
    • sottoscrivere un nuovo finanziamento per restituire il debito residuo, alle nuove condizioni di mercato.

    Per chi è indicato questo tipo di rata

    Sicuramente per coloro i quali non si spaventano dei rovesciamenti del mercato: il mutuo su base variabile, infatti, viene assolutamente influenzato, com'è stato accennato, dall'andamento del mercato europeo (e non).

    Quello che occorre per poter fronteggiare gli imprevisti è un reddito medio alto che possa permettere di mantenere lo stesso tenore di vita anche di fronte ad impennate poco prevedibili. Si calcola infatti che, in media, la rata del mutuo dovrebbe togliere il 35-40% del reddito netto al mese. In caso contrario, la scelta potrebbe risultate pericolosa per le tasche.

    Un consiglio assolutamente valido è: confrontare molte banche e molti piani di ammortamento diversi. La concorrenza fra gli istituti può agevolare il cliente finale che può trovare l'opzione più adatta a lui dopo un'intensa ricerca.
    Una risorsa utilissima è il web, dove portali e siti specializzati monitorano l'andamento del mercato e valutano in tempo reale la scelta migliore fra Tasso Euribor, Bce e tasso fisso.

    Come si determina la rata del mutuo a tasso fisso

    Anche per il mutuo a tasso fisso, quasi tutte le banche hanno la possibilità di erogare il finanziamento fino al 100% del valore dell'immobile con durata fino a 30 anni.

    Valore dell'Eurirs

    Il valore dell'Eurirs (European interst rate swap - tasso interbancario di riferimento utilizzato come criterio di giudizio di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso fisso) risulta uguale per tutte le banche. 

    Il parametro per valutare il mutuo più conveniente a parità di altre condizioni come spese di istruttoria, tasso d'ingresso eventuale, spese incasso rata, costi di estinzione, ecc. è dunque lo spreed applicato dalla banca.

    A cosa fare attenzione quando di stipula un mutuo di questo tipo

    Il tasso fisso ha l'indubbio vantaggio di permettere al cliente di poter prevedere con estrema certezza l'andamento del suo portatogli nei prossimi anni.
    L'unico svantaggio è che la rata non verrà influenzata dall'inflazione né da eventuali diminuzioni del potere d'acquisto rischiando, così, di gravare di più nelle tasche degli italiani.

    Uno dei parametri al quale porre la massima attenzione è il tasso al quale stipuleremo il mutuo.
    Dal primo incontro col family banker alla firma del contratto può passare anche un mese: è sbagliato pensare che quello di cui si è parlato nel primo incontro sarà il tasso effettivo del mutuo. Infatti, in un mese sia l'Euris che l'Iris possono assolutamente cambiare.

    Molte banche, quindi, per evitare spiacevoli situazioni decidono di utilizzare un valore per tutto un mese: dal primo del mese successivo, il tasso verrà ricalcolato.

    Infine, è giusto sottolineare come in questa tipologia, il debito residuo, ovvero l'ammontare del debito senza tener conto degli interessi in corso di maturazione, cali più lentamente. Infatti, le rate iniziali di un mutuo variabile sono più basse di quelle proposte per un mutuo fisso. Se si desidera quindi un mutuo da estinguere in breve tempo, il fisso è sconsigliato.

    Dubbi e vantaggi del mutuo con opzione

    Un'alternativa al mutuo a tasso fisso è quello con opzione. Questo tipo di finanziamento ha la peculiarità di permettere al cliente di scegliere, ad intervalli regolari (di solito dai 2 ai 5 anni), se utilizzare il fisso o il variabile.

    In linea generale, sembra un'ottima alternativa: permette di scegliere più volte la soluzione migliore.
    Ma è giusto fare attenzione: ogni qual volta si riproporrà la scelta, saremmo costretti a rivalutare tutti i tassi per stabilire il più efficiente. Il tasso fisso al quale potremmo accedere non sarà, infatti, il tasso fisso proposto all'inizio dell'intero piano di ammortamento: tutti gli indici verranno aggiornati e dovremmo fronteggiare ogni volta lo “stress” della scelta.

    Si tratta quindi di una scelta rischiosa, da valutare con attenzione.

    Documenti solitamente richiesti per il preventivo del mutuo

    Riportiamo di seguito i documenti mutuo necessari per un preventivo.

    I documenti per il primo e il secondo richiedente

    • Copia dell'originale estratto conto trimestrale o semestrale inviato dalla banca e aggiornamento all'ultimo mese
    • Copia documento fronte e retro in corso di validità (Carta di Identità / Passaporto / Patente)
    • Copia del Codice Fiscale
    • Copia degli Ultimi 2 cedolini dello stipendio o Copia del modello 730 o Unico completo di versamenti F24
    • Copia del Modello CUD
    • Originale dello Stato di famiglia Comune
    • Originale del Certificato di Residenza

    Documenti per l'eventuale garante

    • Copia documento fronte e retro in corso di validità (Carta di Identità / Passaporto / Patente)
    • Copia dell'Estratto conto personale degli ultimi 6 mesi
    • Copia del Codice Fiscale
    • Originale dello Stato di famiglia
    • Originale del Certificato di Residenza
    • Ricevuta/e di presentazione modello Unico Già in possesso del richiedente/Commercialista

    Documento relativi alla pratica per l'immobile

    • Domanda di mutuo firmata da tutti i richiedenti
    • Copia di compromesso e/o della proposta di acquisto Già in possesso dei richiedenti
    • Evidenza della somma restante necessarie per l'acquisto, di solito il 20% del valore dell'immobile
    • Copia dell'Atto Provenienza (rogito attuale proprietario)
    • Copia della planimetria catastale
    • Copia della visura catastale
    • Copia della concessione edilizia Costruttore

    L'ipoteca sulla casa

    Tale ipoteca ha una durata massima di venti anni, e con l'estinzione del debito il proprietario del bene ipotecato (e dunque al termine del pagamento del mutuo), può richiedere formalmente la sua cancellazione.

    Qualora nel corso degli anni vengano meno alcune garanzie, oppure l'immobile venga a perdere di valore, la banca può formalmente ottenere un loro reintegro andando ad ipotecare altri beni, oppure revocando in maniera parziale il prestito, ove previsto nel contratto principale di mutuo. Come ultima soluzione, è prevista anche una clausola di risoluzione del mutuo, in cui è espressa la possibiltà di rescissione del contratto in caso di mancata garanzia.

    Che rapporto c'è tra Spread e mutui?

    Lo spread, termine inglese che significa oscillazione, scarto, viene utilizzato dagli istituti di credito per i calcoli di natura ipotecaria e fiduciaria; esso si aggiunge al costo del denaro e la somma dei due consente di ottenere il tasso nominale. In Italiano lo spread può essere tradotto come “scarto” o “margine”.

    Il termine spread ha diversi significati; viene spesso utilizzato per indicare le operazioni finanziarie dalle quali si ottiene un valore specifico a una scadenza prestabilita. Esistono inoltre diciture quali: credit spread e bid-ask spread.

    Lo spread legato ai mutui rappresenta la somma di denaro che le banche decidono di aggiungere al tasso di base previsto; in definitiva lo spread costituisce il guadagno della banca che concede un mutuo.

    Questo indice prevede un'aliquota che varia tra lo 0,50 % e il 2% e che andrà sommata al tasso interbancario specifico; tale quota si chiama Eurirs, per i mutui a tasso fisso, oppure Euribor, per i mutui a tasso variabile.

    Per calcolare lo spread, si tiene conto del tasso di base, Euribor o Eurirs, e ad esso si aggiunge un ricarico; sarà stessa a stabilire la percentuale di ricarico e a determinare così la sua parte di guadagno (margine di guadagno).

    Più alto è lo spread, ovvero la maggiorazione, più costoso si rivelerà il mutuo, mentre più e basso, più il mutuo sarà conveniente. Uno svantaggio legato allo spread sui mutui è la sua variabilità difficilmente controllabile; differenze seppur minime di spread (0,10% - 0,15%) possono infatti incidere sull'intera durata del mutuo, incrementando il suo valore di centinaia o migliaia di euro di interessi. Per cercare di ovviare a tale inconveniente, sono infine nati i mutui variabili con Cap, che sono mutui a tasso variabile con un tetto massimo per il tasso di interesse.

    In riferimento al mutuo, dunque, la banca non guadagna solo sullo Spread: la banca infatti cosa fa? Compera dalla Banca centrare il denaro al tasso di sconto, rivendendolo poi a un interesse pari all'EurIRS-Euribor maggiorato dello Spread.

    Quando si applica?

    Spread e mutui

    Per applicare uno spread, ci si serve di un indice che è la media pesata degli interessi, calcolata sull'intera somma dei prestiti calcolati in un mercato di riferimento. In questo modo, per quanto riguarda il mutuo è possibile evitare possibili speculazioni sui tassi di interesse.

    In questo modo però si rischia di creare una sorta di cartello bancario, in quanto vengono applicati gli stessi tassi a meno che non si opti per uno spread. La variabilità dello spread, calcolata in percentuale, sui tassi di interesse, può raggiungere vette elevate.

    E' importante sottolineare come alcuni istituti di credito si riservino la facoltà di uno sconto sullo spread, nel caso il rapporto fra rata e reddito risulti inferiore al 30%.

    Negli ultimi mesi, lo spread dei mutui non ha fatto che salire, costringendo gli italiani a posticipare l'eventuale accensione di un finanziamento.
    Chi ha attivato un mutuo tre o quattro anni fa, infatti, ha potuto godere di condizioni molti vantaggiose: la situazione è crollata dopo l'introduzione della nuova norma relativa al tasso di usura che, grazie a complessi meccanismi economici, ha permesso alle banche di aumentare il Taeg (“Tasso annuo effettivo globale”), ovvero il tasso di interesse dell'intera operazione del mutuo.

    Oggi la situazione critica dell'economia relativa all'EuroZona non fa ben sperare per quello che riguarda i valori dello spread, pertanto, se si vuole accendere un mutuo in consiglio è quello di valutare solo proposte che permettano rinegoziazioni.

    Infatti, occorre un buon occhio critico per leggere saggiamente i movimenti economici di tutta la zona d'interesse – ovvero l'Europa – per cogliere l'occasione, quando si presenterà, di modificare la propria offerta.
    Questa dev'essere valutate soprattutto in relazione alla dicotomia classica fra tasso variabile e fisso.
    La scelta è difficile, anche perché numerosi elementi concorrono in egual misura.

    Sicuramente un tasso fisso permette di prevedere con certezza il costo mensile del mutuo. Tuttavia questo valore non verrà assolutamente influenzato dai cambiamenti del potere d'acquisto degli italiani.
    D'altro canto, un tasso variabile è sin troppo soggetto ai “capricci” del mercato, ma ad oggi, invero, sembra uno dei più convenienti visto che viene calcolato in base al tasso Euribor o Bce, che, in periodi di crisi, tendono ad essere bassi rendendo questo momento, se non il migliore, una buona occasione per pensare al mutuo.

    Il consiglio più importante, in ogni caso, è quello di valutare l'eventuale rata del mutuo in relazione allo stipendio: il mutuo non dovrebbe costituire più del 35-40% dello stipendio sottratte le spese quotidiane. Altrimenti, il finanziamento potrebbe diventare piuttosto rischioso.

    L'incidenza dell'Eurirs

    All'interno del panorama finanziario legato ai mutui, esistono determinati indici che vanno tenuti sempre in considerazione e che definiscono le variazioni e le oscillazioni riferite ai tassi di interessi e all'ammontare di denaro da fornire alle banche che fanno credito e rilasciano il mutuo stesso.

    Oltre allo Spread (la somma di denaro che le banche decidono di aggiungere al tasso di base previsto) e all'Euribor(tasso di interesse medio, applicabile ai mutui a tasso variabile), esiste anche l'Eurirs.

    La parola Eurirs è l'acronimo di Euro Interest Rate Swap, tasso per gli swap su interessi; esso viene calcolato ogni giorno dall'European Banking Federation ed è la media delle quotazioni alle quali le banche dei paesi dell’Unione Europea praticano l’Interest Rate Swap (I.R.S). L'Eurirs rappresenta un tasso di riferimento medio, usato come termine di orientamento dalle banche, per stipulare contratti nominati (swap) con annessa copertura di rischio. Tale tasso è simile al tasso IRS ed è usato e calcolato unicamente per il mercato europeo e per le 50 principali banche dell'UE.

    L'Eurirs viene utilizzato nel calcolo degli interessi dei mutui a tasso fisso; esso varia in base alla durata del prestito e non dipende invece dalla somma totale del capitale preso in considerazione. Una maggiore durata del prestito, comporta dunque un tasso Eurirs più elevato.

    La quantità di interessi da pagare con l'Eurirs può essere calcolata con la seguente formula: Capitale x Tasso Annuo x giorni / 36500. Prima di decideredi fare un mutuo a tasso fissso e stipulare un contratto d'acquisto di lunga scadenza, è bene infine verificare l'ammontare del tasso Eurirs, per capire quale sarà la futura rata di riferimento del mutuo stesso.

    Le spese legate al mutuo

    Per valutare attentamente la convenienza di un mutuo, è necessario che si tengano in considerazione, oltre al tasso di interesse e allo spread, anche tutte le spese connesse all'operazione di finanziamento, variabili a seconda della banca scelta
. Si tratta di numerose spese, anche quantitativamente rilevanti, che hanno portato gli italiani ad usufruire sempre della detrazione del mutuo.

    Sono da segnalare:

    1. Spese di istruttoria, che in genere oscillano tra lo 0,1% e lo 0,5% dell'importo finanziato.
    2. Perizia, finalizzata ad accertare il valore di mercato dell'immobile e a verificarne la regolarità edilizia, assenza di abusi edilizi, abitabilità, ecc.. Il costo di una perizia (150 - 450 euro) varia in base all'importo finanziato alla banca e al perito scelto; per importi non elevati, spesso si accetta la perizia dell'agente immobiliare o un'autoperizia, con risparmio di spese.
    3. Costi notarili, alla sottoscrizione del rogito. La presenza del notaio è richiesta dalla banca per procedere all’erogazione del mutuo (concesso, salvo verifica per minimizzare i propri rischi).
    4. Imposte sostitutive sui finanziamenti a medio-lungo termine, che prevedono 2 diverse aliquote: 0,25% dell'importo finanziato per acquisto prima casa; 2% negli altri casi (legge n. 191 del 2004, di conversione del decreto legge n. 168). L'importo viene trattenuto direttamente dalla banca al momento dell'erogazione.
    5. Costi assicurativi:  le polizze protezione mutui (facoltative), che tutelano il mutuatario in caso di eventi che possano compromettere la sua capacità di rimborso (ad es. decesso, malattia, inabilità, infortunio, perdita del posto di lavoro, ecc.).
Il mutuatario può scegliere la polizza proposta dalla banca o decidere di rivolgersi presso un'altra compagnia assicurativa.
    6. Spese di gestione.

    La detrazione fiscale degli interessi passivi è consentita anche per i mutui contratti per la costruzione dell'abitazione principale. In questo caso si può detrarre il 19%, degli interessi passivi e oneri accessori pagati in dipendenza del mutuo, sino a un importo pari a 2.582,28 euro. Il risparmio può dunque arrivare a 490,63 euro per ogni anno di durata del mutuo (2582,28 x 19%).

    Com'era e come sarà la detrazione degli interessi

    Sino a adesso, è possibile detrarre il 19% degli interessi passivi e degli oneri accessori (per esempio, quelli relativi all'accensione del mutuo) considerato che il tetto massimo su cui calcolare questa percentuale era di 4.000€. Per tale ragione, il risparmio massimo che si poteva guadagnare era di 760€ per ogni anno di durata del mutuo (ovvero il 19% di 4000).

    È al vaglio, nell'ottica del ridimensionamento delle spese statali, una modifica della Legge di Stabilita che cambi completamente questi valori.
    Se tale decreto sarà accettato, sarà sempre possibile detrarre dal mutuo il 19% – l'unico valore rimasto stabile – ma la franchigia verrà stata abbassata a 250€, mentre il tetto massimo verrà diminuito diminuito a 3.000€.

    Questo significa che gli italiani potranno detrarre degli interessi la cui somma non sfiori il tetto dei 3.000€: questo nella stragrande maggioranza dei casi implica i soli interessi del mutuo, escludendo tutto il resto (come, ad esempio, le assicurazioni sulla vita).
    Non solo: invece dei 760€, la massima detrazione del mutuo sarà pari a 570€ con una perdita di 190€.

    Per rimanere aggiornati sull'argomento, sono disponibili numerose risorse web, fra le quali il portale MutuiOnline.

    Il contratto di mutuo presenta una fase preparatoria molto articolata e complessa. La sequenza delle azioni che portano all'erogazione potrebbe variare anche di molto da caso a caso, ma di solito gli step classici sono:

    Apertura dell'istruttoria

    il mutuatario presenta la richiesta di concessione di mutuo, elencando i dati tecnici ed economici necessari alla valutazione della domanda e che riguardano tanto l'aspetto soggettivo quanto quello finalistico. Occorre produrre la documentazione accessoria eventualmente opportuna.

    Perizia ed altri accertamenti

    Da sottolineare che il perito è un esperto di estimo catastale e appartiene a una società di servizi o svolge la libera professione.

    Chiusura dell'istruttoria 

    l'istruttoria si chiude con la delibera di concessione o con la mancata concessione (la comunicazione al mutuatario di non accoglimento della domanda è trasmessa in modo informale e che la maggior parte delle istruttorie non andate a buon fine non hanno una chiusura formale).

    Atto di mutuo

    con l'atto di mutuo il contratto entra in pieno effetto. Il mutuante consegna il capitale erogato al mutuatario e vengono eseguite le formalità relative alla garanzia prestata. É importante porre in evidenza che i preventivi rilasciati prima di iniziare l'istruttoria non sono vincolanti per la banca, che dopo la delibera potrebbe applicare spread e spese accessorie differenti.

    Se ti è piaciuto questo articolo ti consigliamo di leggere anche i nostri approfondimenti dedicati alla plusvalenza della Prima Casa e la plusvalenza della Seconda Casa!

    Autore: Andrea Lelli

    Immagine di Andrea Lelli

    Laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Roma Tor Vergata, Andrea Lelli fonda la ditta di ristrutturazioni edili Edil Clima Service SAS con sede in Via Costanzo Albasini 10 a Roma. Edil Clima Service è una società composta da un team di otto esperti, ognuno specializzato in una specifica mansione.