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A seguito della nostra analisi sul Scelgozero e il caro bollette, oggi siamo eccitati all'idea di portarvi alla scoperta di un nuovo tema.

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Entro quanto bisogna pagare le bollette? Vediamo cosa succede nel caso di una bolletta scaduta da 10 giorni. Cosa succede però se ci si dimentica di pagare una bolletta scaduta da 10 giorni

Il modo più semplice per evitare di dimenticarsi una bolletta scaduta da 10 giorni, è quello di rendere automatizzato il processo di pagamento: questo può essere fatto se si possiede un conto corrente bancario, addebitando direttamente il pagamento via RID bancario.

Scadenze e pagamenti con RID

In questo modo, alla data indicata sul documento di riepilogo dei costi da pagare al fornitore di servizi, la banca provvederà a saldare le spese. Si tratta di un grande vantaggio, ma bisogna fare attenzione e verificare nel riepilogo dei movimenti del nostro conto corrente, se il pagamento è avvenuto correttamente; un altro problema del RID è collegato alle disdette dei servizi a cui si era abbonati: infatti può accadere che, se non andiamo in banca ad eliminare la voce inserita a suo tempo, la società che emette le fatture può procedere a prelievi inopportuni per servizi di cui non si è usufruito.

Per evitare contestazioni, è sempre meglio provvedere a cancellare il servizio fra le voci delle utenze autorizzate a prelevare automaticamente dal conto in banca, non appena si effettua una disdetta (è necessario farlo direttamente allo sportello o presso il proprio consulente bancario, non può essere fatto in maniera autonoma come nel caso dell’aggiunta di un’utenza).

Cosa succede in caso di ritardo

Rilevato il ritardo del pagamento della bolletta scaduta da 10 giorni, il gestore solitamente informa il cliente attraverso un sollecito scritto di pagamento, invitando a regolarizzarlo entro un termine preciso. Trascorso il termine, in mancanza di un’attestazione o una comunicazione del pagamento effettuato, si rischia una diffida con preavviso di sospensione della fornitura.
Per il gas ad esempio, scaduto il termine indicato in diffida, è prevista la sospensione del servizio a partire dal 30° giorno successivo alla data di scadenza della fattura. Per l'energia elettrica invece, scaduto il termine indicato in diffida, il contratto potrà essere risolto alla prima fine mese utile.

Pagamento oltre il termine

Immagine di bolletta scaduta da 10 giorni

In questi casi, quando si va a pagare oltre il termine di scadenza una bolletta scaduta da 10 giorni o più, sarà applicato un interesse di mora solitamente pari al T.U.R. (Tasso Ufficiale di Riferimento) + 3,5 punti percentuali, fatto salvo quanto previsto all'articolo 8.2. della delibera AEEG 229/01 e successive modifiche o integrazioni, a norma del quale il Cliente buon pagatore (Cliente che ha sempre pagato nei termini di scadenza quelle relative all'ultimo biennio) è soggetto al solo interesse legale per i primi 10 giorni di ritardo. Il costo della sospensione e successiva riattivazione, infine, è a carico del cliente.

Quanto dura la tolleranza sui termini di scadenza

Esiste un termine di tolleranza entro cui poter pagare le bollette in ritardo senza incorrere in sanzioni o con more ridotte? La risposta è sì anche se la tolleranza non significa essere esenti da sanzioni o more. Il gestore può infatti applicare sul pagamento ritardato il calcolo degli interessi di mora e se il pagamento supera anche la soglia di tolleranza, il servizio viene sospeso.

I bollettini di pagamento riguardano le utenze principali (bolletta dell'acqua, bolletta della luce, bolletta del gas), ma anche altri servizi secondari come la Pay TV, il Condominio, l’ADSL, la telefonia e qualsiasi altro contratto in abbonamento che si stipula e che prevedono il pagamento delle bollette a cadenze bimestrali o mensili salvo specifiche diverse del fornitore. Il dovere del consumatore è dunque pagare entro la data di scadenza la fattura, preferibilmente anche qualche giorno prima della scadenza proprio per evitare di incorrere in maggiorazioni o interessi di mora. Il termine di tolleranza entro cui poter pagare senza incorrere in sanzioni o sospensioni di servizio è fissato dall’azienda fornitrice del servizio, pertanto occorre informarsi. Solitamente il margine di tolleranza non supera i 20 giorni, periodo entro cui il ritardo può anche essere dovuto al mancato recapito postale, ma dopo il quale possono cominciare a giungere i primi avvisi di mancato pagamento. Il pagamento di una bolletta scaduta da 10 giorni quindi va bene ma, se ritardato, può comportare dunque:

  • Applicazione di interessi di mora e addebito di eventuali spese postali per l’invio dei solleciti se si paga entro il termine di tolleranza;
  • Sospensione o riduzione del servizio se si supera il termine di tolleranza;
  • Recesso unilaterale del contratto con recupero delle somme non versate dal cliente per omesso pagamento.

Gli interessi di mora sono dovuti per legge perché il ritardo nel pagamento di un’obbligazione pecuniaria è considerato un danno. Gli interessi di mora si calcolano a partire dal primo giorno non pagato oltre la scadenza. Alcune aziende – all’interno dei termini e condizioni contrattuali – applicano l’indennità di ritardato pagamento piuttosto che la mora, ma la sostanza non cambia perché l’indennità è un risarcimento pecuniario verso l’azienda che subisce il danno (di un mancato o ritardato pagamento).

La legge non individua un unico margine di tolleranza per tutte le utenze. Generalmente per l’erogazione di energia elettrica, i principali fornitori concordano sui seguenti margini temporali:

  • bolletta scaduta da 10 giorni: senza mora sia per i contratti con compagnie aderenti al mercato libero, sia per il mercato vincolato;
  • 15 – 20 giorni: ultima scadenza oltre la quale il gestore/fornitore potrà mettere in mora il cliente.

Un discorso a parte riguarda la morosità della bolletta Telecom e delle varie compagnie telefoniche per cui vi sono diverse fasce di tolleranza e a ciascuna si applicano diversi interessi di mora. Per esempio:

  • 2% per ritardi non superiori al quindicesimo (15°) giorno;
  • 4% fino a 30 giorni di ritardo;
  • 6% per i pagamenti effettuati oltre il 30° giorno.

Oltre il termine dei 30 giorni, le aziende telefoniche si riservano la possibilità di risolvere unilateralmente il contratto con il cliente, ciò significa che se si desidera riattivare l’abbonamento occorrerà stipulare un contratto nuovo e alle condizioni correnti.

Le compagnie del gas prevedono l’applicazione degli interessi di mora a partire dal giorno successivo la scadenza in fattura, sebbene per gli utenti virtuosi che hanno sempre pagato regolarmente nel biennio precedente, verranno applicati solo gli interessi legali per bolletta scaduta da 10 giorni. Al termine del periodo di tolleranza, l’azienda addebita la mora. La sospensione del servizio sarà attuata dopo 3 giorni dal termine indicato sulla lettera di sollecito o diffida. L’inerzia dell’utente viene intesa come causa di risoluzione del contratto.

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Quando comincia il conteggio degli interessi di mora dal termine di scadenza o tolleranza?

In caso di ritardato pagamento, il problema è proprio quello di sapere quando si è considerati morosi. Da un lato la legge non specifica termini di tolleranza univoci, dall’altro lato ogni gestore applica termini e tariffe diversi a seconda del giorno in cui si effettua il saldo in fattura.

L’unica cosa certa è che il termine di tolleranza parte dal giorno seguente la scadenza della bolletta e gli interessi di mora cominciano a essere calcolati a partire dal giorno dopo la scadenza della bolletta.
In caso di ritardi causati dal servizio postale inefficiente è onere del cliente dimostrare di aver ricevuto la bolletta oltre i termini.

In caso di bolletta digitale con addebito della bolletta direttamente su conto corrente, se da un lato solleva l’utente dal pensiero delle scadenze, dall’altro deve tenere sotto controllo il proprio conto perché un prelievo automatico da un conto in rosso equivale a un mancato pagamento e anche in questo caso, i termini di tolleranza con relativo calcolo degli interessi di mora decorrono dal giorno successivo la data di scadenza in fattura.

Se sei interessato valuta anche di leggere il nostro approfondimento sulla Voltura Acea.  

Hai pagato la bolletta scaduta da 10 giorni o puntualmente? Non perdere le ricevute dei pagamenti

Un ulteriore consiglio per evitare contestazioni su pagamenti effettuati per saldare le forniture di gas, telefono, elettricità, abbonamenti vari, è quello di conservare tutti i documenti ad essi relativi. È bene dunque trattenere una copia delle bollette ricevute e dei bollettini (o le ricevute di bonifico) ricevuti al momento del saldo. Poiché un problema del genere accade spesso, in particolare nel caso di forniture di elettricità o di bollette relative a imposte e tasse, conviene tenere in casa dei faldoni per archiviare ogni volta le carte ricevute e quelle emesse.

L’articolo 2934 del Codice civile ci viene incontro, ed è bene sapere che per ogni tipologia di documento esiste un relativo periodo di prescrizione in caso di mancato esercizio dei diritti. Se non è specificato nel contesto legislativo particolare, il periodo di conservazione deve essere di almeno 10 anni.

bolletta scaduta da 10 giorni

Tipologie di prescrizione per le bollette

Esistono due tipi di prescrizione:

  • Prescrizioni estintive: prescrizione ordinaria di 10 anni a cui sono riferibili tutti i crediti per i quali la legge non specifica qualcosa di diverso. Per determinati crediti, invece, vengono applicate prescrizioni brevi di cinque anni. Al debitore basterà richiedere il decorso del termine per far scattare la prescrizione ed estinguere il debito.
  • Prescrizioni presuntive: quasi tutte le prescrizioni inferiori ai 5 anni (sei mesi, un anno, tre anni, etc.) In questo caso, trascorso il termine, il debito non si estingue, ma si presume che sia estinto.

Come contestare la decadenza o la prescrizione delle bollette

Non tutti i diritti sono soggetti a prescrizione come la proprietà, le azioni inerenti la contestazione della paternità e quelle di riconoscimento filiale, il riconoscimento di eredità e le domande di divisione dei co-eredi.

I casi delle bollette pazze nel nostro Paese

Si sono moltiplicati negli ultimi anni i cosiddetti casi delle bollette pazze, fatture che arrivano dalle aziende con dati molto gonfiati riguardo l’importo da dover pagare. Ne sa qualcosa la municipalizzata di Roma Ama: l’azienda ha infatti recapitato cartelle con dati gonfiati a migliaia di romani che si sono ritrovati nel panico più totale. Il Sindaco di Roma Marino è dovuto intervenire personalmente per risolvere la faccenda. I vertici Ama hanno riconosciuto l’errore, derivante da un deficit informatico, decidendo di avvalersi di un’utility come Sap, leader del settore, per risolvere l’annosa questione. Ci vorrà tuttavia molto tempo, stimabile in un anno e mezzo, per riportare il sistema alla regolarità. Questi problemi tuttavia non accadono solo nella Capitale d’Italia visto che casi analoghi sono occorsi anche in altre Regioni, come in Abruzzo e in Sardegna. Tutto ciò è quindi sintomo di un problema che può verificarsi da un momento all’altro e che costringe l’utente ad informarsi bene, soprattutto per i passaggi da fare per l’annullamento, per non trovarsi intrappolato in fatture da dover pagare per forza.

Come risolvere queste pratiche? A chi affidarsi?

Sul web si trovano diverse informazioni per chi si ritrova incastrato in questo problema e non sa come risolverlo. Una delle misure da prendere può essere l’invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno all’Ufficio Reclami, allegando una copia di ciò che si vuole contestare, il codice cliente e il servizio (acqua, luce, gas per esempio). L’Ufficio Reclami dovrà rispondere entro il termine di quaranta giorni, pena un risarcimento di 20 euro, che diventano 60 se dopo quattro mesi il cliente ancora non ha ricevuta alcuna risposta. Se viene appurato che il conteggio è stato sbagliato, l’Azienda deve inviare tramite raccomandata il conteggio esatto entro 90 giorni. Ovviamente se il cliente aveva già pagato la fattura, può richiedere il risarcimento. Un’altra via è quella di rivolgersi ad apposite associazioni di consumatori, come Adiconsum che guiderà il cliente per il reclamo da fare nel caso di dati maggiorati sulla bolletta da pagare. Infatti può succedere che non ci sia risposta al nostro reclamo fatto oppure che contattando il call center si rimanga in attesa ore e ore senza risolvere per nulla il nostro problema. Il tutto quindi con una perdita di tempo notevole per il cliente.

Cosa fare prima di contestare le bollette

Se ritieni che le tue bollette siano sbagliate o che siano stati addebitati importi non dovuti, puoi contestare la fattura. Puoi rivolgerti al Giudice di Pace, senza bisogno di un avvocato se l'importo contestato è inferiore a 500 euro, o ai regolatori per le energie, gas, comunicazioni e alle strutture di conciliazione e arbitrato tra associazioni di consumatori e gestori.

La prima cosa da fare è provare a contattare direttamente l'azienda per chiedere chiarimenti. Se non sei soddisfatto della risposta, invia una lettera di reclamo per raccomandata con ricevuta di ritorno all'azienda, in cui spieghi i motivi della tua contestazione e allega una copia della bolletta e altra documentazione che possa supportare la tua posizione. Questo servirà come prova. 

Servizi non utilizzati e addebitati

In caso di addebito in bolletta di servizi non utilizzati (ad esempio un collegamento a Internet in seguito sospeso), bisogna contestare la bolletta, con una lettera di reclamo in cui si chiederà lo storno dalla bolletta delle spese relative al servizio non usato. In caso di precedente sospensione del servizio, si dovrà allegare una copia della disdetta del contratto.

Provvedimento cautelare mentre si contesta la bolletta

Se, dopo aver contestato la bolletta, l'azienda minaccia di interrompervi il servizio o attua direttamente tale minaccia, è possibile rivolgersi a un pretore, chiedendo un provvedimento cautelare d'urgenza (art. 700 del cod. proc. civile) per ottenere il ripristino dell'erogazione nel caso si tratti di un servizio essenziale, come luce, gas o acqua.

La lettera di contestazione

Una volta assicurati che la bolletta Telecom o del tuo gestore presenti veramente un errore dovrete per prima cosa spedire una lettera di contestazione (tramite raccomandata con ricevuta di ritorno); nel documento bisogna specificare:

  • i dati dell’intestatario del contratto e dell’azienda;
  • il fatto che si sta facendo una contestazione
  • il numero della fattura, la causa dell’obiezione e il periodo in cui si è riscontrato l’errore;
  • il desiderio che venga spedita una nuova bolletta telefonica o che venga rimborsata la cifra se è già stata onorata;

Non bisogna dimenticare di allegare alla lettera una fotocopia della fattura; fatto questo la compagnia avrà 40 giorni di tempo per eseguire gli opportuni controlli e comunicare i risultati all’utente.

L’accredito a seguito della contestazione

Trascorsi i tempi tecnici (ma sempre entro la soglia dei 40 giorni) la società dovrà comunicare la sua risposta: se riconosce che la bolletta telefonica era effettivamente inesatta dovrà ricalcolare la cifra da pagare ed emettere una nuova fattura, oppure rimborsare entro 90 giorni quanto versato dal cliente.

L’accredito saldato nel periodo di tempo prestabilito è del 100%, sarà doppio se saldato entro 180 giorni o triplo se pagato entro i 270. L’azienda pagherà direttamente tramite assegno o bonifico bancario, oppure indirettamente alleggerendo la bolletta telefonica successiva.

FAQ sul pagamento di una bolletta scaduta da 10 giorni

Quali sono le conseguenze del pagamento tardivo di una bolletta scaduta da 10 giorni?

Il pagamento tardivo di una bolletta scaduta da 10 giorni può comportare l'applicazione di interessi di mora, che vengono calcolati in base al tasso di interesse legale e al numero di giorni di ritardo. Inoltre, il fornitore di servizi potrebbe sospendere il servizio fino al momento del pagamento dell'importo dovuto.

Posso ancora pagare una bolletta scaduta da 10 giorni online o devo andare personalmente all'ufficio del fornitore di servizi?

In genere, è possibile pagare una bolletta scaduta da 10 giorni online, utilizzando il sito web del fornitore di servizi o l'applicazione mobile dedicata. Tuttavia, alcuni fornitori di servizi potrebbero richiedere il pagamento in contanti presso un loro sportello o presso un istituto bancario convenzionato.

C'è un periodo massimo di tempo entro cui posso pagare una bolletta scaduta da 10 giorni?

In linea di massima, non c'è un periodo massimo di tempo entro cui è possibile pagare una bolletta scaduta da 10 giorni. Tuttavia, è importante pagare l'importo dovuto il prima possibile per evitare l'applicazione di interessi di mora o la sospensione del servizio. In caso di difficoltà nel pagamento, è possibile contattare il fornitore di servizi per concordare un piano di rateizzazione o un accordo di pagamento dilazionato.

 

Autore: Andrea Lelli

Immagine di Andrea Lelli

Laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Roma Tor Vergata, Andrea Lelli fonda la ditta di ristrutturazioni edili Edil Clima Service SAS con sede in Via Costanzo Albasini 10 a Roma. Edil Clima Service è una società composta da un team di otto esperti, ognuno specializzato in una specifica mansione.